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Manolo Gabbiadini: Sogno di Mercato, Desiderio dei Tifosi o Missione Impossibile? – 29 giu

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Il suo nome è sempre sulla bocca del tifoso bolognese. Che sia estate o inverno, non passa giorno senza che venga nominato.

Manolo Gabbiadini, da quando ha lasciato Bologna, è sempre stato accostato, in maniera più o meno credibile, al club rossoblù, in attesa (o speranza) di un ritorno dell’attaccante bergamasco.

Come la si potrebbe definire una sua possibile avventura-bis sotto Le Due Torri? Sogno di mercato, in quanto il primo nome che leggiamo aprendo il cassetto dell’ipotetico calciomercato è il suo?

Oppure semplice desiderio dei tifosi, che lo vorrebbero a Bologna solamente per sfizio?

O ancora missione impossibile, guardandola dal punto di vista economico?

 

Personalmente credo che Manolo Gabbiadini, carta d’identità alla mano e pedigree sott’occhio, rientra appieno nella seconda categoria, nei cosiddetti sfizi dei tifosi bardati di rossoblù. Quando la passione e l’affetto, perché questo è, nel suo caso, intervengono nella valutazione di un giocatore, il rischio che la ragione passi in secondo piano è grande, quasi scontato.

Nell’ultima stagione, in Premier League, 28 presenze, quasi tutte da subentrato, per un totale di 1071 minuti giocati. Un gol ogni 214 minuti, una rete ogni due partite e mezza. Un po’ poco, in realtà. Aggiungiamoci tutti i problemi che il Southampton ha avuto durante l’anno, tra il rischio retrocessione e, a tratti, la sterilità offensiva: le attenuanti, comunque, sembrano non reggere.

Andando a ritroso, però, troviamo comunque una buona metà stagione in Inghilterra (o almeno, un inizio da urlo), e a Napoli minutaggio solamente da subentrato.

Manolo ha 26 anni, va per i 27 e, con il trasferimento in Inghilterra, il suo cartellino, a causa delle leggi del mercato pallonaro, si è alzato di prezzo, quasi in modo improvviso e senza spiegazione.

Ma ciò che ci si chiede è: ha davvero senso spendere una cifra importante (20/22 milioni di euro) per un giocatore che non è più una promessa, ma anzi sta rischiando di perdere il suo ultimo treno, ammesso e non concesso che lo stia già vedendo sfilare davanti a sé? Nel giro della Nazionale difficilmente rientrerà; qual è allora il vero motivo per cui una buona percentuale della Bologna calcistica vorrebbe rivedere Gabbiadini in rossoblù?

Ovviamente non ci siamo limitati al nostro orticello: www.1000cuorirossoblu.it ha deciso di estendere la domanda a più giornalisti di Bologna, di modo da avere un quadro il più dettagliato e completo su una questione che ha mille sfaccettature.

 

Nelle ultime sessioni di mercato, la suggestione Manolo Gabbiadini è sempre stata fortissima, vuoi per il bel ricordo che ha lasciato qui (alla prima vera esperienza in Serie A), vuoi perché a Bologna è rimasto legato, anche sentimentalmente (la moglie è di Sasso Marconi e l’attaccante torna sotto le Due Torri ogni volta che può).

Ciò che ci chiediamo è semplice: dati alla mano, è davvero conveniente per il Bologna riabbracciare Gabbiadini o il suo ritorno sarebbe più uno “sfizio” per i tifosi, un “voglino”, chiamiamolo così?

Lei che ne pensa di una possibile avventura-bis di Manolo in maglia rossoblù? Lo riaccoglierebbe o ha dei dubbi (di qualsiasi tipo)?

