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Bologna, la ricchezza nascosta: centrocampo d’oro per Italiano

Dal dinamismo di Ferguson alla regia di Moro, fino alla crescita di Pobega: il Bologna scopre un reparto centrale che può trascinare in Europa.

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Tommaso Pobega (© Bologna FC 1909)
Tommaso Pobega (© Bologna FC 1909)

Nonostante l’assenza di Freuler, i rossoblù possono contare su un centrocampo sorprendentemente profondo e variegato, una risorsa preziosissima per Vincenzo Italiano in vista dell’Europa League. Ferguson, Moro, Pobega, ma anche Fabbian e il ritrovato Sulemana: la mediana del Bologna si presenta come un vero tesoro da sfruttare, proprio in un momento in cui i punti diventano indispensabili per continuare a credere nel percorso europeo. E allora, cosa può permettere a questa squadra di fare il salto definitivo anche in Europa?

Centrocampo: Ferguson come perno che tiene unita la squadra

Lewis Ferguson non è definibile con un’unica etichetta: è un giocatore-strumento, capace di coprire più funzioni come chi passa da una melodia all’altra senza perdere ritmo. Cambia posizione, interpreta intensità diverse, si modella sulle esigenze della gara.

Dopo la panchina ragionata a Udine, domani tornerà centrale contro il Salisburgo in Europa League, nella partita più decisiva di questo periodo. Le sfide che contano rivelano i veri leader, e Ferguson è proprio uno di quelli che si fanno carico delle responsabilità quando il peso aumenta. A 26 anni unisce maturità e lucidità, diventando il riferimento emotivo e agonistico del Bologna. E soprattutto ora che Freuler è fuori, chi meglio di lui può guidare il gruppo nei momenti cruciali?

Lewis Ferguson dopo il match di Lecce (© Bologna FC 1909)

Lewis Ferguson dopo il match di Lecce, primo pareggio della stagione 25-26 del Bologna (© Bologna FC 1909)

Il centrocampo secondo Moro: visione, fisico e ordine

Se Ferguson sostiene la squadra dal punto di vista mentale e agonistico, Nikola Moro ne costruisce la forma in campo. È un regista-ingegnere, uno di quei giocatori che progettano lo sviluppo dell’azione quando si muovono, unendo precisione tecnica e corpo imponente. Il lancio che ha originato il gol di Udine fotografa perfettamente il suo modo di pensare calcio: lucido, rapido, coraggioso.

Italiano sa di poter affidare a lui il ritmo della squadra, anche in Europa, perché Moro offre un equilibrio raro tra qualità e struttura. Non è forse questo il tipo di regia che permette di affrontare partite ad alta intensità?

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Pobega, un equilibrio ritrovato che fa la differenza

Tommaso Pobega sta attraversando un momento brillante. Le reti segnate contro l’Udinese sono solo la ciliegina sulla torta di una crescita che riguarda corsa, gestione del pallone e capacità di scegliere il tempo giusto nei contrasti. Rispetto a un anno fa ha imparato a controllare meglio l’impeto, trasformandolo in uno strumento di pressione intelligente. È più ordinato, più consapevole, più utile alla squadra. Italiano ne ha sempre apprezzato il valore.

Rotazioni preziose: Fabbian e Sulemana ampliano le scelte

La forza del Bologna sta anche nelle alternative. Fabbian può essere utilizzato nei due di centrocampo, se necessario, pur essendo oggi immaginato più sulla trequarti. E poi c’è Sulemana, che non è più un’incognita: i pochi minuti di Udine suggeriscono che possa diventare un’opzione concreta per le rotazioni.

Ibrahim Sulemana scherza con i compagni durante l'allenamento a Casteldebole (©Bologna Fc 1909 via Facebook)

Ibrahim Sulemana scherza con i compagni durante l’allenamento a Casteldebole (©Bologna Fc 1909 via Facebook)

La stagione è lunga e piena di impegni: Italiano avrà bisogno di tutti. Ed è proprio la varietà del reparto centrale a permettere cambi, freschezza e soluzioni nuove. Forse è questa profondità la chiave per sostenere il doppio fronte, Serie A ed Europa?

 

Fonte: La Gazzetta dello Sport, Giorgio Bureddu

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