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Coconino Press pubblica l’integrale di Gatto Mondadory: il fantasy surreale di Dottor Pira

La trilogia della Valle Scrivia di Dottor Pira (Maurizio Piraccini) esce in edizione integrale per Coconino Press, arricchita da un’appendice. La saga, surreale e ironica, segue un gatto trasformato in eroe suo malgrado, tra draghi, puffi malvagi e battaglie cosmiche.

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La trilogia della Valle Scrivia che narra le avventure di Gatto Mondadory esce in una edizione integrale pubblicata per Coconino Press.

La nuova versione integrale

E’ arricchita da una appendice che ricostruisce l’ambientazione della storia ovvero le Terre della Gallia Cisalpina, un contesto che l’autore Maurizio Piraccini conosce perché ne è originario. In questa nuova versione viene presentata al lettore anche un’analisi semiseria della storia dei puffi tramite una sorta di metatesto, il Diario segreto di Gandalf. Questo personaggio creato dalla penna di J.R.R. Tolkien, autore del Signore degli Anelli, viene descritto in una veste nuova e originale. Non è più il compagno di viaggio dell’hobbit Frodo Baggins ma si trasforma in un inventore alternativo e anticonformista di internet. I tre volumi intitolati Il telefonino fatato, Nella valle dei cugini e I puffi dell’aldilà sono stati pubblicati originariamente tra il 2011 e il 2016.

Dottor Pira, dal fumetto underground al premio Micheluzzi: la genesi di Gatto Mondadory

L’autore, in arte Dottor Pira, scrittore di storyboard per cinema e pubblicità, è fumettista dal 1996 quando ha cominciato a pubblicare brevi episodi comparsi nei circuiti underground o su internet. E’ inoltre noto come illustratore, grafico e autore tv. Il primo volume della saga è stato il suo esordio come fumettista nell’editoria. Nel 2019 si è aggiudicato il premio Attilio Micheluzzi come Miglior fumetto con Super Relax al Comicon di Napoli.

In una intervista rilasciata a La Lettura, il Dottor Pira ha raccontato come è nata l’idea della storia bizzarra e surreale di gnomi, elfi, troll, orchi e puffi e come abbia preso vita il protagonista, Gatto Mondadory. «Ho utilizzato qualcosa che mi faceva ridere e poi l’ho sviluppata. Qui avevo pensato al fatto che i personaggi come Gatto Silvestro e Topo Gigio hanno nomi abbastanza assurdi: è come se io mi chiamassi Umano Maurizio». Racconta infatti che da qui è nata l’idea di dare al gatto un nome senza senso, «simile a quello di una casa editrice».

Quando il Re perde il telefono, tocca a un gatto salvare il mondo

Un gatto che avrebbe voluto semplicemente fare ciò che tutti i suoi simili fanno ovvero nulla, diventa da semplice fattorino, suo malgrado, un eroe. Il Re ha perso il suo smartphone e con esso tutti i numeri salvati in rubrica, di vassalli, valvassori e valvassini. Il Regno corre il pericolo di sprofondare nel caos se qualcuno non riuscirà a ritrovare il telefono perduto. Quel qualcuno è proprio il nostro protagonista. Gatto Mondadory per recuperare il prezioso cimelio dovrà affrontare e uccidere draghi, chiedere soldi ai parenti e lanciarsi in folli imprese come quelle di sfidare i cugini (nel secondo volume), diventati malvagi e potenti. Una vera e propria apocalisse quella che devasterà il Regno nel terzo volume: i puffi vogliono conquistare il mondo e Gatto Mondadory dovrà destreggiarsi tra guerre cosmiche, battaglie e poteri incontrollabili.

il fumetto come nona arte

Piraccini per i suoi lavori attinge dal patrimonio delle Avanguardie del Novecento e da autori che hanno segnato la letteratura fantasy come Tolkien. Scardina i canoni di un immaginario collettivo come nel caso di Mago Merlino che nella storia assume le sembianze di colui che riesce a «spaccare tutto». Appare nelle vesti di aiutante del protagonista in sella ad un drago, impegnato in «allenamenti sportivi estremi» che possano consentirgli di servirsi di bacchette magiche realizzate con «un materiale pesantissimo». Il fumettista sostiene che l’arte per far sì che non si trasformi in un’arte morta debba avere una spinta avanguardista, debba spingersi oltre. E’ ciò che, infatti, hanno fatto le avanguardie del novecento, portare avanti opere folli, spingersi al di là di ogni razionalità fino a raggiungere la cosiddetta nona arte, come egli la definisce. «Il bello della nona arte- sostiene il Dottor Pira– è invece proprio la possibilità di spingersi oltre».

Oltre all’ironia, all’originalità, alla stravaganza e dimissioni senza senso, la storia di Gatto Mondadory affronta anche aspetti moderni e attuali come gli effetti che hanno i manager infernali nella società e nell’ambito del mercato e dell’impresa, bollette, gadget high-tech all’interno di un contesto pseudo-medievale.

L’effetto dei social, arma a doppio taglio

Nella stessa intervista rilasciata a La Lettura, lo scrittore parla dei cambiamenti che sono avvenuti nel mondo dei fumetti. Prima del 2011 era un mercato molto ristretto. Tra il 2008 e il 2010 è esploso grazie ai social media che in quella fase promuovevano i contenuti. «Se postavi un fumetto c’era la possibilità concreta che girasse moltissimo, aspetto che ha fatto conoscere tanti fumettisti. A questa fase è seguita una sovrapproduzione». L’entusiasmo del pubblico con il tempo si è affievolito e a trovare spazio erano sempre coloro che erano riusciti ad ottenere molto seguito sui social. Il mezzo, quindi, che aveva aiutato a diffondere il fumetto è diventato un’arma a doppio taglio in quanto contiene il rischio di andare in una direzione che premia solo chi compiace e asseconda il gusto del pubblico. Al contrario di quanto hanno fatto molti suoi colleghi, Piraccini ha scelto di andare per la propria strada, anche contro il giudizio di molti che gli consigliavano di avere uno stile più comprensibile.

(Fonte: La Lettura, di Simona Buscaglia)

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