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I trionfi della Virtus – diciottesima puntata – 1994: il dodicesimo scudetto

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Messina va in nazionale e c’è il ritorno di Bucci. Squadra in gran parte confermata. Viene aggiunto Savio, specialista nel tiro, e Levingston prende il posto di Wennington. L’americano dura però poco: un mal di schiena, sfociato poi in una lunga diatriba legale, ne provoca l’allontanamento. Arriva Russ Schoene, non un cambio testuale, ma un giocatore abituato a vincere. Alla fine della prima fase ancora sei punti di vantaggio, anche se le avversarie cambiano, questa volta al posto d’onore c’è Pesaro.

Nei quarti di playoff la Virtus si sbarazza di Treviso per 2-0 (ancora Sasha con il canestro decisivo in gara due); in semifinale molta più fatica, ma alla fine Verona viene sconfitta, anche se occorre ricorrere a gara tre. In finale c’è Pesaro di Myers. Bologna vince faticosamente gara uno. A Pesaro i padroni di casa pareggiano, ma la gara è caratterizzata dalla vicenda Coldebella-McCloud, nel tunnel a fine primo tempo: il playmaker della Buckler, da questa stagione in quintetto, va all’ospedale e prende due giornate, McCloud tre. La Virtus ha comunque la risorsa di un grande Brunamonti, vince gara tre, ma i marchigiani pareggiano ancora. Nella bella solo Myers risponde allo strapotere bianconero e gli scudetti della Virtus diventano dodici.

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