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Fortitudo, segnali incoraggianti in vista della sfida con Milano. L’editoriale del lunedì

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Nella pallacanestro, nello sport in generale, non esistono belle sconfitte. Però quella del anticipo del venerdì sera della Fortitudo Bologna, al PalaPentassuglia di Brindisi per 105-93, potrebbe essere catalogata come tale. C’è modo e modo di perdere. Sicuramente la Kigili contro la Happy Casa ha lottato con tutte le proprie forze per 40′. Nonostante le assenze (Matteo Fantinelli, Gabriele Procida, Stefano Mancinelli e Geoffrey Groselle), i ragazzi di Antimo Martino si sono battuti. Il tecnico molisano, come anticipato in fase di preparazione della gara, ha fatto di necessità virtù. Brindisi è una squadra con potenziale e obiettivi di un altro pianeta rispetto alla Fortitudo e per questo quello che si è visto venerdì sera non è certo tutto da buttare. 

Antimo Martino nel post-partita ha evidenziato come 105 punti siano (giustamente) troppi da subire. A questo livello si pagano, ma va detto che non tutti i weekend si troverà di fronte una Brindisi da 16/25 da tre. La Fortitudo ha prodotto molto in attacco (93 punti in trasferta contro una delle squadre più organizzate del campionato…) e avendo lasciato poi per strada 12 tiri liberi che se fossero andati a segno, probabilmente, avremmo parlato di un’altra partita. La ha Effe ha prodotto tanto a livello offensivo anche grazie all’inserimento nelle rotazioni del nuovo playmaker, Jabril Durham. Finalmente un playmaker! Il nuovo numero 7 dell’Aquila – con un solo allenamento alle spalle – ha dimostrato di avere tutte le potenzialità per fare bene. A Brindisi è stato un fuoco di paglia? L’attitudine a sfornare assist (8) la si ha o non la si ha. Lui ha dimostrato di averla e questa capacità non si disimpara. Con gli allenamenti, i dettami del coach invece capirà quali saranno le regole difensive della Fortitudo e quelle lacune sugli esterni avversari che sono emersi venerdì. 

A Brindisi sono mancati un po’ gli altri esterni. Jon Axel Gudmunsson, dopo i bagordi della partita con Pesaro, è tornato sul pianeta terra. Malachi Richardson non è stato mai pericoloso e lo stesso Tommaso Baldasso deve ritrovare il suo solito livello. 

In attesa dei rientri degli infortuni/influenzati, la Fortitudo ha una bella settimana per preparare la sfida interna con l’Olimpia Milano. Impegno veramente proibitivo, ma se l’attitudine, la volontà di giocare di squadra della Kigili rimane questa, si potrebbe – sfruttando le fatiche europee dei meneghini – sperare nell’impresa, riuscita dai biancoblu di Martino due stagioni fa. 

Non è tutto oro ciò che luccica, non è tutto da buttare dalla trasferta di Brindisi. Però sicuramente c’è un’identità in questa Fortitudo. C’è un Robin Benzing sempre più leader, un Pietro Aradori scorer ritrovato, un Leonardo Totè in costante ed enorme crescita ed un Brandon Ashley che sta iniziando a capire come funziona il basket italiano. 

Questa Fortitudo si può togliere delle soddisfazioni, deve continuare a lavorare senza troppe pressioni esterne (poco contemplate in questo ambiente) e lottare come nel è suo DNA. 

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