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Cinquant’anni di Rocky Horror: il culto della libertà e l’inno alla diversità

A 50 anni dall’uscita, The Rocky Horror Picture Show resta un cult globale: da flop iniziale a simbolo di libertà e anticonformismo, continua a unire pubblico e comunità in un rito collettivo. In arrivo una nuova versione teatrale anche in Italia.

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L’America si prepara a celebrare il cinquantesimo anniversario dall’uscita nelle sale cinematografiche del film cult The Rocky Picture Showdiretto da Jim Sharman. Correva l’anno 1975, 14 agosto quando il film fu proiettato per la prima volta nelle sale del Regno Unito e pochi mesi dopo negli Stati Uniti.

Il film cult che ha dato voce a una generazione

L’adattamento per il grande schermo del celebre musical di Richard O’Brien, andato in scena per la prima volta nel 1973 prima a Londra e poi a Broadway, diventerà un successo di portata mondiale che consacrerà nel tempo la pellicola come il film più proiettato di sempre. Il film prodotto dalla 20th Century Fox, oggi confluita in Disney, fu stroncato impietosamente dalla critica che lo definì una brutta copia della versione teatrale. Ma le sorti di questa pellicola cambiarono dal momento in cui un anno dopo il debutto nelle sale, un piccolo cinema di New York, il Waverly Theatre oggi diventato Ifc Center, lo inserì nella propria programmazione notturna tra i Midnight Movie. Il film divenne così un fenomeno culturale che ancora oggi mantiene intatto la propria potenzialità. Le proiezioni di mezzanotte e il passaparola riunirono nella sala le comunità Lgbt di Manhattan. Esse, a riparo da sguardi indiscreti, trovarono nel cinema un luogo sicuro dove potersi esprimere e identificare rivendicando la propria libertà.

Rocky Horror come rito collettivo

La bocca dalle labbra rosse e carnose che si stagliano su uno sfondo nero, quelle di Magenta, è diventata una immagine iconica. Essa ha il potere di ipnotizzare il pubblico trascinato sulle note di Science Fiction/Double Feature dando vita ad una sorta di rito collettivo. Ancora oggi, a distanza di 50 anni sia in teatro che di fronte al grande schermo vi sono battute che gli spettatori, interagendo con gli attori o reagendo alle scene, urlano. Ciò dà vita ad una sorta di dialogo che assume i connotati di una ritualità collettiva attraverso la quale si esprime la libertà. Ad essa anela Frank, il cui passaggio sulla Terra ha come obiettivo quello di ‘spogliare‘ uomini e donne liberandoli da quelli che sono i ruoli e i doveri imposti dalla società. Assolutamente libero è infatti Frank-N-Furter, figura associata ad una scena di cannibalismo inquietante. La sequenza è presente solo nella versione cinematografica, tuttavia, non intacca la individualità e autonomia del personaggio.

L’inno alla diversità

Nonostante oggi alcune scene e battute presenti nel film possano apparire desuete, non conformi alla sensibilità contemporanea e non siano affatto politically correct, il Rocky Horror Picture Show continua a rappresentare una celebrazione dell’anticonformismo della individualità e della lotta contro il giudizio degli altri. Non a caso il narratore nel celeberrimo brano della colonna sonora intitolato Superheros descrive l’umanità associandola ad uno sciame di insetti che pullula sulla Terra incessantemente e insensatamente. Meglio sarebbe rimanere se stessi ed essere fedeli alla propria identità e personalità, restare diversi e rispondere soltanto alla propria individualità.

Un successo senza fine

Il film del quale si attende una nuova versione ha raggiunto il record di numero degli spettatori. In questo lungo arco di tempo solo piccole sale di tutto il mondo lo proiettarono. Tale primato è destinato a consolidarsi. In Italia, per celebrare questo importante anniversario, è atteso una nuova versione teatrale in programma per novembre.

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