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Virtus Bologna

L’affascinante storia della Virtus Pallacanestro. Ventunesima puntata.

Arriva Tracuzzi. Il caso Alesini. Due scudetti consecutivi vinti dalla Virtus. Finisce l’epoca della Sala Borsa.

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Virtus Pallacanestro Ventunesima puntata. La Virtus 1954/55.
La Virtus 1954/55. (Foto Virtuspedia)

Nel 54-55 la grande novità è l’allenatore Vittorio Tracuzzi (che farà anche il giocatore, concluderà il campionato con 39 punti). In campo dovrebbe arrivare Alesini da Varese, ma quella società non concede il via libera. Il giocatore deve fare un anno di quarantena disputando solo amichevoli, nelle quali si vede anche Concetto Pozzati, che poi diventerà pittore di fama mondiale. La Virtus ha un girone di andata con un insufficiente ruolino esterno. Se le sconfitte a Trieste e Milano erano da mettere in preventivo, costano care quelle nella capitale contro l’AS Roma e a Venezia. Al termine del girone d’andata la Ginnastica Triestina comanda con 16 punti, Milano e le V nere ne hanno 14 e il Gira, battuto nel derby davanti a 2550 spettatori con 800.000 lire di incasso, 13. Se i bianconeri hanno lasciato 8 punti per strada saranno la metà nel ritorno. Sono costretti al pareggio a Varese, travolgono la squadra di Trieste per 93-48, con 37 punti di Calebotta, poi il 13 marzo devono affrontare il Gira, che conduce 54-52 a pochi secondi dalla fine. Tracuzzi ruba palla a Lucev, serve Canna che subisce fallo e trasforma i due liberi del pareggio. Nei recuperi contro Reyer e As Roma (gare rinviate perché una commissione formata dal vice questore, dal vice sindaco, dal comandante dei vigili del fuoco e da un ingegnere del genio civile aveva giudicato la Sala Borsa non idonea per effettuare manifestazioni sportive) i bianconeri vendicano le sconfitte dell’andata, con Calebotta che segna, rispettivamente 46 e 36 punti (Nino sembra non aver digerito le gare perse nella prima parte di campionato!).

La Virtus ringrazia il Gira e vince lo scudetto

Si arriva alla penultima giornata, in programma il 17 aprile, con la Virtus che ha un solo punto di vantaggio in classifica sulla Ginnastica Triestina. In mattinata la squadra di Tracuzzi, allenatore e giocatore, cade a Pesaro, “in un campo all’aperto, bagnato – sono parole proprio di Tracuzzi – con il sole negli occhi”, ma nel pomeriggio il Gira fa un favore storico ai cugini. Con grande orgoglio batte la Ginnastica Triestina, con il triestino Lucev che si fa male nel primo tempo ma continua a giocare per aiutare i compagni a vincere. Il primo maggio, nella gara finale la Virtus attende il Borletti, campione uscente, in Sala Borsa (dove ha sempre vinto, tranne il punto lasciato nel derby, in cui però giocava in casa il Gira). In una bolgia incredibile i bolognesi trionfano per 72-57 e conquistano il titolo. Prosegue anche l’attività internazionale. In particolare una tournée in Jugoslavia prima del campionato, con un pareggio con la Nazionale jugoslava, che poi viene a vincere di un punto a Bologna in ottobre. Al torneo di Barcellona, a fine campionato, la Virtus giunge terza.

Il bis l’anno dopo

1955-56. Con l’inserimento di Alesini ad affiancare Canna, la Virtus ha due ali che si esaltano in contropiede e il talento di Calebotta. Nino segna 59 punti nell’83-56 in Sala Borsa contro Pesaro e giunge 5° nella classifica cannonieri. Alesini, Canna e Calebotta costituiscono il famoso “trio Galliera” dal nome della via dove abitano. Così, se il campionato precedente era stato combattutissimo, quello del 1955/56 è una cavalcata trionfale con 19 vittorie e 3 sole sconfitte, 11 punti di vantaggio sul Borletti.

Virtus inesorabile nei derby

Ben 4 i derby vinti: due contro il Gira (quarto a fine campionato), a cui è approdato Rapini. Addirittura dominato quello di andata, vinto dai bianconeri 70-33. Due successi anche contro la neo arrivata Cestistica Mazzini, la Motomorini (che finirà settimo), dove è invece arrivato Ranuzzi. Se il Gira era nato nel bar del Teatro comunale in via Zamboni, la Motomorini nacque in un altro bar a Porta Mazzini. Già il campionato si concluse presto, subito dopo la metà di marzo, ma addirittura il verdetto per l’assegnazione del titolo arrivò più di un mese prima, proprio contro il Gira il 12 febbraio.. Battendo i concittadini le V nere diventarono irraggiungibili in classifica, conquistando il sesto titolo tricolore.

Finisce l’era della Sala Borsa

Quella stracittadina, però, ebbe anche un’importanza che travalicò i confini di quella stagione. Fu infatti l’ultimo derby disputato dalle V nere in Sala Borsa, come squadra ospitante (ce ne fu un altro in casa della Motomorini). In campo internazionale successo a Liegi nella Coppa Paul Lentin che ripropone la Virtus Minganti – già vincitrice in dicembre della Stella Rossa di Belgrado per 70-55 – ad un livello europeo di assoluto valore. L’affermazione finale sull’A.Z.S. di Varsavia (65-55) serve inoltre d’aggancio per una tournée in Polonia a metà giugno. La squadra giunge terza al Torneo di Cracovia. Finisce intanto un’epoca: con gli ultimi due scudetti si chiude la Sala Borsa alla pallacanestro. L’ultima gara l’11 marzo contro la Ginnastica Triestina. Si sta infatti costruendo il nuovo palazzo dello sport in Piazza Azzarita.

 

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