Bologna FC
Bologna-Juventus (0-1): l’equilibrio si spezza in certi numeri
Bologna-Juventus, vista dalle statistiche, fa sorgere una domanda in particolare…
Bologna-Juventus si chiude con una sconfitta per i rossoblù. Come di consueto, dopo ogni partita, l’attenzione si sposta sui numeri che l’hanno accompagnata. E questa volta una domanda sorge spontanea: perché, se le statistiche restituiscono un quadro sostanzialmente equilibrato di questo scontro diretto, i tre punti sono finiti nelle mani della squadra di Spalletti? Proviamo a dare una risposta.
Bologna-Juventus: il coraggio di giocare il proprio calcio
Andiamo per step. La squadra di Italiano gioca una gara coraggiosa, fedele, come sempre, al proprio calcio. Il 51% di possesso palla e i 455 passaggi completati sono il riflesso di una scelta: affrontare la Juventus senza abbassarsi, provando a governare il ritmo e a costruire dal basso anche sotto pressione. Il Bologna riesce spesso a risalire il campo, entra nel terzo offensivo 44 volte e trova la conclusione in 11 occasioni: una produzione offensiva tutt’altro che assente.
Nikola Moro (© Damiano Fiorentini)
Il limite, però, emerge nel momento in cui il gioco deve trasformarsi in reale pericolosità. I numeri lo spiegano meglio: appena 0.55 xG complessivi, contro l’1.68 della Juventus. Il Bologna tira, ma quasi mai nelle condizioni ideali. Solo una grande occasione creata, contro le quattro costruite dai bianconeri. È qui che la partita si inclina, non per quantità ma per qualità.
La differenza sta negli episodi
La differenza si vede soprattutto dentro l’area. I rossoblù totalizzano 22 tocchi nei sedici metri avversari, la Juventus arriva a 31. Non c’è grande distanza, ma è sufficiente a spostare il risultato. Il Bologna arriva spesso al limite, si affaccia, calcia, ma trova difese schierate, tiri respinti (4) o conclusioni forzate. La Juventus, invece, riesce ad occupare l’area con più uomini e a creare superiorità. Il gol decisivo nasce esattamente da questo: pressione, palla inattiva, attacco dello spazio.
Eppure, la prestazione difensiva del Bologna è tutt’altro che passiva. I 18 contrasti totali, i 16 intercetti e le 27 chiusure difensive parlano di una squadra attenta e capace di leggere le traiettorie, di limitare una Juventus che, pur producendo di più in termini di xG, è costretta a costruire molto per colpire una sola volta.
Tirando le somme delle statistiche
La gara cambia volto nel momento in cui il Bologna resta in dieci. L’inferiorità numerica non azzera la fame rossoblù, ma ne modifica inevitabilmente i risvolti. La squadra perde lucidità nei duelli, soprattutto aerei (vinti solo nel 42%), è costretta a difendere più bassa e concede più palloni inattivi. Indipendentemente dall’espulsione di Heggem, Il gol su corner è figlio di uno scenario che si ripete: più pressione, più palle inattive, più probabilità di concedere qualcosa.
Massa in Bologna-Juventus (© Damiano Fiorentini)
Anche nel finale, però, il Bologna non rinuncia a cercare il pareggio. Continua a calciare, prova soluzioni dalla distanza, spinge con quello che resta. Ma il dato non cambia: zero grandi occasioni realizzate. È qui la sconfitta. Non nella mancanza di gioco, né nell’intensità, ma nell’incapacità di colpire quando si presenta l’occasione. Il Bologna perde una partita di questo tipo perché, l’equilibrio orizzontale dei numeri conta meno di quello verticale degli episodi decisivi. E la prestazione è sempre la stessa. A mancare è solo quel margine di cinismo che separa una buona gara da un risultato positivo. Ed è una distanza minima, ma sufficiente a spiegare perché, nonostante tutto, il Bologna esca dal campo a mani vuote.
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