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Motor Valley

Osaka Automesse, la fiera del tuning automobilistico

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Giulia Giacomelli


Le esibizioni fieristiche in tutto il mondo servono per comprendere come gira l’economia di un paese intorno ad un settore specifico. Quelle automotive o dedicate alle moto non esulano da questo compito. Anche da un evento in Giappone si possono cogliere molte diverse sfaccettature che ci aiutano a comprendere in primis la cultura di un popolo e come questo si relaziona ad una realtà comune a tutto il mondo. Dopo il Festival di Interlagos a San Paolo è arrivato il momento di scoprire Osaka Automesse, una delle fiere automobilistiche del Giappone.

Tokyo vs Osaka

Tra le fiere di settore più conosciute al mondo sicuramente spunterà il nome del Tokyo Autosaloon, il primo evento fieristico in Giappone per numeri, affluenza e importanza. Se però scaviamo più affondo nel mondo automotive possiamo incontrare realtà più specifiche, ma che attirano molti appassionati e operatori del settore. Osaka non è certo la capitale del paese nipponico, anzi si presenta come una città commerciale che si appoggia economicamente sulla sua area portuale e industriale. Questo aspetto potrebbe far pensare di trovare un pubblico definito in occasione di Osaka Automesse, ma forse la struttura della fiera e il fatto che si svolgesse in un periodo festivo per la nazione (dal 10 al 12 febbraio, giorno di festa nazionale, ndr) l’ha reso un evento aperto a tutti.

Corse e Tuning

La fiera di Osaka era molto stile BTC (Business to Costumer, ndr), ovvero con vendita diretta al cliente finale, piuttosto che vendita BTB (Business to Business, ndr). Molti erano gli stand che vendevano i loro prodotti, mentre altri si dedicano all’esposizione dei loro pezzi forti. Il complesso fieristico, l’Intex Osaka è molto contenuto rispetto ai nostri standard. Solo sei i padiglioni che accoglievano stand e spazi espostivi non giganteschi. In questo modo si consente al pubblico di poter girare la fiera in poco tempo oppure con la giusta calma potendosi godere anche un evento nell’arena musicale che avevano allestito, invitando alcuni gruppi e cantanti per intrattenere il pubblico. Nelle differenti hall si trovavano le case motoristiche più importanti del paese del sol levante, da Toyota a Subaru, passando per Nissan e Mazda. Ognuno con i propri modelli da strada e da corsa, ma la vera attrazione erano i modelli elaborati dai tuner più famosi al mondo, alcuni anche europei che sono capaci di prendere la base dei modelli più famosi di alcune case e trasformali completamente, rendendoli unici nel loro genere. Su tutti spiccavano Brabus e Mansory, aziende tedesche specializzate nel tuning di auto di lusso, tra cui anche Ferrari e Lamborghini.

Una Ferrari modificata dal famoso tuner tedesco Mansory – credits to Giulia Giacomelli

Motor Valley d’esportazione 

Non poteva mancare la nostra Motor Valley che attraverso i suoi marchi più famosi riesce ad arrivare anche agli estremi del mondo. Dai modelli Ferrari e Maserati con colorazioni e allestimenti particolari alle vetture della Casa del Toro in versioni preparate ad hoc e uniche al mondo. Il tuning è molto frequente in Giappone ed è normale che chi compra auto di lusso, come quelle appena citate, non si fermi alla versione standard, ma voglia personalizzarle il più possibili rendendole vere e proprie opere d’arte per gli occhi degli appassionati di motori. In esposizione abbiamo trovato anche la vettura con cui Takuma Sato ha vinto la 500 Miglia di Indianapolis nel 2020, ovviamente con telaio Dallara.

L’Indycar con telaio Dallar di Takuma Sato che ha conquistato la 500 Miglia di Indianapolis nel 2020 – credits to Giulia Giacomelli

Passione globale

I numeri dell’evento sono stati considerevoli: 211 mila persone nell’arco dei tre giorni, con una percentuale di pubblico pagante molto alta. Il Giappone può essere considerato un paese unico per la sua cultura nel mondo delle corse e dell’automotive. Molte case di grosso rilievo sono giapponesi e nel racing il paese nipponico ha sempre avuto un’impronta importante, sia nelle due che nelle quattro ruote. Nonostante rispetto a noi sia letteralmente un altro universo è stato veramente bellissimo fare esperienza di un modo diverso di concepire un evento motoristico, nel quale si respira aria di storia e cultura motoristica unica. Personalmente trovo sia meraviglioso vedere come la passione per il mondo dei motori sia uguale da un capo all’altro del globo terrestre, ma allo stesso tempo differente poiché influenzata dalle diverse culture che coesistono nella società moderna.

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