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Con Marcellous Starks la Virtus fa fuori Venezia!

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Settembre 1988: è l’anno della ricostruzione. Dopo tanti anni di successi la Virtus portata ai vertici da Porelli, da quattro stagioni non vince più, ma almeno il predominio cittadino era rimasto. Invece ad aprile la Dietor è stata eliminata dalla Fortitudo Yoga negli ottavi di playoff. L’avvocato è corso ai ripari: ha chiamato, come direttore tecnico per rifare la squadra, Dan Peterson, che dopo cinque anni bellissimi a Bologna, con la Sinudyne riportata ai vertici, una Coppa Italia, uno scudetto, due secondi posti, una finale e una semifinale europea, ha passato un decennio ancora più denso di trionfi a Milano. Dan ha chiamato come allenatore Bob Hill e come stranieri Clemon Johnson e Sugar Richardson, il fenomeno Nba, poi cacciato dai professionisti per cocaina e con la necessità di riprendere un cammino. Arrivano anche altri vecchi draghi, come Gallinari e Bonamico, l’eterno ritorno del marine, e altri sono già in squadra, come Villalta e Sylvester. Poi Brunamonti, ormai una vita sui parquet, e Binelli, anch’egli con vasta esperienza, seppure ancora giovane. L’età media dei maggiori protagonisti della formazione non è più verdissima, ma la squadra sfrutterà quest’esperienza diffusa per vincere molte gare strette: sette vittorie di un punto, una di due, e due ai supplementari in Coppa Italia. Partiamo proprio della coppa nazionale. Sedicesimi il 25 settembre a Forlì: la Knorr vince 77-67 con 32 di Sugar. Diciassette giorni dopo, negli ottavi la Glaxo Verona viene eliminata dalla competizione: 95-81 il risultato, con 26 di Richardson e altrettanti di Binelli. I quarti si disputano in gennaio 1989. A Bologna arriva l’Hitachi Venezia, guidata da Marco Calamai: è una gara combattuta chiusa solo al supplementare 103-99. Punteggi stavolta più distribuiti: 21 Brunamonti, 18 Richardson, 15 Binelli e Bonamico, 12 Sylvester, 10 Villalta. Subito sotto questi sei, con otto punti c’è un nome inatteso: Marcellous Starks, per anni bandiera della Fortitudo, poi Barcellona e un lungo girovagare. L’infortunio a Johnson, nella gara di campionato a Roma, ha fatto pensare a lui per una sistemazione a gettone. Questa partita è proprio quella del suo esordio in bianconero, ne giocherà poi altre otto in campionato, la migliore quattro giorni dopo nel suo esordio in campionato con la V sul petto: 20 punti che aiutano le V nere a battere Napoli 99-89. La Virtus supererà poi Milano in semifinale e Caserta nella finalissima, dopo un supplementare. Nelle successive cinque gare di campionato la Virtus vince quattro volte di un punto: contro Roma, a Napoli, garantendosi il terzo posto nella prima fase, poi nei playoff, nelle due gare casalinghe dei quarti di finale, ancora contro Caserta, che valgono la semifinale. Dal 6 aprile al 2 maggio le V nere disputano quindi solo sei incontri, vincendone cinque, tutti in volata. La freddezza in quegli istanti finali da partita fa conquistare il successo in Coppa Italia e il raggiungimento delle semifinali scudetto (dove Bologna sarà poi eliminata da Livorno), due traguardi che mancavano dal 1984.

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