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Stanguellini, pionieri della Motor Valley

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Facebook.com Museo Stanguellini

Prima di Ferrari e Maserati, c’era Stanguellini: nata agli albori del Ventesimo secolo, la casa modenese è il marchio automobilistico più antico della Motor Valley. Una storia tramandata di generazione in generazione, segnata da grandi ingegno e passione nel campo motoristico.

Dai timpani alle automobili

La Stanguellini non nasce però come marchio automobilistico: infatti, quando Celso Stanguellini fonda a Modena la ditta nel 1879, si dedica alla produzione di strumenti musicali; trova anche un discreto successo, brevettando un accordatore di timpani che viene impiegato da orchestre di fama mondiale. La svolta arriva nel 1900 quando il figlio Francesco, spinto dalla sua forte passione per i motori, cambia la direzione dell’azienda. Comincia producendo e vendendo biciclette e tricicli a motore; assembla anche diversi modelli da competizione, alcuni dei quali sarà lui stesso a portare in pista. Di lì a poco si attiva anche nel settore automobilistico: nel 1910 porta a Modena la prima Fiat, tutt’oggi conservata nella collezione di famiglia; negli anni a seguire Stanguellini diventa uno dei concessionari Fiat di riferimento a livello nazionale. Negli anni Venti Stanguellini acquisisce una certa fama anche nel mondo delle competizioni: l’omonima scuderia ottiene i primi successi in pista sulle modenesi moto Mignon.

Il regno di Vittorio e i primi trionfi

Francesco Stanguellini muore prematuramente nel 1932, e a soli 22 anni è il figlio Vittorio a prendere le redini dell’azienda, proseguendo nel percorso tracciato dal padre. Contagiato dalla passione di famiglia, e dotato di uno straordinario intuito in campo motoristico, Vittorio comincia nel 1936 a produrre modelli propri, derivati da telai Maserati e Fiat; le prime vetture da lui elaborate sono la Sport 750 e la 1100 Sport Nazionale, entrambe di derivazione Fiat. Negli anni Stanguellini stringe amicizie importanti con alcuni grandi nomi del settore, come Enzo Ferrari, i fratelli Maserati e il pilota Tazio Nuvolari; queste conoscenze lo arricchiscono molto, tanto che nel 1937 si convince ad assemblare la prima Squadra Stanguellini: i piloti sono Baravelli su Fiat 500, Rangoni su Fiat 508 Sport, Severi su Maserati 1500 e Zanella su Fiat 500. I risultati più significativi sono raggiunti da Francesco Severi, che si aggiudica la 28° Targa Florio, e Giulio Baravelli, che nel 1938 trionfa nella Mille Miglia su una 750 Stanguellini; Baravelli si ripete con un prestigioso successo nella Tobruk-Tripoli, mentre nella Mille Miglia del 1940 la Stanguellini domina in due classi, cogliendo la vittoria nelle categorie 750 e 1100. Questi risultati contribuiscono alla crescita del marchio, la cui fama comincia ad estendersi anche oltre i confini nazionali. 

La Stanguellini 1100 che prese parte alla Mille Miglia del 1940
La Stanguellini 1100 che prese parte alla Mille Miglia del 1940 (source: facebook.com Museo Stanguellini)

Gli anni d’oro nel dopoguerra

Il secondo conflitto mondiale porta a una fase di stallo, in cui l’attività della ditta modenese è estremamente limitata; dopo la fine della guerra, da cui fortunatamente escono indenni sia il patrimonio di vetture che le officine, riprendono la produzione e la partecipazione alle competizioni. In quegli anni, sotto la supervisione di Vittorio, ma anche grazie alle preziose competenze del capo meccanico Renato Cornia e alla direzione sportiva di Dante Guardasoni, sboccia definitivamente la Stanguellini. In particolare, il 1947 è un anno da ricordare: nella neonata categoria Sport, sono frequenti le affermazioni delle auto Stanguellini, che spesso e volentieri battono anche vetture di cilindrata superiore; sul Circuito di Pescara, Nando Righetti su una Stanguellini 1100 prevale sulla Ferrari 125S di Cortese, al debutto del Cavallino nelle competizioni. La storia della piccola casa modenese che lotta contro auto più potenti e blasonate accende la passione degli italiani, e la Stanguellini diventa rapidamente uno dei marchi preferiti dal pubblico.

Le vetture modenesi vanno incontro, sul finire degli anni Quaranta, a un’importante evoluzione tecnica, che culmina con l’introduzione di un nuovo motore 750 bialbero: interamente di costruzione Stanguellini, viene montato per la prima volta nel 1950, diventando in poco tempo il cavallo di battaglia della casa. Questo nuovo propulsore aiuta la Stanguellini a rafforzare la propria nomea anche a livello internazionale: le vetture 750 Sport Internazionale e 750 Corsa dominano, imponendosi più volte nel Campionato Nazionale di categoria; sono numerosi i successi anche al di fuori dei confini italiani, con il più rimarchevole che arriva nella 12 Ore di Sebring del 1957. 

La Stanguellini 750 Sport Internazionale
La Stanguellini 750 Sport Internazionale (source: facebook.com Museo Stanguellini)

Il “papà” delle Junior

Un altro importante capitolo della storia della casa modenese è quello che riguarda il campionato di Formula Junior. La prima monoposto prodotta è la Junior 1100, il cui sviluppo è fortemente favorito dal coinvolgimento della leggenda dell’automobilismo Juan Manuel Fangio, grande amico della famiglia Stanguellini, nonché regolare frequentatore dell’officina. Le auto modenesi dominano il campionato in lungo e in largo a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, ottenendo un centinaio di vittorie. Tra i nomi che in questo periodo salgono sulle Formula Junior Stanguellini compaiono quelli di Lorenzo Bandini, Jo Siffert e Wolfgang Von Trips. Grazie ai successi ottenuti dalla casa modenese in questa categoria Vittorio Stanguellini passa alla storia come il “papà” delle Junior.

Altra missione perseguita da Stanguellini è quella dei record di velocità: Pietro Campanella e Angelo Poggio portano negli anni Cinquanta la vettura da record “Nibbio”, motorizzata Guzzi, presso l’officina modenese per farla perfezionare; otterranno poi ben 24 primati. Non solo: la Colibrì, con telaio Stanguellini e propulsore Guzzi, ottiene nel 1963 sei record mondiali sull’anello di Monza. 

Due Stanguellini Formula Junior, col muso accorciato, sulla griglia di partenza in occasione del GP di Monaco del 1960
Due Stanguellini Formula Junior, col muso accorciato, sulla griglia di partenza in occasione del GP di Monaco del 1960 (source: facebook.com Museo Stanguellini)

L’eredità di Vittorio

Le ultime vetture da competizione Stanguellini sono la Junior Delfino e una monoposto da Formula 3; tuttavia, le limitazioni imposte sui motori italiani in quegli anni non consentono alla casa modenese di competere con i diffusi propulsori Anglia. Per questo motivo, la Stanguellini si ritira dalle competizioni nel 1965; il sogno nel cassetto mai realizzato da Vittorio rimane una monoposto da Formula 1, disegnata nel 1961, che però non ha mai visto la luce.

Vittorio Stanguellini muore nel 1981, ma il suo ricordo è ancora vivo: l’officina di restauro di auto storiche, ancora attiva, ma soprattutto il Museo Stanguellini, custodiscono la preziosa testimonianza di un’eccellenza automobilistica della Motor Valley, il cui spirito è racchiuso in questo vetture.

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