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F2 | C’è vita dopo la Formula 2?

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fiaformula2.com

La stagione 2023 di Formula 2 sembrava destinata ad essere la prima nella storia a non fornire neanche un pilota alla F1 dell’anno seguente. Invece, grazie all’esordio di Bearman in Arabia Saudita, il pericolo è scongiurato. Ma è stato un caso o una tendenza? I dati suggeriscono la seconda ipotesi, infatti sempre meno piloti riescono a compiere il salto diretto dalla F2 alla F1 e, osservando gli spostamenti dei primi cinque classificati di ogni campionato di Formula 2 dal 2017 a oggi, si può avere un’idea chiara di quale sia la tendenza.

2017 – 2019

La tabella mostra i programmi dell’anno successivo per i primi cinque classificati in F2 di ogni anno dal 2017 al 2023

La stagione 2017 è stata la prima del rinominato campionato GP2 ed è stata vinta da Charles Leclerc, il quale ha proseguito la carriera in F1 con l’Alfa Sauber, poi con Ferrari. Markelov, Ghiotto e Latifi hanno continuato in F2, mentre Oliver Rowland è passato alle ruote coperte.

Il 2018 è stato dominato da tre talenti tuttora protagonisti in F1: George Russell, Lando Norris e Alex Albon. Dietro di loro, De Vries ha proseguito in F2 e Markelov è volato in Giappone per correre in Super Formula.

L’anno successivo è stato l’inizio della nuova tendenza. Dopo aver vinto il campionato 2019, Nyck De Vries non ha trovato spazio in F1, dovendo ripiegare sulla Formula E, mentre il secondo classificato, Nicholas Latifi, è stato ingaggiato dalla Williams nonostante la carenza di talento.

2020 – 2023

il grafico a torta mostra la percentuale di piloti che hanno proseguito in ciascuna categoria. La maggior parte dei piloti classificati nella top 5 in F2 ha poi proseguito nella serie cadetta, mentre sorprende l’11% di piloti che rimangono “fermi” come riserve in F1.  

Mick Schumacher è ad oggi l’ultimo campione di F2 promosso direttamente in F1, chiamato insieme al quinto classificato Nikita Mazepin a guidare per la Haas, sebbene Steiner abbia affermato che anche in questi due casi il talento c’entra ben poco. Il secondo classificato, Callum Ilott, è il secondo esempio di pilota passato alle ruote coperte, anche se fungeva contemporaneamente da collaudatore per Ferrari e Alfa Romeo. Yuki Tsunoda, invece, ha trovato posto in AlphaTauri dopo aver concluso l’anno al terzo posto, diventando ad oggi l’apparente leader della squadra. 

Oscar Piastri vince a sopresa la F2 2021, ma Alpine non ha sedili da offrire, se non quello del collaudatore. Stessa sorte per Robert Shwartzman con la Ferrari. Dei tre piloti che ottengono 40 punti per la superlicenza, solo Zhou Guanyu sale in F1, un chiaro segnale che qualcosa all’interno del sistema non funziona più.

Il 2022 ha lo stesso esito: Drugovich vince, ma è costretto a rimanere collaudatore, mentre Sargeant, quarto classificato, esordisce in F1 con la Williams. Davanti a lui si è classificato il compagno di squadra Liam Lawson, ma il neozelandese ha dovuto ripiegare sulla Super Formula, prima di dimostrare in AlphaTauri chi dei due meritava davvero la promozione.

L’anno scorso i primi tre classificati sono stati Pourchaire, Vesti e Doohan, ma nessuno di loro è andato oltre alle prove libere riservate agli esordienti in F1. Il francese disputerà il campionato Super Formula, come anche Iwasa; Vesti ha trovato posto nell’European Le Mans Series, mentre Doohan svolgerà le mansioni di collaudatore per Alpine.

Le prospettive

Quale futuro attende le giovani promesse della Motor Valley? Le previsioni per il 2025 suggeriscono un cambio generazionale in F1, in cui Bearman e Antonelli saranno assoluti protagonisti, senza dimenticare Lawson, probabile scelta di Racing Bulls. Questo risolverebbe il problema nel breve termine, ma nel lungo? Abbiamo visto come i team siano sempre meno propensi a rischiare un esordiente e la longevità dei piloti di sicuro non aiuta. Se, come ha detto l’anno scorso Franz Tost, “ogni singolo pilota in questo paddock merita di stare in F1, tranne due” significa che una volta sistemato il problema del talento l’unica speranza per i giovani sarà prendere il posto di un anziano. Tuttavia, Alonso e Hamilton stanno dimostrando che essere competitivi a lungo è possibile, quindi in futuro questi sedili saranno disponibili con molta meno frequenza.

C’è quindi vita dopo la Formula 2? Sì, ma per pochissimi.

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