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MotoGP | Jorge Martín, velocità naturale

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Maturato definitivamente in questa stagione, si è rivelato il pretendente un pretendente al titolo della MotoGP tosto e difficile da piegare; chiedere a Francesco Bagnaia per informazioni. Martín porta con sé una velocità pura assurda e una crescita tangibile negli ultimi anni. Pilota completo, che impara dai suoi errori e che con il prossimo step potrà portarsi a casa la corona delle due ruote.

Dalla Mahindra a Gresini

La sua prima occasione nel motomondiale arrivò con la Mahindra, squadra indiana. Nel 2015 al suo debutto nel motomondiale, classe Moto3, il suo compagno di squadra era Francesco Bagnaia. Rivale che avrebbe poi ritrovato più avanti in MotoGP, per la lotta al titolo. Il pilota madrileno ha impiegato una stagione per trovare il giusto feeling con la sua MGP3O e nel 2016 ottenne il suo primo podio con un secondo posto a Brno. L’anno successivo fu Gresini che decise di dargli una chance, mentre Jorge continuò la sua parabola ascendente. Si trovò subito a suo agio con la Honda NSF250R conquistando 3 podi nelle prime quattro gare e poi altrettanti 6 nel resto della stagione, oltre alla sua prima vittoria nel mondiale sul circuito di casa a Valencia. L’anno successivo divenne un pretendente al titolo della Moto3 e il suo avversario fino a fine stagione fu Marco Bezzecchi, anche lui poi ritrovato in MotoGP.

Durante quella stagione Martín si procurò una frattura al polso che avrebbe potuto compromettere il risultato finale. Eppure dopo l’intervento saltò solo il GP della Repubblica Ceca, tornando in Austria e ottenendo il terzo posto finale, ancora dolorante. Nel 2018 ottenne 11 pole position su 19 gare e 7 vittorie che gli valsero il titolo mondiale, il primo, vinto con insieme a Fausto che in lui ci aveva visto lungo. La moto di Jorge con cui Gresini ha vinto il titolo Moto3 è esposta oggi al museo dedicato al suo fondatore nel quartier generale della squadra.

Jorge Martín vince il titolo Moto3 a Sepang nel 2018 – credits to motogp.com 

Moto2 austriaca

Il passaggio in Moto2 fu una formalità e ad accoglierlo fu KTM con il Team Ajo. Il 2019 rappresentò una crescita costante e sul finale iniziarono ad arrivare i primi podi. L’anno successivo sempre con KTM Ajo ma su una Kalex, arrivarono anche le prime vittorie che convinsero Ducati a dargli una possibilità in MotoGP e lo accasarono poi al Team Pramac, al posto di Pecco, che si sarebbe vestito di rosso.

Ducati viola

Nel 2021 il passaggio nella classe regina e con la Desmosedici fu amore a prima vista. In Qatar, nella sua seconda gara Jorge conquistò la pole position e fece il suo primo podio con un terzo posto finale. Dovette saltare alcune gare, ma quando tornò la velocità era sempre lì. Quel talento unico che aveva sempre mostrato sul giro secco, si tramutò in costanza su uno dei suoi circuiti preferiti, a Spielberg. Nel Gran Premio di Stiria ottenne un’altra pole e conquistò la sua prima vittoria in MotoGp. Alla fine della stagione vinse il titolo di Rookie of The Year, primo passo verso la maturazione completa avvenuta nel 2023.

L’anno della consacrazione

Dopo un 2022 difficile con pochi podi e nessuna vittoria, Martín è partito carico per la nuova stagione, anche voglioso di riscattare il mancato passaggio nel Team ufficiale Ducati in favore di Bastianini. A Portimao subito un podio nella Sprint, gara congeniale alle sue caratteristiche. La prima vittoria stagionale infatti arrivò a Le Mans nella gara corta, ma era sulla lunga distanza che doveva sistemare qualcosa. La conferma arrivò in Germania; nel weekend del Sachsenring fece la sua prima doppietta tra Sprint e gara, un risultato che lo iniziò a lanciare in pieno verso una corsa disperata al titolo. Dopo Barcellona il punto di svolta: Bagnaia subì l’incidente che poi lo avrebbe rallentato nelle gare successive e Jorge ne approfittò per recuperare punti su punti. I due ex compagni di squadra, cresciuti insieme in Moto3 ora erano avversari per il trofeo grosso. A Mandalika con la vittoria della Sprint divenne leader della classifica mondiale, scalzando il campione in carica. Un vantaggio durato solo 24 ore, perché nella gara della domenica lo spagnolo ha commesso un errore che ha azzerato quanto fatto fino a quel momento. Dopodiché l’errore in Australia con la scelta della gomma e poi il problema avuto in Qatar, sono errori e sfortune che hanno pesato sul bilancio finale. A Valencia Martín ha lottato fino all’ultima possibilità, vincendo la Sprint, ma purtroppo le sue ambizioni sono finite nella ghiaia la giornata successiva.

Jorge Martín festeggia la vittoria nella Sprint di Mandalika, la prima volta in cui è diventato leader del mondiale MotoGP – credits to Red Bul Content Pool

Da quest’anno è ufficialmente un pretendente al titolo. Dovrà confermarsi sugli standard del 2023 se vorrà avere una speranza di raggiungere Pecco nel team Lenovo. Altrimenti ha già dichiarato che si guarderà attorno. È giusto che un top rider voglia anche un team ufficiale, senza nulla togliere a Pramac he gli ha dato tanto in questi anni.

Con la GP24 il 26enne madrileno avrà una seconda chance per dimostrare, soprattutto ora che ha imparato dagli errori commessi. 

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