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Virtus Bologna

Il primo scudetto giovanile

Nella stagione 1965/66: la Virtus allievi vinse lo scudetto giovanile, il primo di una lunga serie

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Il primo scudetto giovanile. In piedi: Milla, G. Rosa, M. Cuppini, Mora, R. Neri, A. Giomo (con in braccio Nicola Giomo), F. Lanfranchi. Sotto: F. Nanetti, Pizzirani, Boncompagni, Bernardi, Tinarelli, A. Chili (mancano Donati e Verri)
In piedi: Milla, G. Rosa, M. Cuppini, Mora, R. Neri, A. Giomo (con in braccio Nicola Giomo), F. Lanfranchi. Sotto: F. Nanetti, Pizzirani, Boncompagni, Bernardi, Tinarelli, A. Chili (mancano Donati e Verri) (Foto Virtuspedia)

Nella stagione 1965/66 la Virtus allievi superò la fase regionale e approdò alle finali nazionali di Arezzo. La prima sfida vide la Virtus affrontare e battere il Recoaro Vicenza per 62 a 45. Toccò poi al Crocetta Torino, sconfitto per 59 a 46. Più combattuta l’ultima gara, in cui i bolognesi s’imposero sulla Libertas Brindisi per 49 a 47. Fu il primo scudetto giovanile delle V nere. La squadra bolognese arrivò al titolo con un curriculum senza macchie: tredici vittorie e nessuna sconfitta. I campioni d’Italia: il capitano Stefano Pizzirani, Claudio Bernardi, Velio Boncompagni, Alessandro Chili, Marco Cuppini, Giuseppe Donati, Enrico Mora, Franco Nanetti, Roberto Neri, Giuseppe Rosa, Paolo Tinarelli e Andrea Verri. Allenatore Augusto Giomo, vice allenatore Franco Lanfranchi, dirigente accompagnatore Libero Milla.

Augusto Giomo allenatore di quel primo scudetto giovanile

Augusto Giomo, per tutti Gianni, in quella stagione mise a segno anche 98 punti giocando in Serie A con le V nere, di cui fu il direttore d’orchestra dal 1962/63 al 1967/68. A ventotto anni si ritirò, Nella stagione successiva continuò il lavoro nelle giovanili che aveva iniziato con quello scudetto. Nella stagione 1968/69 è il vice di Franco Sanguettoli alla juniores, quarta alla finale nazionale di Pisa. Nel frattempo un Giomo continuò a vestire la V nera in quel campionato. Infatti arrivò alla Virtus, a sostituirlo come playmaker, il fratello Giorgio, in bianconero un solo anno. Augusto Giomo, scomparso nel gennaio 2016, era dotato di cervello in campo e fuori. Regista del gioco e bravo negli studi, una laurea in chimica e una in fisica. 131 presenze e 647 punti con la V nera sul petto, 50 presenze e due Olimpiadi (1960 e 1964) con i colori dell’Italia. Da allenatore  promozione con il Duco Mestre nel 1974 e finale di Korac con l’Auxilium Torino. Anche il talento per scoprire e allevare giovani cestisti: il suo fiore all’occhiello è stato Villalta, tirato su ai tempi di Mestre. Renato arrivò poi alla Virtus nel 1976: un ulteriore regalo alla Virtus.

Il vice di Giomo

E il vice Franco Lanfranchi? Lo raccontò lui stesso poco prima di lasciarci (è venuto a mancare nel luglio scorso): “A un certo punto Gianni non volle più fare il capo allenatore delle giovanili, voleva dedicarsi pienamente agli ultimi anni da giocatore e così mi trovai ad allenare la juniores. Era il 1967/68 e s’invertirono i ruoli: Giomo fece il mio assistente. Era molto bravo e anche generoso di consigli per chi si avviava alla carriera di allenatore, fu lui a passarmi la passione per la zona press. A proposito di allenatori mi ricordo un consiglio che mi diede Tracuzzi, che non fu mai mio allenatore ma che era in Virtus quando arrivai. Mi disse che dovevo farmi dare del tu dai giocatori, perché se un giorno ti dicono “Sei un cretino” si può intendere come uno scherzo, ma se ti dicono “Lei è un cretino”…no. Tutti questi insegnamenti mi sono poi stati utili nella mia carriera di allenatore”.

La storia di quei tricolori

La carriera in Virtus di quei tricolori. Non approdarono mai alla prima squadra Bernardi, Boncompagni, Tinarelli, Verri, Donati e Chili (il fratello di Alessandro, Giuseppe, vanta cinque presenze ufficiali nella squadra maggiore). Disputarono solo amichevoli Pizzirani, Cuppini, Rosa e Nanetti (il fratello di Franco, Mario, collezionò tre presenze con i “grandi”). In due approdarono alla formazione maggiore: Neri, con nove partite e nessun punto segnato, cominciò con amichevoli nella stagione successiva a quella dello scudetto allievi e giocò la sua ultima partita ufficiale nel 1972/73; Mora, tra il 1966/67 e il 1969/70, giocò trenta gare mettendo a segno quattro punti, gli unici messi a referto da quei dodici giocatori con la Virtus senior.

Gli altri ricordi dei protagonisti di quello scudetto giovanile

Ecco il ricordo tricolore del capitano Stefano Pizzirani: “Sono passati un po’ di anni, ricordo che non eravamo favoriti in quanto l’anno prima non avevamo fatto bene ma Giomo e Lanfranchi ci fecero fare pressing per tutte le partite e riuscimmo a vincere. Ricordo che Giomo durante la prima fase mi disse di tagliarmi i capelli perché avevo il ciuffo lungo ed io risposi che li avrei tagliati alla prima sconfitta. Ma non perdemmo mai e ad Arezzo non sapevo come fare per impedire ai capelli di andare davanti agli occhi. Fui il miglior marcatore di quelle finali in Toscana, alle quali erano presenti giocatori importanti, ad esempio nel Crocetta Torino giocava un certo Caglieris”.

E il ricordo dell'”avversario” Caglieris

Quel Caglieris che prima di approdare alla Virtus e diventarne uno dei più grandi playmaker di sempre, capitava spesso sulla strada delle V nere, in momenti cruciali e felici per i bianconeri: dopo quelle finali giovanili, agli spareggi salvezza di Cantù nel 1971, nei quali la squadra bolognese si salvò ai danni di Biella e Livorno, Carlo era nella squadra piemontese; poi nel 1974, quando la Sinudyne si aggiudicò la Coppa Italia nella finale a quattro di Vicenza, in semifinale superò il Saclà Asti di Caglieris. Tornando al 1966 è proprio Charlie a confermare che Pizzirani si dimostrò l’elemento di punta della Candy: “Ricordo che nella Virtus giocava un play molto bravo, il migliore della squadra che poi non ho mai incontrato sui campi. Dopo tanti anni ho scoperto che era Pizzirani che era stato trasferito a Chieti. In quella squadra che vinse il titolo, c’era anche Mora, che divenne poi il cognato di Serafini”.

 

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