Seguici su

Basket

Top Ten “colpi” mediatici dell’era Zanetti

Pubblicato

il

Foto di Bianca Costantini

Sebbene sia definibile ottima e, soprattutto, funzionale, la campagna acquisti della Virtus lamenta ad oggi una mancanza. Una mancanza che aveva caratterizzato tutte le estati della proprietà Zanetti: il “colpo” mediatico.

L’innesto di un giocatore NBA come Ojeleye è prezioso per migliorare l’impatto difensivo bianconero, eppure il suo arrivo passa un po’ sotto traccia poiché sconosciuto al tifoso non propriamente esperto.

Comprensibile, ci mancherebbe, l’appassionato rimane più colpito dal nome noto (il Polonara sfumato, per intenderci) ed il patron Zanetti di nomi noti ne ha portati parecchi sotto le Due Torri da quando ha rilevato la proprietà.

Ripercorrendo queste ultime stagioni, tra sessioni di mercato e sorprese a stagione in corso, quali sono stati i migliori 10 colpi mediatici (non necessariamente dal rendimento positivo) delle Vnere dell’era Zanetti?

10. Alessandro Gentile

Rapportato al mercato da neopromossa in serie A, l’approdo in bianconero di Alessandro Gentile scalda parecchio la piazza. Nella costruzione del roster guidato da Ramagli, l’ala azzurra è considerato il go-to-guy in grado di fare la differenza nei momenti decisivi. Coadiuvato da Aradori e Lafayette, ci si aspetta una Virtus già subito in grado di lottare per i playoff. La voglia di vederlo trascinare la squadra nella stagione del ritorno in massima serie si esaurisce a fine anno, come la fase ascendente della carriera del giocatore. La Virtus comincia a vincere dalla stagione successiva.

9. Mario Chalmers

L’arrivo a sorpresa del campione NBA lascia tutti piacevolmente interdetti. Presto si capisce che il suo apporto è limitato ma per questo non meno importante nelle fasi finali della Champions League, dove, di fatto, aiuta la Virtus ad aprire il ciclo vincente. In campionato scende in campo solo 4 volte, il suo obiettivo, condiviso dalla società, è evidentemente quello europeo: centrato. Meteora sì ma solleva la coppa

8. Ekpe Udoh

Pioggia di asterischi sulla sua esperienza virtussina, durata sul parquet nemmeno 10 minuti. Qui la sfiga ci vede benissimo e condanna il centro arrivato per fare il salto di qualità sotto canestro alla fine anticipatissima della propria avventura bolognese e forse anche della propria carriera. Prima dell’arrivo di Mannion, il colpo estivo della società è lui, il resto è storia amara.

7. Cecilia Zandalasini

Dalla squadra maschile a quella femminile. La scalata al primo campionato LBF comincia con l’ingaggio della giocatrice italiana più famosa e forte del momento, reduce dalle esperienze WNBA e di Eurolega. Il volto del basket azzurro femminile è lei, mediaticamente è un colpaccio. Sul parquet, nonostante qualche problema fisico, non delude le aspettative e, attorniata da una squadra di altrettanto alto livello, raggiunge le finali scudetto. La risposta del Paladozza affollato nelle gare decisive sono il risultato di una crescita partita proprio dall’arrivo dell’ala grande, classe ’96.

6. Nico Mannion

Dopo l’Olimpiade giocata da protagonista e la nomea da giovane con già all’attivo una stagione ai Golden State Warriors, Nico Mannion è accolto come un colpo pazzesco, il nuovo playmaker della Virtus che rimarrà una stagione prima di fare ritorno oltreoceano. Giubilo prima del verdetto del campo. Complice l’infezione che non gli permette di esordire prima di ottobre e lo tiene lontano dalla sua miglior forma atletica per tutta la stagione, la sensazione che la carriera di Mannion possa proseguire lontano da Bologna serpeggia già durante i playoff, partite che spesso si trova a guardare dalla panchina. Ancora incerto il suo futuro, considerando le aspettative legate al suo sbarco, si può mediaticamente storcere il naso.

5. Sergio Scariolo

Top 5 che comincia con il colpo per eccellenza in panchina. La sfida a Milano si rinnova a colpi di coaches, Scariolo per rispondere a Messina, due tra i migliori allenatori europei a guidare due roster destinati a replicare il dualismo già in corso. Chi più di Scariolo avrebbe rappresentato un level up anche alla guida tecnica? Solo Sergio Scariolo.

4. Daniel Hackett

Con il massimo rispetto nell’affrontare il conflitto tra Russia e Ucraina, l’estromissione dalle coppe delle squadre all’ombra del Cremlino, aprono scenari di mercato inediti. Tantissimi nomi golosi si svincolano dal CSKA e non potendo accasarsi in Eurolega, in due scelgono la Virtus per dare una spinta finale alla conquista dell’Eurocup. Hackett è il primo e il suo impatto sulla squadra è devastante e decisivo da subito. Boost insperato ed incredibile.

3. Torni’ke Shengelia

Gradino più basso del podio solamente perché la sua esperienza virtussina è ancora all’inizio ma non appena il suo nome comincia a circolare tra media e tifosi, l’entusiasmo è palpabile. Serpeggia la possibilità di approdo, mancano però pochi giorni prima che anche il mercato di Eurocup chiuda. Si stringe e poco prima del gong ecco l’annuncio sognato. Ci mette un po’ di più ad entrare nei meccanismi di squadra ma ai playoff gioca da veterano, quale effettivamente ripromettendo una futura stagione da protagonista. Avere un grande budget a disposizione certamente aiuta a convincere qualsiasi giocatore, l’incasso dell’11 maggio a rientrare delle spese.

2. Marco Belinelli

Se la classifica fosse di soli italiani, Beli sarebbe al primo posto senza alcun dubbio. Sempre mediaticamente, si parla del colpo più clamoroso italiano degli ultimi anni. Belinelli è il campione NBA con i San Antonio Spurs, è il campione italiano con la Fortitudo che appena ventenne sbarca in America e lì gioca la parte centrale della propria carriera. Trattativa sotto traccia che esplode nel giro di pochi giorni e nel giro di meno di un anno firma il referto da capitano. L’essere di San Giovanni in Persiceto non fa che enfatizzare un colpo che si mischia a narrazione emozionante, con una spruzzata di pepe da parte dei cugini biancoblu. Belinelli alla Virtus è “il colpo” mediatico per eccellenza della Virtus targata Zanetti.

1. Milos Teodosic

I tifosi virtussini sanno bene che il nome non avrebbe bisogno di ulteriori presentazioni. I rumors delle settimane precedenti, l’incredulità della piazza, la negoziazione condotta in “sordina”, l’annuncio e la folla all’aeroporto. Tutto questo prima delle magie sul parquet, sogni che diventano realtà. Sugli spalti della Segafredo Arena la canottiera più indossata è con il numero 44 e tra qualche anno queste stagioni, avranno il volto, sotto forma di assist, di Milos Teodosic.

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

adv
adv

Facebook

adv