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Virtus Bologna

L’affascinante storia della Virtus Pallacanestro. Quindicesima puntata.

Le finali a Viareggio. Battuta la Libertas Roma, lo scudetto arriva sconfiggendo la Reyer Venezia. I protagonisti del primo tricolore della Virtus.

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Virtus Pallacanestro Quindicesima puntata. La Virtus del primo scudetto vinto a Viareggio: Marinelli, Dondi, Calza, Foschi, Bersani, Vannini Girotti, Rapini, Cherubini.
Virtus Pallacanestro Quindicesima puntata. La Virtus del primo scudetto vinto a Viareggio: Marinelli, Dondi, Calza, Foschi, Bersani, Vannini Girotti, Rapini, Cherubini. (Foto Virtuspedia)

Stanno per cominciare gli europei e le finali slittano, sono a Viareggio più di tre mesi dopo. La Virtus arriva in Versilia viaggiando su un camion con seggiole legate alla meno peggio; le gare si disputano su un campo in terra battuta. Il 26 luglio le V nere battono nettamente la Libertas Roma (che aveva sostituito i rinunciatari Postelegrafonici, squadra sempre della capitale che aveva vinto il girone Centro-Sud proprio davanti alla Libertas) 53 a 35, con diciannove punti del capitano Vannini e tredici di Gigi Rapini. Il giorno dopo la Virtus riposa, mentre la Reyer surclassa i romani.

Virtus-Reyer gara decisiva

Il 28 luglio Bologna e Venezia si giocano il titolo. La gara ha inizio alle ore 19 e le battute iniziali sono a favore dei veneti, subito avanti 9 a 3, poi 12 a 8. La Virtus produce il massimo sforzo e con un parziale di 9 a 0 e va in testa per 17 a 12. I bolognesi rifiatano un attimo e Venezia si avvicina: all’intervallo 17 a 16, tutto ancora da decidere. Nel secondo tempo Bologna ha più energia, e vince 35 a 31, con Rapini autore di undici punti. la Reyer, che tanti dispiaceri aveva dato ai bolognesi prima della guerra, è finalmente dietro. È il primo titolo italiano, è il 28 luglio 1946 e la data e il luogo consigliano di festeggiare con un tuffo nel Tirreno.

I protagonisti del primo tricolore

Chi sono i nuovi campioni? Nomi leggendari: Venzo Vannini e Giancarlo Marinelli, di cui abbiamo già parlato, venti stagioni con le V nere, quattro scudetti a testa, reduci dall’argento agli Europei di Ginevra nel maggio precedente con la nazionale; poi Gigi Rapini, cinque titoli con le V nere; Galeazzo Dondi Dall’Orologio, presente solo nelle due gare finali, per il quale il titolo di Viareggio rappresenta la fine della carriera da giocatore, ma sarà una bandiera bianconera anche come allenatore e dirigente e arriveranno in prima squadra anche il figlio Giovanni e il nipote Luca; Gianfranco Bersani, quattro scudetti, famoso per avere un braccio più corto dell’altro; Marino Calza, che chiude la sua esperienza virtussina vincendo il tricolore, con una particolare curiosità: otto dei nove punti messi a segno in quella stagione li realizzò nella prima gara di Viareggio; Carlo Cherubini, che aveva giocato nella Virtus 1936/37, poi ricompare nelle amichevoli che la Virtus disputa nel 1943/44 e 1944/45, infine gioca le prime due annate post belliche con due scudetti vinti; Gelsomino Girotti (quello del passaggio-siluro lanciato in testa al malcapitato belga, ricordate?), in squadra fin dal primo campionato nella massima serie nel 1934/35 e che vincerà anche il secondo scudetto; Gianfranco Faccioli, impiegato solo nelle tre gare di Reggio Emilia, un altro che conclude la sua carriera in Virtus con il titolo. Accompagnatore cambista di quel primo titolo è Foschi, una vita nella Virtus, in seguito anche come dirigente. Il suo ruolo era appunto quello di chiamare i cambi più che di guidare la squadra.

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