Seguici su

Bologna

Ora tocca a Donadoni risollevare il Bologna. Che esordio per lui contro l’Atalanta! – 28 ott

Pubblicato

il


Alla fine la dirigenza rossoblu ha deciso di esonerare Delio Rossi. Fatale per il tecnico della promozione in A la sconfitta con l’Inter, arrivata in superiorità numerica e che ha evidenziato una mancanza di idee e di feeling che hanno convinto il Bologna che non era più possibile aspettare. Al suo posto arriva Roberto Donadoni, ultima esperienza a Parma, non molto felice visto come è andata a finire. Eppure da quella vicenda il tecnico è uscito a testa altissima, e ora ha una nuova importante chance. Esordirà contro l’Atalanta, per ironia della sorte, proprio lui che è di Cisano Bergamasco, proprio lui che con l’Atalanta ha giocato prima con le giovanili e poi con la prima squadra dal 1982 al 1986. Fu quell’esperienza a fare da trampolino alla carriera di Donadoni, che poi fu ingaggiato dal Milan, società nella quale giocò 10 anni, fino al 1996. Altra curiosità: domenica sfiderà Reja, al quale subentrò a Napoli. De Laurentiis nel 2009 scelse proprio Donadoni per sostituire l’esonerato Reja, poi la stagione seguente lo sollevò dall’incarico prendendo al suo posto Walter Mazzarri. Donadoni ha un legame particolare con i suoi esordi, se con il Bologna esordirà con l’Atalanta, con il Napoli esordì con il Milan.


CARRIERA DA ALLENATORE – Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, al termine di una carriera durata quasi vent’anni e che lo ha visto protagonista nel Milan di Sacchi e Capello (6 gli Scudetti conquistati, a cui vanno aggiunte 3 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali), Donadoni vive la sua prima stagione da capo allenatore a Lecco nel 2001/2002. Ottiene il decimo posto nell’allora C1, meritandosi la chiamata del Livorno in serie cadetta. In Toscana tornerà due volte, la seconda dopo la parentesi negativa al Genoa del vulcanico Preziosi, che lo esonera dopo tre sconfitte. In entrambi i casi, sulla panchina labronica sostituisce una bandiera del Bologna, Franco Colomba. La seconda esperienza livornese è la prima in Serie A per Donadoni, una stagione chiusa con un sorprendente nono posto finale grazie ai gol di Protti e Lucarelli e alle parate di Marco Amelia. Difficile ripetersi, eppure è quello che succede la stagione successiva: nella Serie A 2005-2006 il Livorno si piazza ancora al nono posto (diventerà sesto dopo Calciopoli) ma nelle ultime giornate in panchina siederà Carletto Mazzone: Donadoni si è dimesso con la squadra addirittura al 5° posto, destando così tanta impressione grazie al suo metodo di lavoro che è naturale che la Nazionale, fresca vincitrice dei Mondiali e con Marcello Lippi dimissionario, pensi di affidarsi a lui. Sarà un’esperienza negativa, rivalutata poi soltanto in seguito, e che rischia di segnarlo: agli Europei del 2008 gli azzurri sono bravi a superare il proprio girone, nonostante una brutta sconfitta patita contro l’Olanda, quando sconfiggono la Francia per 2 a 0. Al turno successivo vengono però eliminati ai rigori dalla Spagna e Donadoni viene sollevato dall’incarico: ciò che accadrà negli anni a venire, con l’Italia che esce rovinosamente al primo turno dei Mondiali del 2010 e la Spagna che vince tutto quel che c’è da vincere, rivaluterà come detto l’esperienza azzurra di Donadoni, spesso rimpianto come Commissario Tecnico e più volte in tempi recenti riavvicinato alla panchina della Nazionale. Il contraccolpo psicologico in seguito all’esonero è notevole anche per uno con le spalle larghe come Donadoni, che nelle esperienze di Napoli e Cagliari non riesce a ripartire come vorrebbe, trovandosi ancora a che fare con presidenti vulcanici come De Laurentiis e Cellino. Per ripartire ci vuole una piazza tranquilla, e Donadoni crede di trovarla a Parma: una prima stagione ottima, una seconda così così e una terza da urlo, il lancio di tanti giovani e un piazzamento in Europa League come fiore all’occhiello al termine della stagione 2013-2014, quella che vede intanto il Bologna precipitare in Serie B. In estate però vengono fuori problemi d’iscrizione per i ducali, che prima perdono l’Europa guadagnata sul campo e poi si ritrovano, dopo pochissime giornate, vittime di un fallimento annunciato. Nei mesi successivi, mentre il Parma passa di mano in mano senza che niente cambi, Donadoni si distingue per riuscire a mantenere la rotta offrendo sul campo prestazioni quasi sempre dignitose in una situazione grottesca dove tanti avrebbero mollato. Il Parma, inevitabilmente, retrocede e fallisce, mentre il tecnico resta a spasso nonostante le tante cose positive mostrate nelle quattro stagioni in giallo-blù. Adesso, finalmente, la possibilità di ripartire: tanti giovani come in passato, la differenza è che stavolta avrà alle spalle una società solida e non schizofrenica. Per fare bene ci sono tutti gli ingredienti.

Foto: tuttocalciatori.net

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *