Fortitudo Bologna
Mercato Fortitudo – (Quasi) Tutti in carrozza
Il mercato Fortitudo entra nel vivo: squadra composta per otto decimi, mancano due lunghi per completare il pacchetto biancoblù

La stagione sembra finita l’altro ieri, ma la realtà è che, in un modo o nell’altro, l’annata 2025-2026 è più vicina di quanto sembri. A un mese dal raduno (che sarà il 5 agosto) e mentre mezza A2 si strappa i capelli come i fan di Vasco Rossi ai suoi concerti, la Fortitudo, senza squilli di tromba o tappeti rossi (come forse un anno fa) ha costruito per otto decimi la squadra che affronterà la prossima stagione. Che sì, pecca forse di nomi altisonanti o stranieri dal passato in NBA, ma, viene da dire, di Trapani se n’è vista una (insieme alla nuova campagna abbonamenti, dallo slogan “MAKE TRAPANI GREAT AGAIN”) e se si riesce a costruire una squadra competitiva senza dissanguare le proprie casseforti, beh, ben venga.
L’ultimo colpo di mercato della Fortitudo è Paulius Sorokas
Nell’ordine: Sarto, Benvenuti, Della Rosa, Anumba, Guaiana, il rinnovo di Fantinelli, Moore e Sorokas che, nonostante la notizia non sia ancora uscita, la firma l’ha già messa. Sorokas che ha un curriculum particolarmente italiano, viste le numerose squadre nelle quali si è visto bazzicare nella sua carriera, ultima di queste Scafati.
Lituano, solo per curiosità, fratello della campionessa della nazionale di volley Indre Sorokaite (che col matrimonio ha acquisito anche la nazionalità italiana, a differenza di Paulius), il trentaduenne andrà così a ricoprire lo slot libero di ala, forte anche dei suoi 203 centimetri. Cercato anche in passato da Caja, si tratta di cosiddetta ‘classe operaia‘, tanta, tanta legna, distante, sotto tanti aspetti, dalla classe sopraffina di gente che da ‘ste parti ci è passata, ma ciò che conta è che la palla entri e se lo fa da davanti, di lato o di traverso vale sempre 2 punti.

Paulius Sorokas (©LBA)
Gli ultimi due tasselli
Quindi ora sotto alla ricerca di questi benedetti lunghi, uno che vada a fare da compagno di reparto a Paulius, l’altro che vada a dare man forte a Benvenuti sotto al ferro. Tra i nomi dati in pole per l’arrivo in biancoblù c’è Valerio Mazzola, non di primo pelo (37) ma di grande esperienza in serie A, l’ultimo anno a Treviso ma con un passato triennale alla Reyer e 6 apparizioni con Italbasket.
Si nomina anche Simone Zanotti, più giovane, l’ultimo anno passato a Pesaro ma con annate anche a Torino, Napoli e Vanoli Cremona. 208 centimetri, viene da una stagione nelle Marche da 5.9 punti e 3.3 rimbalzi a gara. Corteggiato anche altrove, il trentatreenne torinese potrebbe risultare un’opzione particolarmente utile alla causa dell’Aquila, restando, comunque, nella famosa ‘classe operaia’ che tanto fa bene alla causa biancoblù, “rinfrescata“, con questo mercato estivo, dalla ruggine negli ingranaggi della passata stagione.
Una squadra per Caja
Definirla ruggine in realtà potrebbe essere una scorrettezza. La Fortitudo, alla fine, ha dimostrato contro Cantù di essere la vera squadra da battere, tenendo conto che si è trattata dell’unica formazione in grado di tenere testa a Cantù, entrata a pieno regime playoff (poi salita in LBA). A tutti sarebbe piaciuto un mercato di grandi nomi, colpi “alla Scafati“, per dire. Eppure, la suddetta “rinfrescata” potrebbe rivelarsi una carta non per forza vincente (troppo presto e pericoloso dirlo) ma ciò di cui la Fortitudo ha bisogno.
Dopo la, passate il termine, annata così così volta al termine un mese e mezzo fa, la società non solo ha portato un grande professionista sotto alle Due Torri (Flavio Portaluppi) ma ha anche lasciato fare a Caja, cosa che un anno fa, per motivi che si sanno, non era potuta accadere. E quando Caja la squadra se la fece, beh, sappiamo poi come andò.
Quindi sì, dati alla mano, in casa Fortitudo non è approdata una squadra alla pari dei Mostars di Space Jam, ma è anche vero che, sempre dati alla mano, la politica dell’anno passato non ha evidentemente pagato. Certo, le squadre forti normalmente non sono composte da giocatori forti, ma è anche vero che non tutti i giocatori sono fatti per gli stessi allenatori. Caja non solo ha lasciato una quantità di vedove a Bologna, al tempo dell’addio, pari a Vrindavan, ma è anche tornato e ha stra confermato la fiducia della quale godeva al tempo. E allora, magari, è possibile che la squadra che Caja vuole sia una squadra che Caja dimostrerà essere più di quanto le statistiche di mercato vogliano suggerire. Poi, ogni affermazione è nata per essere smentita, ma mollare io fidanzato solo per paura che lo faccia prima lui che senso ha?

Attilio Caja (©Fortitudo Bologna)
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