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100 volte Diego Perez – 26 Gen

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Arrivato in rossoblu grazie all’amicizia che lo legava a Di Vaio, nella splendida sezione di mercato fatta da Longo e Porcedda, Diego Perez, detto “el Ruso” veniva a formare una coppia di centrocampo, assieme a Mudingayi, che avrebbe fatto vedere i sorci verdi e venire le caviglie livide a più di un avversario. Perez in quell’anno (2010) preferì Bologna a Palermo, dove Zamparini cercò fino all’ultimo di portarlo, anche perchè il parco giocatori era ricco di uruguayani (Ramirez, Britos e Gimenez). La prima stagione in rossoblu fu davvero buona, nonostante avesse saltato parte della preparazione per via del Mondiale, finito dalla sua nazionale, di cui era capitano, al quarto posto.

In questa stagione, ci furono quei problemi societari che portarono all’arrivo dell’attuale dirigenza e che videro Diego Perez (ma non solo) tra i “senatori” che si presero cura dei più giovani, aiutandoli non solo a restare concentrati, ma anche sostenendoli economicamente nel momento in cui gli stipendi non arrivavano più. Grande grinta, grande orgoglio, grande impegno e grande cuore, sono gli elementi che lo hanno reso così amato non solo dal pubblico di Bologna, ma dall’intero Uruguay. Tanto per farvi due risate e per capire cosa vuol dire Diego Perez in Uruguay, vi consiglio di visitare questo sito: http://www.rusoperez.com/ che narra le vicende (irreali) di Diego.

Anche la stagione successiva vide un Perez in grande forma, nonostante per il secondo anno consecutivo, il giocatore praticamente non fece vacanze e contemporaneamente non fece neppure l’intera preparazione, portandolo quindi ad un inizio campionato non brillante. Era il 2011 e l’Uruguay vinceva la sua 15° Copa America, diventando il paese con più vittorie in assoluto, e battendo l’Argentina, padrone di casa, seconda squadra con più vittorie (14) e storica rivale della Celeste, proprio grazie ad un gol di Diego (che nella partita fu anche espulso).

Gli anni successivi (compresa la stagione in corso), sono un po’ a corrente alternata, senza Gaby al suo fianco Diego perde un po’ di lucidità, dovendo provvedere spesso al lavoro dell’interdittore da solo, ed alterna, inutile negarlo, partite di grande qualità e quantità, a partite in cui appare solo il ricordo del giocatore arrivato nell’era Porcedda. L’età avanza per tutti, ed il centrocampo (ma potremmo allargarle il discorso all’intera rosa) non è più quello del 2010, ma viste le prestazioni risfoderate ultimamente (anche solo quella col Napoli) Diego non ha ancora finito di dare il suo fondamentale apporto al Bologna. In questa stagione poi, lasciato libero ed accostato ormai al Verona, torna da noi, dopo la cessione di Taider, per cercare di salvare il salvabile in un campagna ascquisti davvero deludente e nonostante il suo mancato rinnovo, il suo ritorno non viene visto in maniera troppo negativa. Per quanto espresso nelle stagioni precedenti, “el Ruso” è ancora apprezzato, sebbene forse le cose non sia più come prima, nè forse potrebbero esserlo dopo che per qualcuno solo il restare senza senza ingaggio l’anno del Mondiale abbia fatto accettare a Diego il ritorno a Bologna. Lui dice che non è così. E noi, o almeno io, voglio credergli. In un campionato che non ha più bandiere, di certo non mi sogno di dire che lo sia Diego Perez per il Bologna, ma se non è una bandiera, è quanto meno l’uomo che ancora una volta può essere il nostro lottatore al centro del campo, l’uomo che può aiutare la nostra difesa a subire meno di quanto siamo ormai abituati quest’anno, e quindi può ricoprire un ruolo fondamentale per raggiungere la salvezza che tutti quanti noi speriamo di ottenere, ancora una volta.

Ecco perchè oggi, come ci ricordano gli amici di Oltre il Novantesimo, festeggiamo le 100 partite di Diego Perez in rossoblu, sperando che Diego possa essere ancora una volta, protagonista positivo della nostra squadra, così come quando arrivò per la prima volta in rossoblu.

 

Per leggere la scheda che Alessio Zanini ha a suo tempo preparato su Diego Perez, cliccate qui.

 

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