Bologna FC
È stato “l’anno” dei miracoli… o forse no?
È stato “l’anno dei miracoli” per il Bologna, con sere indimenticabili, partite storiche, trofei e finali: un anno, però, nella quale i miracoli il Bologna se li è costruiti con le proprie mani…
“È la sera dei miracoli, fai attenzione”. Così cantava Lucio Dalla, una canzone che racconta magnificamente il 2025 del Bologna, e che noi trasformeremo ne “l’anno” dei miracoli. Lo sappiamo tutti, lo sapeva anche la stessa società, alla viglia di quel 14 maggio, quello di un anno indimenticabile per il club, ma soprattutto per i suoi tifosi, coloro che hanno vissuto emozioni impensabili fino a poco tempo fa.
Inizia nel mese di gennaio, quando i colori Rossoblù compaiono per la prima volta con una vittoria nella competizione più bella di tutte, la Champions League. Prosegue con una cavalcata da antonomasia in campionato, dove nessuno pensava di vedere, forse, un Bologna addirittura più bello di quello precedente. E poi quella sera di maggio, questi mesi autunnali dal sapore d’Europa, fino alla Supercoppa. Un anno miracoloso, ma nemmeno tanto…
I numeri della ruota di Bologna: 21, 4, 16, 20, 14 (in quest’ordine)
Era il 21 gennaio, non era ancora arrivata la fine del primo mese del 2025, e Bologna aveva già esultato per una gioia immensa. Tutti si ricordano di quel Bologna-Borussia Dortmund, e tutti si ricorderanno di quei due minuti. Di Dallinga prima e Iling Junior poi, della prima vittoria in Champions League. Non paghi, esattamente due settimane dopo, in quel di Bergamo, ecco un’altra data da ricordare: 4 febbraio. “Ma questa sera vola”, sempre con le parole di Dalla. Chi vola? Santiago Castro, entrato da pochissimo. All’80esimo minuto di Atalanta-Bologna, quarto di finale di Coppa Italia, è 0-1, e lo sarà anche alla fine. L’inizio della sera dei miracoli, quella vera.
I rossoblù esultano dopo la vittoria contro l’Atalanta in Coppa Italia (© Bologna FC 1909)
Da quel momento – sarà la consapevolezza o la leggerezza – è un Bologna “così dolce che si potrebbe bere”, un Bologna da ottovolante. Otto, come le vittorie arrivate dopo quel passaggio del turno e fino al giorno di Pasqua. Tra cui, in mezzo, quella del 16 marzo. Bologna-Lazio 5-0. Un tagadà, più che un ottovolante. Qualcuno dice che un Bologna così non l’aveva mai visto: noi ringraziamo ancora oggi. Passa un mese, arriva Pasqua, e arriva il quarto numero: 20 aprile, Bologna-Inter 0-1. Minuto 94, Riccardo Orsolini, semirovesciata. Anche qui, come per il 21 gennaio, tutti ricorderanno.
Riccardo Orsolini (© Bologna FC 1909)
L’ultimo numero della ruota di Bologna non può non essere il 14. “Si muove la città”, e Bologna si è mossa tutta quel giorno, verso Roma. Il 14 maggio, al 53esimo minuto, Dan Ndoye porta in vantaggio i Rossoblù sul Milan nella finale di Coppa Italia, e quel vantaggio durerà fino alla fine. Fino a renderla “la notte dei miracoli”, perché non “nei vicoli di Roma”, ma allo Stadio Olimpico, il Bologna ha alzato la Coppa Italia cinquantuno anni dopo.
Lewis Ferguson, Lorenzo De Silvestri e Riccardo Orsolini alzano la Coppa Italia (© Damiano Fiorentini)
Grazie 2025 per le tue certezze
Le certezze di un Bologna che ha vissuto “l’anno dei miracoli”, ma che in realtà miracoli non lo sono stati. Perché quelli che sembravano miracoli, dopo l’estate sono diventate consapevolezze vere, di una squadra che ha vinto e vuole continuare a farlo con i propri mezzi. Lo dimostra un cammino in Serie A che solo nelle ultime giornate stenta, per stanchezze fisiologiche. Stanchezze derivate da un Europa League già memorabile, con le vittorie d’autunno contro Salisburgo e Celta Vigo, quest’ultima in Galizia, sotto una pioggia torrenziale: tutto ancor più da film, miracoloso.
I miracoli, quelli cantati da Lucio Dalla, il Bologna se li è costruiti da solo, per “scoprire quale stella sei”, magari detto guardandosi allo specchio. Ed è stata una stella luminosissima, perché fino all’ultimo non ha smesso di brillare, con il raggiungimento della prima finale di Supercoppa Italiana lì a dimostrarlo: di voglia, di rabbia e di resistenza. Quindi grazie 2025 per averci lasciato questo Bologna, queste gioie che ancora oggi lasciano i brividi.
“Lontano una luce diventa sempre più grandeNella notte che sta per finireÈ la nave che fa ritornoPer portarci a dormire”.
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