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Auguri Rossoblù: Marco Di Vaio – 15 lug

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Penso che si capisca e si comprenda realmente quanto una persona ti abbia fatto felice e contento quando essa si allontana da te dopo anni di intense emozioni; tra un pianto copioso e un sorriso appena accennato ripercorriamo il viaggio fatto insieme: un viaggio iniziato con tante incognite, incognite legate a come sarebbe potuta iniziare l’avventura tenendo conto dei problemi ( realizzativi e fisici ) che si erano presentati l’anno prima al Genoa; lo stupore e il rimanere affascinati da come, con un solo tiro, con una sola giocata, quei dubbi furono spazzati via, lontano, forse anche fuori dallo stadio; la soddisfazione e anche un po’ di arrabbiatura quando lo scettro di capocannoniere della stagione di Serie A 2008/2009 gli fu sottratto all’ultima giornata da un signorotto svedese, parecchio forte e capace di gol e giocate impossibili, un certo Zlatan Ibrahimovic; l’orgoglio quando, durante quell’annata, riuscì dapprima a superare le reti segnate con la maglia del Bologna (22) da un tale di nome Roberto Baggio, o Divin Codino, a voi la scelta, stabilendo con 24 segnature un nuovo record, subito dopo raggiungendo le personalissime 100 marcature nel massimo campionato; l’ammirazione quando, a partire dalla successiva stagione, viene riscattato dal Grifone e diventa il nuovo capitano dei felsinei, pronto a trascinare la Sua squadra ad un’altra meritata salvezza, grazie a gol e a prestazioni davvero importanti; la gioia quando, durante la terza stagione con la maglia del Bologna cucita addosso, riuscirà dapprima a superare l’Onorevole Giacomo Bulgarelli per gol realizzati con la società petroniana, successivamente il sorpasso operato ai danni di Roberto Bettega e Gianni Rivera in merito alle segnature, subito dopo il premio consegnatogli da Gianni Morandi per le 100 presenze in rossoblù e, ciliegina sulla torta, la doppietta messa a segno contro la Juventus che decreterà una storica vittoria dei rossoblù sugli odiati rivali a strisce bianco e nere; l’attesa, spesso difficile e dolorosa, nel volerlo aspettare la sua ultima stagione, quella più difficile dal punto di vista personale e realizzativo, la felicità nel vederlo sorridere anche quando le cose non andavano bene, la tenacia nel continuare a sostenerlo perché un Campione come lui non andrebbe mai abbandonato, la perseveranza nel cantare a pieni polmoni il suo nome anche quando faceva fatica a vedere la porta, le lacrime, un po’ di gioia un po’ di amarezza, il giorno del suo ritiro, giorno nel quale il Bologna fu artefice di una grandissima impresa, giorno nel quale Bologna pianse perché vedeva il suo figliolo abbandonare la città da Capitano e Uomo vero; la sorpresa e la commozione quando, al termine della carriera da calciatore, tornò nella Sua Bologna, pronto per ricoprire un incarico totalmente nuovo al fine di far tornare Bologna dove merita.

Per me Marco Di Vaio ha rappresentato tutto questo, ha rappresentato l’amore per una città e per una maglia, l’amore per uno stupido gioco quale è il Calcio, a detta di molti; ma soprattutto, mi ha permesso di capire che spesso, per quanto doloroso possa essere, è giusto staccarsi dalle persone che più di tutte ci hanno fatto stare bene, quelle che ogni santissima domenica calcistica si allacciavano gli scarpini, si legavano la fascia intorno al braccio e scendevano in campo pronte a far gioire migliaia di appassionati e innamorati. Poi, quando meno ce lo aspettiamo, queste persone ritornano, pronte a volerci nuovamente bene come la prima volta. Auguri Re Marco Di Vaio, auguri per i tuoi 41 anni.

 

A questo link l’articolo su Baggio: http://goo.gl/7mH2L5

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