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Il fiore di Bologna

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“L’Italia rinasce con un fiore”, questo lo slogan della campagna vaccinale contro il covid-19, portato avanti con orgoglio lungo tutto lo Stivale. Un bocciolo che si schiude, simbolo di una ripartenza fortemente auspicata dopo mesi di buio pesto in tutto il mondo, compreso quello sportivo. Un settore colpito duramente quest’ultimo e che, solo con regole rigidissime e molteplici paletti, è potuto ripartire (seppure a stretto regime). L’esempio principe delle ultime settimane è, senza dubbio, uno degli appuntamenti estivi fissi della Bologna della palla a spicchi: il torneo dei Giardini Margherita. Un’edizione particolare quella 2021, dedicata a chi, di questo evento, è stato padre fondatore insieme a Simone Motola, facendosi carico di una tradizione ormai diventata eredità della città delle due Torri, partendo dal lontano 1984 fino ai giorni nostri: Walter Bussolari.

RADICI.

La storia è fatta di imprese, tradizioni, radici, tutti elementi necessari per far crescere il fiore della passione e imprimerne le avventure indelebilmente nei libri di storia. E Basket City di imprese negli ultimi anni ne ha scritte tante, partendo in ordine cronologico dall’ultimo scudetto firmato Virtus, fino a giungere alla straordinaria promozione di due anni fa della Progresso Matteiplast dalla A2 alla A1. Un’incredibile cavalcata che ha regalato alla città di Bologna un posto nell’Olimpo del movimento cestistico femminile, conquistato di diritto da un gruppo fantastico e valorizzato in buona parte da chi, quel 25 maggio, a Empoli c’era davvero a costruire un pezzo di storia. E’ ripartita da qui la Virtus, da un’occasione, un incrocio di destini, che ha permesso alle ragazze in biancoblù di continuare a vivere il loro sogno, prima sotto i riflettori del Paladozza e, successivamente, sotto quelli della Segafredo Arena.

ATTACCO AL POTERE.

Confermata la partecipazione alla A1, le bianconere viaggiano in fast forward: l’emozione dell’esordio a Chianciano Terme, le prime vittorie davanti al proprio pubblico, le difficoltà affrontate come un gruppo coeso, l’esonero dello storico allenatore Giancarlo Giroldi, il blocco totale a causa della pandemia, la salvezza, la ripartenza per la stagione 2020/2021. Tanto da dimostrare per le bianconere, dopo l’anomala conclusione dello scorso campionato: rinforzata nella direzione tecnica e nelle interpreti, Bologna ha viaggiato nelle prime giornate ad un ruolino di marcia imperioso, mantenendo il ritmo delle prime della classe fino alla fine dell’anno. Una serie di prestazioni che ha innestato la città delle due Torri in cima alle gerarchie della pallacanestro italiana, permettendole di sedersi al tavolo delle grandi e conquistare con grande merito, dapprima le final eight di Coppa Italia e poi, la partecipazione alla post season, dove le bianconere hanno avuto ragione ai quarti del Geas Sesto San Giovanni, uscendo poi a testa alta con la corazzata Reyer Venezia.

EREDITA’.

Se la prima stagione è stata quella dell’esordio e la seconda quella del consolidamento, senza dubbio, essendo il tre riconosciuto come “il numero perfetto”, la prossima sarà quella dell’assalto alla vetta per la Virtus. Gli arrivi di Lardo in panchina, Zandalasini, Cinili, Pasa, Dojkic, Hines-Allen, Turner e Ciavarella, uniti ai rinnovi di Battisodo, Barberis e del capitano Tassinari, assomigliano più ad una dichiarazione di “guerra” alle contendenti, non più un sussurro ma un grido, come a dire: “Quest’anno ci siamo anche noi, vogliamo il tricolore e siamo pronte a tutto per conquistarlo”. Un gruppo ricco di talento, fame di vittorie, esperienza e titoli, che annovera tra le sue file innumerevoli campionati e coppe, tra cui pure due titoli WNBA. Alle bianconere l’arduo compito di portare avanti l’eredità della Progresso, della quale una larga fetta (con qualche aggiunta di prestigio), sta abbacinando il pubblico del “Walter Bussolari Playground”, nel segno di quella continuità e valorizzazione delle radici che, a Bologna, è molto più di solo questo: è un affare di famiglia. Il profumo di un fiore può essere qualcosa di meraviglioso, al pari della bellezza del suo bocciolo, ma senza radici quel fiore non potrà mai sbocciare. Perché come sentenziò la “Santa” nel capolavoro di Paolo Sorrentino “La Grande Bellezza”: “Le radici sono importanti”. Importanti per quello che è stato e per quello che sarà, nel ricordo di chi, di questa città, ha fatto la storia, come Walter Bussolari.

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