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Le FanteStorie – On The Road Again – 10 Marzo

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ON THE ROAD AGAIN

Ore 5.45, con leggero ritardo Paolo arriva e prende il sacchetto con le quattro mortadelle da un chilo. Usciamo. È ancora buio, piove, e lui ha parcheggiato l’Ulisse davanti all’ingresso. Apre la portiera per farmi salire e una musica assurda schizza fuori a tutto volume.
“Saranno contenti i vicini…”
Penso ma non parlo. Non lo faccio mai quando ci mettiamo in strada per andare a Torino. Il cambio d’auto lo facciamo in zona Arcoveggio/Corticella. Gabriele stasera gioca a calcio con gli amici e se dovessimo tardare non dovrà girare il mondo e verrà qui diretto.
Salgo sul Volvo, dietro, così posso isolarmi, ascoltare i loro discorsi senza essere costretto a intervenire.
Radio accesa, RDS presente ma non invadente. Ascolto la radio, ascolto loro, penso a cose leggere.
“L’Inter ha preso tre pappine anche ieri a Londra. Mr. Bean Stramaccioni a fine partita si è arrampicato sugli specchi e aveva il naso rosso. Per il freddo? O perchè ubriacato dal gioco avversario?”
Su RDS passano un vecchio brano dei Simple Minds. Alive and kicking…vivo e vegeto…io nonostante tutto lo sono, l’Inter un po’ meno. Mi scappa un sorriso. Fuori continua a piovere.
“Tempo di merda…”
Sosta colazione verso Modena. Di solito prendo solo il caffè ma mi è rimasta addosso ancora un po’ di smania parigina per i croissant e così ne prendo uno. Cazzata enorme, fa cagare. Ne mangio metà e poi mi rifiuto di continuare. Si riparte. Piove. Paolo legge il giornale. Gabri sbircia mentre guida. Si mettono a parlare di politica. Questo è così, l’altro è cosà.
“Ossignur, per favore no, vi prego.”
È sempre un pensiero senza voce. Mi estraneo ulteriormente navigando nei miei meandri leggeri.
“L’Inter sotto pressione, Moratti incazzato come una biscia, Mr. Bean travolto dai suoi errori di gioventù. Se stasera il Milan vince a Genova (poi è successo n.d.r.) ai cari nerazzurri scoppia la bile e il Bologna domenica sera scenderà a San Siro bello sereno, e…”

Riapro gli occhi. Devo essere svenuto per un po’. Il giornale di Paolo non fruscia più. Però piove ancora. Che palle.
A Torino c’è più casino del solito. Davanti alle Molinette auto in doppia e tripla fila. Siamo arrivati presto. Paolo porta le mortadelle. Il croissant mi brucia nello stomaco.
“Ma che cazzo ci mettono dentro?”
Mi fanno entrare subito ma i “ragazzi” non ci sono ancora. Accetto di farmi visitare dai tre giovani virgulti della neurologia. Lei è anche una discreta gnocca, ma oggi la trovo un po’ sciupatella. Il biondino sembra un tedeschello sciapo e non parla. Mai sentita la sua voce. Il tondo barbuto fa tutti i suoi conticini per bene e poi sentenzia che sono stabile.
“Sarò anche stabile, ma non muovo più le braccia. Non sarà un concetto di stabilità un po’ del cazzo?”
Sono sempre pensieri tra me è me, con tutto il rispetto ovviamente. Finalmente arrivano Andrea e Cristina. Lui lo mando da Paolo a prendere le mortadelle. Lei è sempre una gnocca notevole, particolare, ma notevole. Arriva anche Beppe. C’è una mortadella anche per lui. La quarta è per il grande Prof che ovviamente è a qualche congresso non so dove.
Andrea mi racconta che purtroppo non ci sono novità. Qualche studio in corso ma niente di concreto. Lui è la bocca della verità, niente illusioni, niente viaggi mentali. Si parla anche di Melazzini. Lui come sempre è diplomatico.
“Ha fatto cose buone e altre molto meno buone.”
Io sono meno flessibile, per me Melazzini è una brutta persona e basta, ma Andrea sa già come la penso e non c’è bisogno che glielo dica.
Saluti, baci, abbracci, e poi si torna. On the road again. Continua a piovere, sembra che non voglia più smettere. Ne ho le palle piene. Ma tutto sommato che mi importa? Dovrei avere pensieri angoscianti, di quelli che ti tolgono il fiato e ti fanno vibrare la pelle togliendoti il sonno. Ma in fondo non è meglio sognare un Bologna che espugna San Siro e fa saltare i nervi a Moratti e la panca a Mr. Bean?

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