Tennis
Il film dei 1000 nordamericani: Shelton e Alcaraz trionfano, lo spagnolo punta al trono
Prima dello US Open, in programma la prossima settimana, sono andati in scena due chiacchierati Masters 1000 a Toronto e Cincinnati
La strada verso lo US Open è quasi finita, anche grazie alla conclusione di due dei Masters 1000 più controversi di sempre. Infatti, oltre alla diatriba sulla riforma dei tornei, passati a 10 giorni contro la volontà di molti giocatori, a Cincinnati se n’è aggiunta un’altra. Questa volta il protagonista è stato il clima, capace di causare 10 ritiri a gare in corso. Si potrà mai trovare una soluzione?
Toronto: Khachanov e Shelton promossi tra le assenze
In uno dei 1000 meno affascinanti a causa delle molteplici defezioni, Zverev e Fritz si sono presentati come i favoriti del tabellone. Ad ogni modo, raggiunte le semifinali senza barcollare troppo, l’americano ed il tedesco sono usciti assieme dal tabellone, contro Shelton e Khachanov. Ben, futuro vincitore del torneo, ha messo in mostra tutti i progressi, tennistici ed atletici, degli ultimi mesi, mentre per il russo il Canada ha portato una ventata d’aria fresca. A più di sei anni dal trionfo di Bercy, a Karen serviva un risultato per rilanciarsi soprattutto dal punto di vista mentale, e ci auguriamo che il livello messo in mostra durante la 10 giorni di Toronto possa essere confermato a lungo.
Cincinnati tra caldo, umidità e Alcaraz
Con il ritorno dei primi due giocatori del mondo e anche grazie al circolo completamente ricostruito, sul Masters di Cincinnati gravavano aspettative importanti. Invece, tra malori e un clima torrido, ci toccherà rimandare questa tappa del tour ancora una volta, dopo i problemi con i campi durante la passata stagione. E non solo per il pericolo che ha rappresentato per i migliori tennisti, che magari arriveranno allo US Open in forma tutt’altro che smagliante, ma anche per i litigi con le telecamere che, per molti spettatori, rendevano la pallina “invisibile”. Insomma, per la rassegna dell’Ohio il potenziale c’è tutto, ma vanno limati alcuni aspetti. Come, ad esempio, gli orari d’inizio dei match. Perché deve essere più importante la salute rispetto alla visibilità.
La caccia al numero uno
In questi due tornei, l’esercito azzurro ha portato diverse gioie, ma anche qualche dolore. Sono promossi a pieni voti Nardi e Cobolli, arrivato stanco in America ma protagonista di un gran Canada Open, oltre a Sonego e Musetti in doppio, capaci di sfiorare l’impresa in finale contro gli specialisti Ram e Mektic. In doppio, dicevamo, perché le loro campagne di singolo non hanno convinto appieno. Il numero due d’Italia ha vinto appena un match in due tornei e, complici le difficoltà di adattamento alla superficie, ha perso campo nel ranking ATP. Il torinese, invece, ha fatto il suo, vincendo i primi incontri di ciascuno dei due 1000, ma, specialmente a Toronto, l’idea è che quel Rublev si potesse battere.
Jannik Sinner (© Wimbledon official site)
Per Jannik Sinner, invece, si fa complessa la corsa allo US Open. Col recente successo di Alcaraz, infatti, per essere certo di allungare il proprio regno l’altoatesino è tenuto a vincere il torneo. Anche perché lo scorso anno Carlitos era uscito subito contro Van De Zandschulp, e l’impressione è che quest’anno non si ripeterà. Il vantaggio che lo spagnolo avrà in questi mesi finali di 2025, però, verrà bilanciato dall’avvio della prossima stagione. L’azzurro, in quel lasso di tempo, potrà mangiare tantissima terra di fronte al rivale, complici gli zero punti da difendere tra Australian Open e Roma.
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