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Lezioni di Italiano – 3000Cuorirossoblù

Il Bologna di Anfield, il Bologna di Italiano ha superato la prova dei più scettici: da adesso in poi concentriamoci solo su questa stagione. Perchè, tolti gli scetticismi di chi è ancorato al passato, questa squadra ha moltissime cose da raccontare.

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Riccardo Orsolini durante Liverpool-Bologna (© Bologna Fc 1909)
Riccardo Orsolini durante Liverpool-Bologna (Fonte: Bologna Fc 1909)

Fra una cinquantina d’anni, dai più anziani, la serata di ieri sera verrà raccontata come la favola in cui il nostro Bologna ha combattuto contro il “feroce” Liverpool nella sua Anfield Road. Ma la serata di ieri sera è già passata alla storia.  Non solo per i ben giocati 90 minuti nel suo complesso, ma per il percorso che ci ha portato fin a lì e per il contesto in cui abbiamo giocato. Il “contorno” ce lo abbiamo messo noi e per noi intendiamo quei 3mila e rotti che hanno sostenuto la squadra per tutti i 90 minuti.

Ed è stato uno spettacolo nello spettacolo.

La prova del “nove”

Molti fra gli scettici aspettavano ieri come la “prova assoluta”, in casa della più forte o una delle più forti in Europa. Non pochi tifosi sono ancora ancorati alla scorsa stagione, bloccati nel ricordo di un’annata per molti versi irripetibile. E Anfield Road poteva essere una prova insormontabile, che avrebbe potuto dare il là ad un coacervo di propugnatori dell'”iotelavevodettismo”. Una sconfitta cosmica che avrebbe potuto (e quindi dovuto) diventare l’inno dei detrattori di questa rivoluzione estiva “subita”, denigratori di questa nuova stagione e dei suoi principali attori.

Ma così non è stato: un Bologna al limite del temerario, due soli gol subiti (e sul secondo si poteva fare qualcosa) e non poche occasioni avute. Un Bologna per nulla rinunciatario a casa dei primi (al momento) della classe in Premier League.

Occasioni avute? Due legni nitidi e diversi tiri verso la porta che solo l’imprecisione dei nostri stoccatori non ha regalato ai tremila di fede rossoblù la gioia del gol. E mai come in questo caso si sarebbe potuto parlare di gioia (calcistica). Tremila pellegrini con il cuore fasciato di rossoblù, che avevano solcato i cieli di mezza Europa (qualcuno perfino dalle americhe) e si erano dati appuntamento alle 21 ad Anfield Road.

Verso Liverpool-Bologna: la storia della città (©Bologna FC 1909)

Liverpool-Bologna

Chi c’era ci ha giurato che tutti i presenti avevano già vinto la Coppa dei Campioni, che difficilmente arriverà a maggio sotto le due torri. La coppa dell’entusiasmo, della gioia di tifare una squadra che, nel bene o nel male, è sempre stata padrona del suo destino.  Senza finire, negli ultimi anni, in un qualche “guaio” giudiziario. O, meglio, senza dover chiedere favori a chi non vorremmo mai chiederli, fino a non vender loro il nostro giocatore più rappresentativo.

Una squadra che dopo 60 anni è arrivata a giocare contro il Liverpool, uno degli “Olimpi” del calcio moderno. Il Bologna ha preso due gol, vero, ma non quell’imbarcata che i più pessimisti si aspettavano. Anzi tutti noi, ieri sera, abbiamo visto del bel calcio. E ci siamo riempiti di orgoglio.

Adesso è il momento di guardare avanti, Bologna

Domenica si torna alla normalità, almeno fino al 22 ottobre, momento in cui voleremo in un altro Olimpo. Il Villa Park dell’Aston Villa, a Birmingham.

Al Dall’Ara, domenica, arriva il Parma, uno dei derby della Via Emilia, e il Mister ha un’occasione d’oro: quella di non aver bisogno di guardare la classifica dello scorso anno della settima giornata. E così potrà far giocare la propria squadra con la stessa intensità con cui ha giocato a Liverpool. Adesso c’è l’esempio, adesso c’è il paragone. E far innamorare i nostri supporter , ancora una volta ,  del “nuovo che avanza”.

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