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Il Bologna non vince più, al Bentegodi finisce 2-1

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crediti immagine: bolognafc.it


Si gioca a Verona, per il Bologna, una importantissima 23esima giornata (anche se nel conteggio manca il match casalingo contro l’Inter); fioccano le assenze anche all’ultimo minuto: De Silvestri positivo e non convocato, Skov Olsen nemmeno in panchina, in rotta con la società, con le valigie, probabilmente già passate dal check in. Di contro Arnautovic inizia a conoscere il rigore della panchina e del volere di Mihajlovic. Davanti un trio nuovo di zecca, Orsolini e Sansone, assistiti da Soriano, chiamato ad una partita di sostanza e riscatto.

 
Grandissima intensità nel primo quarto d’ora, ma di grande equilibrio: lo scontro è nella terra di mezzo, nè per l’Europa, nè per la salvezza. Si gioca per lo spettacolo e per i pochissimi contingentati spettatori. Poi al 14esimo, in un sentito rinvio, il Bologna confeziona un’autentica perla: Skorupski, Orsolini aereo, Svanberg, Soriano in lob e ancora Orsolini al volo, piazza la palla dietro a Montipò. 1-0 e palla al centro.
Intanto la spalla sofferente di Nicolas Dominguez incontra il terreno freddo del Bentegodi in maniera innaturale: da quel momento l’argentino giocherà con il braccio inerte lungo il fianco, stringendo i denti.
Al 22′ grossa indecisione della difesa, con un passaggio indietro che mette in seria difficoltà Skorupski che, con grande eleganza libera di piede, nonostante la pressione di Simeone. Lo stesso Simeone non arriva per un amen su una palla solo da buttare dentro.
Più gialloblù che rossoblù, fino al 38esimo dove l’Hellas pareggia, con un tacco perfido di Caprari e, forse, un’indecisione di Skorupski sul suo palo. 1-1, risultato giusto per quanto visto finora. Giallo anche per Binks alla fine del recupero previsto da Gariglio, che ferma Ilic lanciato a rete..
Duplice fischio e riposo, necessario per tutti e 22 in campo. Il secondo tempo si riapre con lo stesso sottofondo musicale: più Verona che Bologna. Giallo per Sansone, che evidenzia tutta la difficoltà del centrocampo bolognese. Al 54esimo girata al volo di Svanberg al limite, che tenta la stessa sorte di Orsolini del primo tempo, ma Montipò non si lascia ingannare.
Intanto Arnautović esce dal portafoglio della panchina e inizia a scaldarsi. Entrano Lasagna e Tameze, escono Veloso e Simeone, che fino a quel momento aveva litigato con il goal, perdendo la sua personale gara al 63esimo, mentre il Bologna fa uscire l’ormai sofferente perenne Dominguez e Theate, facendo entrare Vignato e Annan, garantendo la continuità della super linea verde.
Al 72esimo anche Hickey finisce sul taccuino dell’arbitro, più per la stanchezza che per un gesto cattivo nei confronti dell’avversario. Intanto Svanberg canta e porta la croce in attacco e a centrocampo, ma predica da solo: calati, e molto, alla distanza, Orsolini e Sansone. E sarà proprio l’Orso che torna nella tana, lasciando spazio in campo ad Arnautovic.
 
Ma è Kalinic all’84’, entrato al 74esimo, a siglare il il gol del vantaggio, su classica azione di contropiede, dove l’attaccante croato, solo, schiaccia il pallone e insacca uno Skorupski questa volta incolpevole. E nonostante un forcing finale da far west, il fortino gialloblù non cade e Tudor porta a casa un’altra meritatissima vittoria. Poche certezze in casa Bologna: la speranza che più di una risposta arrivi dal mercato.

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