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C’è la firma di Italiano sulla storia del Bologna. Ora manca quella sul rinnovo (Il Resto del Carlino)

Il tecnico rossoblù è la prima firma sulla vittoria della Coppa nazionale, il primo trofeo dopo 51 anni. Un successo frutto di umiltà, squadra unita e passione condivisa da tutta la città emiliana. Ora però serve un’altra firma, quella a penna, sul rinnovo di contratto

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Vincenzo Italiano e Joey Saputo (© Damiano Fiorentini)
Vincenzo Italiano e Joey Saputo (© Damiano Fiorentini)

Vincenzo Italiano ha scritto la storia: dopo 51 anni ha riportato a Bologna un trofeo. Ha messo in bacheca la terza Coppa Italia del palmares rossoblù. Ha messo una firma indelebile sulla storia del club, grazie alle armi più nobili del mestiere: umiltà, lavoro e sacrificio.

Mercoledì sera ha fatto sua quella Coppa che gli era sfuggita già in un’occasione, contro l’altra formazione milanese. L’ha fatta sua e quasi non la voleva più lasciare. L’ha stretta e con un sorriso l’ha accarezzata per tutto il tempo. E come segno del destino, la prossima trasferta sarà proprio lì dove quella Coppa, come quella della Conference League gli è sfuggita più volte: a Firenze, contro la Fiorentina.

Italiano, un’altra firma per un futuro al Bologna

Vincenzo Italiano, allenatore del Bologna (© Damiano Fiorentini)

Vincenzo Italiano (© Damiano Fiorentini)

Dopo la firma, il segno lasciato sulla storia del club con il ritorno al successo in un torneo importante, Vincenzo Italiano ora può guardare al futuro. Il prossimo futuro, quello più immediato, lo offre la possibilità di mostrare ai tifosi viola che quel trofeo tanto atteso lui se lo è andato a prendere altrove. Mostrando di essere un vincente. Il futuro più a lungo termine, invece, è da disegnare. In casa rossoblù non sono attese sorprese: Italiano ha un contratto che lo lega al Bologna fino al 2026. Ma, a un anno dalla scadenza, il club vuole assicurarsi e vuole un rinnovo.

Le garanzie per la firma

Non ci saranno sorprese, Italiano dovrebbe accettare il rinnovo di contratto col Bologna. Piuttosto lo farà ricevendo la garanzia di poter avere una squadra ancora più competitiva di quest’anno. La sua leva sarà il rischio che si è assunto la scorsa estate, accettando una destinazione e una panchina che ribolliva dopo l’impresa-Champions di Thiago Motta. Una panchina che poteva contare sul nucleo della squadra, ma non sulle sue punte di diamante Zirkzee e Calafiori, sicure partenti. E senza Alexis Saelemaekers.

Saputo gli darà la squadra competitiva che chiederà, con l’augurio di aprire un ciclo assieme. E lo farà in nome di un’ambizione che in società cresce ogni giorno che passa e che mercoledì ha conosciuto la sua prima grande consacrazione.

fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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1 Commento

1 Commento

  1. Marcello mariuzza

    16 Maggio 2025 at 19:18

    tifoso del Bologna dal 1963(! avevo sei anni!)
    ho studiato a Bologna sei anni medicina
    è il più bello inaspettato ma sospirato da sempre momento della mia vita da tifoso
    complimenti al metodo e alla lungimiranza

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