Magazine
Guanciale, Bruschetta e Levante in ‘L’invisibile’: la latitanza di Messina Denaro diventa fiction
L’invisibile è una fiction diretta da Michele Soavi e in arrivo su Rai1. Racconta gli ultimi tre mesi di indagini che hanno portato all’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro. Il cast include Ninni Bruschetta, Lino Guanciale e Levante al suo debutto
L’invisibile è il titolo della serie girata in due episodi che verrà trasmessa da Rai1. Il progetto diretto da Michele Soavi racconta la lunga latitanza del superboss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio 2023, dopo 30 anni di latitanza e a 30 anni esatti dall’arresto di Totò Riina.
Una caccia al fantasma
Prima di scrivere la sceneggiatura, il regista Soavi insieme al produttore Pietro Valsecchi ha avuto modo di parlare con il procuratore Paolo Guido il quale ha condotto personalmente le indagini e con il colonnello Lucio Arcidiacono che successivamente eseguì l’arresto.
«Il boss è una presenza, era davvero invisibile, ci si basava su una sua foto di 30 anni prima, perciò lo si vede di sguincio, di spalle, in penombra oppure quando parla con i suoi soldati. Ma invisibili dovevano esserlo anche gli uomini del Ros». Così il regista spiega il titolo scelto che ben rappresenta quella che si è rivelata essere una vera e propria caccia al fantasma, una ricerca fondata su mancanza di informazioni. Di Denaro le forze dell’ordine avevano soltanto fotografie sbiadite e coperte di polvere.
La fiction ripercorre gli ultimi tre mesi di serrate indagini che hanno seguito le tracce lasciate dalle ricette mediche e di farmaci che hanno condotto i carabinieri a risalire alla clinica di Palermo dove Denaro era in cura, sotto falso nome, per un tumore. La serie mostra tutte le strategie adottate e la rete dello scambio di pizzini intessuta per coprire il latitante, rintracciato ad un chilometro di distanza dalla Direzione distrettuale antimafia. Morì poi il 25 settembre 2023 a 61 anni.
Ruoli e debutti: gli interpreti protagonisti della serie
Matteo Messina Denaro viene interpretato da Ninni Bruschetta mentre il procuratore capo Paolo Guido e il colonnello hanno il volto rispettivamente di Paolo Briguglia e Lino Guanciale. Quest’ultimo del suo personaggio ha dichiarato: «Mi hanno colpito la sua lucidità e la calma, la gioia priva di esaltazione. Ho potuto ascoltare alcune registrazioni via radio dell’operazione, dove l’adrenalina è alta ma bisogna dominarsi per non rischiare di mandare all’aria tutto». L’attore che ha già recitato in note serie televisive come Il Commissario Ricciardi e La Porta Rossa, siamo certi si calerà nella parte con grande intensità espressiva.
Roberta Procida veste i panni della moglie del boss, Maria Mesi, mentre l’attrice Simona Malato interpreta Rosalia, la sorella del ricercato.
La moglie del colonnello è impersonata dalla cantautrice siciliana Levante la quale, per la prima volta, recita in una serie televisiva. La scelta di affidare alla cantante tale ruolo assume una valore emblematico: è originaria della stessa terra che ha visto crescere Messina Denaro, la Sicilia. Levante, dunque, contribuisce a portare in scena autenticità e un profondo legame emotivo con le tematiche principali della fiction.
Il cast per la squadra di Carabinieri è stato scelto in modo scrupoloso:
- Al fianco di Lino Guanciale vediamo il giovane attore e cantautore Leo Gassmann. Ha già interpretato il ruolo di carabiniere in Franco Califano, film per la TV sul cantautore romano.
- Noemi Brando recita nel ruolo di pilota spericolata
- Giacomo Stallone è specializzato in droni
- Massimo di Lorenzo ha il compito di impersonare un ragioniere.
Le riprese della fiction in Sicilia
Le riprese sono ambientate in una Sicilia «bruciata» dove il mare fa solo da cornice e dove dominano i colori della terra, dei vicoli e della polvere. Il regista spiega di non aver potuto inserire il dvd del Padrino, rinvenuto in uno dei rifugi e che era tanto amato dal boss, a causa di questioni legate ai diritti d’autore.
Una delle scene principali e più emblematiche del film è quella nella quale il boss, mentre si reca ad un appuntamento, si insospettisce. Accorgendosi della trappola, sparisce senza lasciare traccia correndo a velocità sostenuta su un furgone avvolto da una nuvola di polvere sollevata da un testacoda. Nonostante i carabinieri lo abbiano avvistato da un elicottero, ne perdono le tracce. A proposito di questo spezzone di film il regista ha detto: «Siamo oltre il realismo, in un luogo che sembra avere tatuate su di sé le cicatrici del territorio. Il super latitante mafioso è ancora il diavolo che graffia la Terra». L’invisibile appunto.
Una storia di mafia, ma soprattutto di Stato
Il produttore Valsecchi ha sottolineato come abbia passato mesi a «ricostruire fatti, psicologie, vuoti». All’inizio, dice, con un team diverso aveva una visione precisa di ciò che avrebbe dovuto realizzare nel progetto. Tuttavia, accorgendosi di come esso non lo rispecchiasse, ha deciso di cambiare sceneggiatura.
Maria Pia Ammirati, responsabile di Rai Fiction ha riposto da anni fiducia nella realizzazione di questa serie. La cattura di Denaro le è sembrata l’occasione perfetta per tornare alla narrazione delle storia di Sicilia attraverso, però, uno sguardo diverso. L’invisibile, infatti, è una storia non solo di mafia ma soprattutto di Stato, il cui racconto è un atto di responsabilità civile.
Le riprese sono già a buon punto e la serie si annuncia come una delle produzioni più attese della prossima stagione televisiva.
(Fonte: Valerio Cappelli, Corriere della Sera)
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook
