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Belinelli: «Dopo l’America la mia volontà era quella di portare la Virtus ai livelli in cui deve stare»
Virtus Campione, il libro che racconta la vittoria del diciassettesimo scudetto della Virtus Bologna è stato presentato ieri sera in Salaborsa, dov’era presente anche Marco Belinelli, il capitano che a Brescia ha alzato la coppa. Una serata ricca di aneddoti e racconti sulla stagione bianconera 2024/25. Gli autori del libro, Dario Ronzulli (testi) e Matteo Marchi (fotografie) ne hanno raccontato la realizzazione. Capitan Belinelli e il presidente Massimo Zanetti il sentimento vissuto dall’interno.
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Le parole di Marco Belinelli alla presentazione del libro “Virtus Campione”
Cosa significa per te questo testo in relazione a quello che rappresenta?
«Mi riempie di orgoglio: la possibilità di essere in copertina, in questa società, grazie a Massimo Zanetti, la società e ovviamente Matteo Marchi che ha fatto queste stupende foto. E’ una cosa che porterò sempre con me».
Avevi mai immaginato di vedere in copertina un momento così importante per te e la società?
«Cercare di riportare la Virtus ai livelli in cui si merita di stare è stato uno dei motivi per cui sono tornato a Bologna. Per me è stato incredibile, a suo tempo, firmare in Virtus a dicembre e vincere lo scudetto a giugno contro Milano, già quello è un ricordo clamoroso. Finire la carriera con la ciliegina sulla torta dello scudetto contro Brescia è stato qualcosa di perfetto».
Quando ti sei reso conto che potevate vincere lo scudetto?
«L’anno scorso è stato un anno particolare per vari motivi, devo dire che il momento in cui ho capito che potevamo farcela è stato dopo aver vito Gara-3 a Milano. Venivamo da una serie complicata con Venezia, dove c’è stata come sapete tutti una partita molto particolare, per la quale mi sembra giusto nominare il grande eroe di quella sera Toko Shengelia – applausi – quel canestro decisivo ci ha portato a giocare la semifinale con Milano. Una squadra forte anche l’anno scorso, nonostante abbiamo vinto gara-1, perso gara-2 siamo poi andati a vincere gara-3/4 a Milano. Quello è stato il momento che mi ha fatto veramente capire che potevamo vincere lo scudetto».
Cos’altro ricordi di quella stagione e del tuo finale di carriera virtussino?
«Per me è stata una stagione un po’ complicata ma allo stesso tempo fenomenale perché sono riuscito a finire la carriera con uno scudetto. Non è semplice finire la carriera vincendo un trofeo. Dopo 13 anni in America la mia volontà era quella di portare la Virtus ai livelli in cui deve stare. Per me tornare vincendo lo scudetto e finire vincendone un altro.. non poteva esserci un finale migliore».
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