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Dell’Aquila e il Leone S3 #8 – La pazienza ha un limite

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Questa volta coach Caja ha fatto nomi e cognomi. Sì, perché nell’entusiasmo generale dell’ottava vittoria stagionale che proietta sempre più in vetta la Effe, durante la conferenza stampa post partita l’allenatore si sofferma in maniera decisamente diretta su ciò che ancora limita il roster biancoblu.

Come chiacchierato da tutti, fa riferimento alla propria panchina. Citando quasi letteralmente le sue parole: “Come abbiamo un quintetto di altissimo livello, parte della squadra non è all’altezza, non sta meritando di far parte di questa Fortitudo“.

Prima di citare Conti e Morgillo, sentenzia anche: “La mia pazienza ha un limite, poi parlerò con la società e si faranno delle scelte“. Una bocciatura completa, prima intuita sul parquet e poi confermata a parole mettendo di fatto i due alle strette, anzi strettissime.

Anche contro Cento, la loro prestazione  risulta parecchio sotto media rispetto ai compagni. Conti, lanciato in quintetto per coprire l’assenza di Aradori, stecca l’approccio giocandosi la possibilità di rifarsi nel secondo tempo. Morgillo è sempre troppo irruento andando a limitarsi da solo causa falli evitabili collezionando appena 9 minuti in campo. Insomma, un’altra prova insufficiente che questa volta non gode più della protezione di coach Caja, il quale non manca di sottolinearlo pubblicamente. A questo punto il loro futuro in biancoblu è appeso ad un filo sottilissimo che già questa sera a Udine potrebbe spezzarsi definitivamente. 

Non si tratta proprio del test più agevole come esame da dentro o fuori, ma è proprio in queste sfide di cartello che la Fortitudo deve poter contare su un roster completo e profondo per giocare ad armi pari senza spremere all’inverosimile il talento degli americani, di Fantinelli, di Bolpin e di Aradori (se sarà presente a referto). Questi due sono avvisati, sugli altri ancora pare esserci maggiore tolleranza, visto anche il miglior apporto dato alla causa biancoblu sebbene il divario con gli uomini da prima linea sia nettissimo.

Discorso a parte merita Giordano. Il playmaker classe 2003 non ha ancora collezionato minuti in stagione, per cui è necessario affidarsi solo all’occhio esperto di Caja e del suo staff per trarre la più ovvia delle conclusioni: il ragazzo non è pronto. Come ha ribadito lo stesso Coach: “Se non gioca ci sarà un motivo“, aggiungendo però anche un plauso alla sua dedizione verso il lavoro quotidiano e l’applicazione in allenamento, specialmente nel marcare capitan Fantinelli. La pazienza con lui potrebbe essere maggiore. 

Altro discorso a parte va fatto per Taflaj. Ancora mai convocato, contro la Benedetto XIV per esigenza esordisce e stupisce, o, almeno, non sfigura. Essendo forse così basse le aspettative verso i rincalzi biancoblu, i primi punti del cestista albanese fanno rumore. Del suo approccio stupisce la spregiudicatezza con cui prende il pallone e tira, con una buona mira, senza paura. Per lui quindi si potrebbe aprire uno scenario nuovo, come giocatore da rotazione. Opportunità destinata a chiudersi per i sopracitati sul banco degli imputati.

Questa sera l’ultima chance per loro? Stando sempre alle parole del coach biancoblu, si direbbe di no sebbene sia consapevole che contro Udine non si vince solo in 5. Passi oggi che è ancora il 15 di novembre, ma una sfida del genere giocata a maggio avrà necessariamente bisogno di una Fortitudo decisamente più profonda ed interscambiabile. 

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