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Nel segno del Cobra: dove gli altri vedono scommesse, Sartori vede campioni

Giovanni Sartori ha trasformato i valori di mercato rossoblù: sono anche le sue intuizioni ad aver portato al trionfo in Coppa Italia.

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Giovanni Sartori, uomo calciomercato del Bologna (©Damiano Fiorentini)
Giovanni Sartori, uomo calciomercato del Bologna (©Damiano Fiorentini)

Di fronte al trionfo, la memoria si allunga. Il 14 maggio 2025 il Bologna ha scritto una delle pagine più luminose della sua storia recente: Coppa Italia in bacheca dopo 51 anni, battendo il Milan in finale. Ma dietro quella coppa, dietro il boato rossoblù dell’Olimpico e gli occhi lucidi di giocatori e tifosi, c’è anche una figura più silenziosa, ma assolutamente decisiva: Giovanni Sartori. Il direttore tecnico rossoblù è l’architetto dell’impensabile – insieme ad una sontuosa dirigenza –, l’uomo che ha trasformato il Bologna in una macchina da valore e risultati.

Giovanni Sartori: il Cobra che costruisce

Viene anche chiamato il Cobra. E non per caso: Giovanni Sartori non colpisce mai a caso. Il suo istinto da talent scout affonda le radici nel miracolo Chievo e trova poi maturità nell’Atalanta. Ma è a Bologna che sta portando a compimento la sua opera più completa: un club ricostruito con intelligenza, pazienza e visione.

Il Bologna che alza la Coppa Italia è anche — e soprattutto — figlio di un progetto tecnico chiaro: valorizzare, crescere, poi colpire. La sua specialità? Scovare talenti (spesso a basso costo), costruirne il contesto giusto e vederli esplodere. E i numeri raccontano molto più di un’intuizione.

Il tocco magico di Giovanni Sartori

Già all’Atalanta, Sartori aveva lasciato un segno indelebile. Suo il colpo Franck Kessié, pagato 1,5 milioni e venduto per 32. Suo Dejan Kulusevski, pescato a 3 milioni e rivenduto per 35. O Cristian Romero, acquistato a 17 milioni e passato al Tottenham per 50. Capolavori da catalogo.

Ma il Bologna non è stato da meno. L’operazione più eclatante? Joshua Zirkzee: pagato 8,5 milioni, oggi vendibile a non meno di 42. Poi Riccardo Calafiori, strappato alla Svizzera per appena 4 milioni e ora tra i difensori più richiesti d’Europa: valutazione attuale, 45 milioni. Più che acquisti, sono investimenti. Sartori ha seminato talento e raccolto leadership tecnica e patrimoniale.

Il valore come cultura: l’effetto Sartori sui rossoblù

Guardando i dati Transfermarkt, il Bologna ha vissuto una trasformazione verticale del valore di mercato. Basti vedere gli ultimi acquisti, dove ci sono operazioni con margini potenziali spaventosi. Lewis Ferguson, regista e capitano silenzioso: arrivato per 3,5 milioni, oggi vale 24 milioni. Santiago Castro, pagato 12 milioni: già oggi è stimato a 35. Dan Ndoye, esterno generoso (ma non troppo): da 12 milioni a 25 in meno di una stagione.

Non è solo una crescita individuale. È la cifra del lavoro di Sartori: creare un ambiente dove il valore si moltiplica, sia tecnico che economico. La rosa del Bologna, oggi, è una delle più giovani, più ricche e più appetibili della Serie A. Ma non è solo un tesoro da vendere: è una squadra costruita per competere.

Una vittoria che parla di futuro

Vincere la Coppa Italia è stato il coronamento del duro lavoro. Una tappa coerente. Con Sartori, il Bologna ha alzato l’asticella di tutto: organizzazione, scouting, competizione. Dietro ogni plusvalenza c’è una visione. Dietro ogni talento scoperto, un sistema.

C’è chi, tra i tifosi rossoblù, sostiene che la Coppa è solo l’inizio. E, può darsi, che Sartori lo sappia, ma questo ce lo svelerà solo con il mercato estivo. Bologna ha trovato il suo uomo del mercato, con lo sguardo lungo e la pazienza di chi sa che il calcio, alla fine, premia chi semina bene.

Giovanni Sartori non compra giocatori. Coltiva idee. E oggi, finalmente anche per il Bologna, quelle idee raccolgono trofei.

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