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Auguri Rossoblù: Matteo Mancosu – 22 dic

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La solitudine dei numeri 10

 

Matteo Mancosu è un giocatore che, personalmente, esprime malinconia. Solo l’unico che la pensa così, l’unico che va oltre ai 90 minuti on the football pitch, sul campo di gioco. Matteo arriva da lontano, si porta con sé sogni, ricordi fanciulleschi, odori, emozioni e speranze quando decide di lasciare la sua Sardegna per provare a fare del calcio un lavoro. Siamo in Lega Pro , dove o si ha fame o si soccombe, sono gli altri a passarti davanti, a calpestarti, ad avvicinarsi ad un desiderio comune, quello di poter, anche solo per qualche istante, assaporare la Serie A, quella vera, quella che da bambino potevi soltanto vedere in televisione. Matteo è affamato quando lascia, come dicevano la Terra dei 4 Mori per accasarsi prima al Latina e poi alla Vigor Lamezia, entrambe rimaste incantate da quest’attaccante che, pur non sembrandolo, riesce a connubi are rapidità e prolificità, tanto da toccare numeri assurdi per quanto riguarda le reti. Il tempo, però, è tiranno, e non fa sconti al ragazzo di Cagliari, che si porta appresso l’etichetta di vecchio quando approda in Sicilia, a Trapani, dove avverrà la vera svolta. Qui, a 28 anni, Mancosu dapprima riesce a centrare la promozione con la maglia granata mettendo a referto ben 15 gol, ma è l’anno successivo che si supera, tanto da siglare ben 26 reti in campionato, laureandosi, alla soglia dei 30 anni, capocannoniere del Campionato Italiano di Serie B. Due anni e mezzo: tanto (o poco, a Voi la scelta) per farsi amare da una città che, fino a quel momento, non aveva certamente navigato nelle zone nobili delle classifica, appigliandosi a Matteo come uno dei pochi baluardi. Poi, la chiamata, quella che aspetti da una vita e che, siamo sicuri, Mancosu non attendeva già più, quasi senza speranze: dall’altra parte della cornetta c’è il Bologna, anch’esso in B, che cerca gente che ha fame per tornare lassù, dove merita di stare. Matteo ci pensa, ci riflette, e decide di lasciare la Trinacria per spostarsi a Nord ma non troppo, là dove il Bel Calcio è amato tanto quanto coloro che dedicano anima e corpo a questa maglia. Ed eccoci al titolo, che a Molti potrebbe non essere risultato efficientemente chiaro: qui inizia la solitudine di Matteo, maglia numero 10, che per 6 mesi ricerca il compagno di una vita, Il Gol, senza riuscire a trovarlo da nessuna parte, tanto da lasciare che il vento gli passi un po’ addosso, sperando che il momento passi e questo matrimonio possa tornare a funzionare per il meglio. Ora, salto in avanti di qualche mese, saltiamo l’estate e ci troviamo, a fine agosto, all’Olimpico di Roma contro la Lazio: Matteo esordisce, a 31 anni, in Serie A, siglando il gol che in teoria doveva rimettere il Bologna in carreggiata. Stop. Fine delle trasmissioni. L’avventura a Carpi non porta con sé tutti i frutti sperati ed ecco la decisione, quella sofferta ma affascinante: il calcio americano, MLS signori. Dall’altra parte dell’oceano il ragazzo venuto dal basso sgomita come al solito, corre, suda e lotta tanto da scalzare, per qualche partita, il posto a Didier Drogba, tanto da diventare uno degli idoli del Montreal Impact, franchise canadese. Oggi Mancosu compie 32 anni e sappiamo, con certezza, che nel cammino verso la rete non sarà più solo …

 

foto Zimbio

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