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Ecco i nuovi giocatori della Virtus Segafredo: le loro prime parole

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In anticipo rispetto alla presentazione della nuova Virtus Segafredo ai tifosi, si è svolta, nella palestra Porelli, una breve presentazione alla stampa dei nuovi arrivati in casa bianconera, in attesa del trasferimento a Sestola per il ritiro. Ecco, in rapida successione, le parole di ciascuno di loro:

Kevin Punter: Molto contento di essere arrivato a Bologna, felicissimo per aver trovato tanto sole. Le mie caratteristiche sono quelle della guardia tiratrice, anche se cerco di migliorare anche come point guard. Mi piace essere d’aiuto per i compagni e cerco di essere un leader per la squadra. Tra i nuovi compagni conosco già Taylor, perché newyorkese, e come avversario in Europa, dove lo scorso anno ho vinto e vorrei ripeterne la positività. A Bologna sono venuto invogliato dal fatto di voler cercare di raggiungere i playoff e vincere più partite possibili, ma a Bologna vengo anche con la speranza che rappresenti un gradino per la crescita della mia carriera. Infine, giocare nella Basketball Champions League è una grande esperienza, una bellissima emozione sia per i giocatori che per i tifosi.

Kelvin Martin: Ho deciso di rimanere in Italia perché questo campionato si adatta bene alle mie caratteristiche di gioco. Per me sarà indifferente giocare in quintetto o uscire dalla panchina, l’ho già fatto in passato, ma la cosa più importate è vincere. Venire da Cremona a Bologna può considerarsi un passo avanti sul piano della carriera, a Cremona stavo benissimo ma non potevo dire di no alla Virtus. Non ho ancora parlato col coach del mio ruolo, ma l’importante è che questa Virtus sia stata costruita da giocatori con caratteristiche diverse che possono integrarsi fra di loro, sarà interessante giocare in questa squadra, e per i suoi tifosi, molto efficaci fra l’altro nello scoraggiare gli avversari.

Dejan Kravic: Avendo un background europeo conoscevo già la Virtus, la sua storia, sapevo che Ginobili ha giocato qui, è stato semplice scegliere di venire a Bologna. Per la mia carriera questo è un passo in avanti, ho grandi aspettative per il nuovo campionato, sicuramente molto competitivo. Mi trovo a mio agio quando posso giocare in post contro avversari più piccoli, mentre contro i più grossi preferisco giocare fronte canestro; devo certamente migliorare ai liberi.

Tony Taylor: Sono rimasto molto colpito entrando nella palestra Porelli per la storia e i trofei vinti dalla Virtus, tanto che ho chiamato subito mia mamma per dirle che ero arrivato nel posto giusto per la mia carriera. Sono un giocatore che dà importanza sia alla fase offensiva che quella difensiva, sono un play che cerca di mettere in ritmo i compagni, so segnare ma sempre al servizio della squadra. Adoro giocare i momenti cruciali della partita, ho preso tante volte i tiri decisivi, ne ho sbagliato anche tanti ma mi piace misurarmi in questi momenti. Sulla carta siamo una squadra pronta e molto forte, ma bisognerà vedere sul campo cosa succederà. Conoscevo già Punter, ma credo che la squadra sia stata costruita al meglio per provare a vincere. La mia esperienza nella Basketball Champions League è stata positiva, la FIBA sta facendo un grande lavoro tanto che è stato possibile per la mia famiglia seguirmi direttamente da New York.

Amath M’Baye: La mia storia a Milano è stata leggermente diversa da quella che era stata a Brindisi, qui ora vorrei cercare di fare il meglio per me stesso ma soprattutto per la squadra, vorrei tornare maggiormente protagonista ma soprattutto per fare raggiungere alla squadra i migliori risultati. Conosco lo stile di gioco di sacripanti avendolo affrontato più volte e parlato con suoi ex giocatori. A prescindere da quello che sarà il mio ruolo penso di potermi adattare bene al suo gioco. L’obiettivo dovrà essere quello di vincere il più possibile, per riportare la Virtus al livello che merita. Ovviamente conoscevo la lunga tradizione virtussina, lo scorso anno sono rimasto molto colpito dal pubblico del Pala Dozza e vorrei fare di tutto per soddisfarne le aspettative.

Brian Qvale: Mi chiedete come si pronuncia il mio nome? “Quoli”. Conoscevi già la storia della Virtus, ma Marco Martelli mi ha aiutato a conoscerla meglio, mandandomi tanto da leggere sulla sua storia cestistica. Certamente conoscevo bene Sugar Ray Richardson, proveniente dal Montana come me, non personalmente, purtroppo, ma in Montana è un mito, cercherò di fare del mio meglio per non tradirne il ricordo. Cercherò di sfruttare la mia stazza fisica per aiutare la squadra, la mia caratteristica è proprio quella di voler aiutare i compagni e seguire il più possibile le direttive del coach con grande impegno. 

Poi, le conferme: Filippo Baldi Rossi, Matteo Berti, Alessandro Pajola e Pietro Aradori, con i quali si sono scambiate parole abbastanza di rito sul fatto di essere stati confermati, sullo stimolo di giocare nuovamente una coppa europea, sull’anno passato non pienamente soddisfacente e sulle speranze, le aspettative per l’immediato futuro, nell’attesa, fra l’altro, di decidere a chi verrà data la fascia di capitano.

In conclusione, due parole di Alberto Bucci, consacrato con l’aggiunta della sua fotografia tra i grandi della storia virtussina sulla parete della palestra: “È una soddisfazione immensa, qualcosa che dà senso a una vita sportiva, che quest’anno continuerà all’insegna della ricerca di risultati che potranno venire perché abbiamo preso ragazzi giovani ma di esperienza, che hanno fame di risultati e sicuramente grandi lavoratori”.

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