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Bologna

E’ tutta una questione di torti e favori – 30 apr

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Sabato sera, la metà calcistica antijuventina gridava allo scandalo: il secondo giallo non dato a Pjanic ha avuto un peso specifico notevole su una partita che la squadra di Max Allegri, pur giocando male, è riuscito a portarsi a casa (qui sta la vera forza della Vecchia Signora).

Ieri, dal Dall’Ara, tutto tace. Al Bologna, che tanto fatica e sgomita contro le big per portarsi a casa almeno la miseria di un punto, viene annullato un gol molto dubbio per un fallo di mano di Palacio, giudicato irregolare da Giacomelli. Galeotta non fu, invece, la mano di Koulibaly: eppure si è data un’interpretazione diversa per lo stesso caso. 

Il calcio è, in fin dei conti, un gioco: torti e favori arbitrali ci saranno sempre, e probabilmente è giusto così (di che parlerebbero tutte quelle trasmissioni televisive altrimenti).

Il problema è un altro: due pesi e due misure, assegnati a errori e a partite che, in teoria, in un calcio sano sotto il punto di vista mediatico, dovrebbero avere la stessa importanza.

E Donadoni, che ultimamente inizia a diventare parecchio nervoso nei confronti della classe arbitrale, non può che notare come, da anni, forse da decenni, la disparità di trattamento riservata alle piccole realtà calcistiche (in termini di obiettivi e speranze) rispetto ai top club sia un qualcosa di assolutamente indecente.

Ripeto: il Calcio, che è uno sport giocato da essere umani e arbitrato da essere umani, avrà sempre quella piccola percentuale di errore, frutto dell’Uomo. Così non fosse staremmo giocando a un videogioco, dove il PC ha il pieno controllo del sistema.

Ciò che però da fastidio, in questo mondo di torti e di urla, è il diverso trattamento riservato alle squadre: perché ci sarà sempre un Bologna che lotterà per qualche punto in più e si troverà di fronte un Milan che spera di andare in Europa, ma da qui a tacere, su praticamente tutti i media nazionali, mi pare tanto.

Rispetto: semplicemente questo per chi, come tutti, tifa. Con difficoltà, con poche gioie e molti dolori, ma che è uguale a chiunque altro.

Iniziamo davvero ad uniformarci, e a non vedere soltanto ciò che ci pare.

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