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TRIPLICE FISCHIO – La Juventus esce ridimensionata dalla sfida con l’Inter. Il Milan vince perché ha costruito una famiglia. Attenzione al Napoli…

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La 18esima giornata di Serie A è stata un crocevia importante per la stagione. La partita di cartello, Inter-Juventus, vinta meritatamente dai nerazzurri, ha dato diverse indicazioni. Innanzitutto ha dimostrato la forza della squadra di Conte, letale e – dopo chissà quanti anni – di pari livello o addirittura superiore alla squadra bianconera. Proprio Madama esce ridimensionata dopo questa sfida che non è stata giocata da Juventus, dall’inizio alla fine. Pirlo chiedeva il carattere, come quello messo al Camp Nou contro il Barcellona o sempre a Milano, contro il Milan. Domenica sera si è visto l’opposto, come se la squadra bianconera non avesse capito l’importanza della gara. Mancavano tre elementi importanti della difesa, ma questo alibi si può usare fino a un certo punto. Il reparto difensivo, però, si è comportato davvero male. Uno su tutti, Frabotta, che ha dato vita facilissima ad Hakimi. Conte ha avuto il merito di incastrare tatticamente le mosse di Pirlo: il maestro batte l’allievo. Alcuni, dopo la fine della gara, hanno avuto un pizzico di nostalgia dei tempi di Allegri. “Con lui non avremmo mai perso”. Forse è vero, ma indietro non si torna mai e le indicazioni di oggi sono quelle di una Juventus mai così lontana da quella vista negli ultimi nove anni. Al contrario, finalmente si rivede un duello milanese per la pretendente al trono. 

Chiama l’Inter, risponde il Milan in una partita vinta con gli attributi e con un Ibrahimovic letale, devastante, ringiovanito di chissà quanti anni. La squadra di Pioli non la scopriamo di certo ora, anzi, ma ciò che sorprende è la continuità di prestazioni: i rossoneri vincono quelle partite sporche, le stesse che un anno fa avrebbero perso in modo indegno. Tutto questo è sintomo di crescita, costanza e di programmazione seria. C’è un altro dato che dovrebbe impreziosire il momento di questo Milan: chiunque entri in campo, fa bene. Segno che Pioli riesce a far sentire importante tutti, alla stessa maniera. Molti, in passato, hanno detto che una grande squadra deriva da una grande famiglia: il Milan di Pioli è la dimostrazione perfetta di questa teoria.

La lotta Scudetto quest’anno è complicata per un motivo preciso: nessuno vuole arrenderai fino all’ultimo minuto. Negli anni scorsi tutti erano consapevoli della forza della Juventus e, soprattutto, quasi nessuno poteva giocarsela alla pari con i bianconeri; quest’anno, invece, gli organici di diverse squadre si avvicinano parecchio ai bianconeri. Non tanto per il fatturato, perché quello conta ma fino a un certo punto: in campo, alla fine, conta la qualità e la quantità del gioco. Milan e Inter continuano la corsa a due, dietro però attenzione al Napoli. Non sappiamo quanto reggeranno, resta però il fatto che Gattuso ha trovato la quadra giusta, quella che è mancata lo scorso anno. Il Napoli, con il tennistico 6-0 rifilato alla Fiorentina, dimostra di essere uscito dalla piccola crisi delle ultime gare. Contro la viola mancava Fabian Ruiz, e questo potrebbe essere un dato importante per il prosieguo della stagione. Domenica il gioco era fluido, senza sbavature e i sei gol ne sono la dimostrazione palese. Che sia questa la chiave del successo? Noi non siamo allenatori, ci limitiamo a discutere e a dire la nostra, ma resta il fatto che i partenopei, senza lo spagnolo, hanno maggiore libertà di azione e più fluidità nel gioco. Forse tutto questo verrà smentito, magari già da domani in Supercoppa, altro snodo importante per Napoli e Juventus: Pirlo non può fallire, anche perché una sconfitta lo manderebbe in un vortice di critiche che, in questo punto della stagione, potrebbe essere letale.

 

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