Bologna FCEuropa League
Un condottiero nel freddo Mare del Nord
Nella gara di ieri contro il Brann, Lewis Ferguson ha raggiunto le 100 presenze in rossoblù e ha dimostrato ancora una volta il perché indossa la fascia da capitano di questo Bologna.
Serata gelida, ma allo stesso tempo caldissima quella di ieri al Dall’Ara per Bologna-Brann. Vichinghi alti e biondi con striscioni intimidatori “We eat tortellini with ketchup” hanno riempito il settore ospiti dello stadio, tingendolo di bianco e di rosso. La Curva Bulgarelli però, non si è fatta intimidire e ha risposto “presente” con uno spettacolo di giochi pirotecnici creando un’atmosfera da brividi.
Grande ritorno anche per Vincenzo Italiano dopo la convalescenza al Sant’Orsola per la polmonite. Il tecnico si è presentato senza berretto, ma con guanti e giubbotto pesanti. Inutile dire che la richiesta dello staff medico al tecnico “cercare di non sudare” è andata a farsi benedire al 23’ quando l’arbitro tedesco Daniel Schlager ha estratto il rosso per Lykogiannis.
L’espulsione diretta per il greco – per un fallo troppo leggero persino per un giallo – ha mandato il Bologna e il Dall’Ara su tutte le furie: impensabile che un episodio del genere non sia stato nemmeno riguardato al var.
Caos dopo l’espulsione di Lyko, Ferguson riporta la calma
Ma nel caos generale ecco che a prendere il timone del Bologna ci ha pensato uno che il “Mare del Nord” lo conosce bene: Lewis Ferguson, la cui madrepatria è divisa dalla Norvegia proprio dal freddo mare scandinavo.
Con lo spirito da vero highlander, Ferguson ha preso le redini del Bologna in un momento complicato, prima riportando l’ordine nelle menti dei suoi compagni e poi sul campo. Del resto, come dice il detto: “Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare” e il Bologna in dieci uomini, sotto la guida del suo capitano, ha dominato il Brann non rinunciando alla sua identità.
Bologna in azione contro il Brann (foto Damiano Fiorentini)
Bologna-Brann: Ferguson raggiunge le 100 presenze con una grande prestazione
La performance di Ferguson in Bologna-Brann è stata forse la sua migliore dall’inizio della stagione ed è stato un bellissimo modo di festeggiare le sue 100 presenze con la maglia rossoblù. Senza Freuler, lo scozzese ha avuto una responsabilità maggiore, ma non ha tradito le aspettative, anzi.
Il numero 19 ha giocato mille palloni, ha fatto ammonire due avversari e ha sfiorato il gol sul servizio di Orsolini a cui tuttavia, Dyngeland ha risposto un secco no. E in tutto questo, non c’è stato un momento in cui Ferguson non abbia incitato e motivato i suoi compagni.
Il Bologna è Ferguson
Il Bologna è Ferguson e Ferguson è il Bologna. Con il club rossoblù lo scozzese si è scoperto e ri-scoperto. Prima nel ruolo di trequartista sotto la guida di Motta – che nelle conferenze stampa non parlava mai di lui per paura di metterlo troppo in mostra – e poi con Italiano, nel nuovo costume di centrocampista.
Nel mezzo, un periodo buio in cui lo scozzese ha visto sgretolarsi il terreno sotto i piedi dopo la rottura del legamento crociato in quel maledetto 13 aprile 2024.
Ora manca solo il gol
Ad oggi qualcosa del vecchio Ferguson manca ancora, il ricordo dell’infortunio è ancora ben presente nella testa dello scozzese. Ma ieri contro il Brann quella fiamma da “Braveheart” era ben presente. Ferguson ha un valore inestimabile per i felsinei, ed è evidente che quel gol fatto con la nazionale scozzese a inizio ottobre ha risvegliato in lui una sete che non era consapevole di avere.
È vero, con l’assenza di Freuler al momento andare a rete potrà non essere la priorità, ma non c’è nessuno di più testardo di uno scozzese e se Ferguson vuole il gol, allora questo arriverà.
Lewis Ferguson esulta dopo il gol del 2-1 in Scozia-Grecia (© Lewis Ferguson via Instagram)
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