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Dell’Aquila e il Leone S3 #19 – “Roma è bella” dice il re

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Tra le varie citazioni musicali alla capitale che potevano dare il titolo al nuovo episodio “Dell’Aquila e il Leone”, quella del rapper Quentin40 è di certo la più calzante per questa Effe che parla americano si gode lo strapotere di Freeman sotto canestro. 

Nel successo su Cividale che certifica matematicamente la partecipazione di Bologna alle Final Four romane di Coppa Italia, il numero 33 biancoblu vince la sfida a colpi di punti “contro” Aradori firmando inoltre il suo season high. Il referto al termine dei 40′ dice 25 per lui, cifra non solo confortante ma esaltante pensando anche all’interpretazione del ruolo difensivo. 

Il miglior “Deshawn show” visto al Paladozza per ora unito ai fuochi d’artificio del Cagnaccio e l’Aquila vola sempre più in alto cerchiando di rosso il weekend del 17-18 febbraio quando a Roma si scenderà in campo per un trofeo forse non preventivato ad inizio stagione ma da non lasciarsi sfuggire proprio adesso. 

L’epilogo della stagione regolare a Verona deciderà se si ripartirà da primi o secondi della classe, non di primaria importanza a Febbraio sebbene chiudere in testa rappresenterebbe una bella soddisfazione e, sempre rimanendo focalizzati sulla coppa, lancerebbe il guanto di sfida a Trapani direttamente (ed ipoteticamente) in finale. Un confronto che con il suo l’avvicinarsi si fa sempre più interessante; incuriosisce immaginarsi chi riuscirà ad imporsi al ferro tra lo stesso Freeman e Horton, chi tra Imbrò e Aradori farà prevalere la propria esperienza e, ancora, chi riuscirà ad imbrigliare meglio gli avversari tra Caja e Parente. 

Domande che tra poche settimane potrebbero trovare un primo riscontro all’ombra del cupolone mentre la fase ad orologio avrà già preso il via da una settimana. 

Esattamente, perché prima del fine settimana romano, comincia la seconda parte del campionato, sostanzialmente un altro campionato che mantiene i punti pregressi ma permette di giocare in casa le partite con chi si precede in classifica. Chi è primo, ça va sans dire, ha gli scontri diretti in casa e se la casa si chiama Paladozza e non ci vince quasi mai nessuno tutto si presente come più agevole. 

Cosa mai potrebbe quindi minare questa situazione di euforia biancoblu? Come ogni narrazione che si rispetti, qualche segnale di pericolo all’orizzonte c’è sempre. Nel caso della Fortitudo è sempre lo stesso. Chiunque ha già capito benissimo: la panchina. Spiace sottolinearlo per l’ennesima volta ma se il problema persiste significa che non è stato sistemato. Fino a che ti confronti contro Cividale, con il massimo rispetto verso la squadra di Pillastrini, bastano la superstar a stelle e strisce e l’ex capitano della Nazionale ma quando arriveranno altri avversari, magari pure ulteriormente rafforzati dal mercato, la missione si complica di parecchio. 

Cinque punti su 90 arrivati dalle sostituzioni (tutti da Panni per di più) suggeriscono di doversi guardare intorno, non è più ottobre e nemmeno novembre. I piccoli segnali positivi intravisti qualche settimana fa non hanno avuto il seguito sperato, nemmeno sul +20 in casa, nelle migliori condizioni ambientali possibili. 

Farsi scivolare dalle mani degli obiettivi così meritatamente raggiunti a causa di una panchina che si dimostra tre gradini sotto i titolarissimi è un rischio troppo alto per l’attuale capolista. E’ necessario agire prima che la sfortuna, fino a questo momento lontana dalla Flats Service, si metta di traverso.

Se qualcosa sarà fatto, gli innesti possibili sono due tra cui per forza un pivot, Roma potrebbe essere ancora più bella tingendo il suo lato cestistico di biancoblu in salsa bolognese

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