 

Roberto Beccantini (Gazzetta, Guerin Sportivo, Eurosport Italia): “Premesso che le minestre riscaldate è consigliabile evitarle: nel caso specifico il Bologna ha bisogno di un attaccante; la scorsa stagione l’unico in doppia cifra è stato Verdi, con 10 gol, che fra parentesi non c’è più. Mattia Destro è sempre lì sul confine, e spesso non lo valica. Per cui un Manolo Gabbiadini motivato, che conosce già l’ambiente e dal quale ne ha ricavato addirittura la donna della sua vita, potrebbe essere un’operazione che ha senso. Manolo è un attaccante moderno, che fa gol: non è di certo l’attaccante che ti cambia la stagione ma, in relazione alle esigenze e alle ambizioni del Bologna, direi che può rappresentare una pista percorribile soprattutto alla luce dell’allenatore che Bologna ha scelto, cioè Pippo Inzaghi, un grande attaccante. Gabbiadini è del novembre del 1991: se prendiamo alla lettera le cifre del mercato non compreremmo nessuno. Bisogna vedere se il giocatore ha piacere di tornare in una squadra di metà classifica: mi dispiace per Donadoni ma non ha saputo far fare il salto di qualità alla squadra”.

 

 

Stefano Biondi (Il Resto del Carlino): “Il Bologna farebbe bene a prendere Gabbiadini e altri giocatori che ne alzino la caratura tecnica. Invece cede le poche certezze acquisite (Verdi e Di Francesco) per puntare su Santander. Quindi, magari arrivasse Gabbiadini che, di fianco a un colpitore di testa, starebbe benissimo. Ma temo che cartellino e ingaggio avrebbero costi che il Bologna non è ancora in grado di permettersi”.

 

Alberto Bortolotti (Il Pallone Gonfiato): “A me sinceramente pare, da sempre, una “non-operazione”. Nel senso che in società mai hanno voluto, o potuto, prendere seriamente in mano l’idea. Chi va in Premier League acquisisce un “valore”, quindi un costo, troppo alto per quello che, tecnicamente, troppo spesso assomiglia a un Bolognetto. In più, Gabbiadini è un giocatore che non è riuscito in carriera a essere decisivo. Oltretutto Fenucci lo ha escluso categoricamente. Io non ci ho mai creduto ma, ahimé, ero supportato dai fatti”.

 

Franco Caniato (ll Resto del Carlino): “Bologna è una città ospitale ed è pronta sempre ad aprire la porta a chi ha lasciato un buon ricordo. Quindi, capisco il sogno dei tifosi di rivedere Gabbiadini sotto le Due Torri: per affetto e per qualità tecniche, che Manolo indubbiamente possiede. Poi, però, sono i dirigenti del Bfc a valutare l’importanza di un investimento così cospicuo su un giocatore come Gabbiadini, che comunque il Southampton non pensa proprio di mollare. Visti i movimenti di mercato rossoblù, non mi sembra che sia previsto l’ingaggio di Gabbiadini, quindi i tifosi passeranno un’altra annata a sognare o solamente a ragionare se Manolo sia più o meno utile a questo nuovo Bologna che sta nascendo con Inzaghi in panchina”.

 

Matteo Dalla Vite (Gazzetta dello Sport): “Gabbiadini è uno di quei giocatori che prenderei subito: ha il grande dono, oltre che di vedere la porta, di saper entrare subito in partita, al volo, nel caso in cui partisse dalla panchina. E queste caratteristiche non sono da tutti”.

 

Guido De Carolis (Corriere della Sera): “Credo sarebbe utile il suo ritorno. Bologna ha una grande tradizione nel rilanciare i giocatori (Baggio, Signori, Di Vaio). Gabbiadini non è a livello di questi, ma per questa Serie A è un ottimo giocatore, tecnico e sicuramente un giocatore da almeno 10 gol l’anno. Non può essere una prima punta, ma con Destro si completerebbe bene. Può ricoprire diversi ruoli in attacco e in più avere la moglie di Bologna è sicuramente qualcosa che lo può aiutare. In sintesi, sarebbe un ottimo acquisto”.

 

Simone Monari (Repubblica): “Gabbiadini mi pare un’ipotesi assolutamente priva di possibilità di concretizzarsi perché costa troppo. Prendono Falcinelli e forse Lapadula: mondi lontani”.

 

Sabrina Orlandi (Il Pallone nel 7):”Se si spera in continuazione nel ritorno di un giocatore, vuol dire che nei tifosi ha lasciato un buon ricordo. È un buon segno: quelli che lasciano un brutto ricordo non vengono invocati. Credo che il fatto che si veda spesso a Bologna, e che sua moglie sia di qua, siano due fattori che hanno un ruolo decisivo nel fatto che il suo nome circoli spesso in ottica mercato. Al momento però credo sia impossibile perché giocando in Premier ci sono cifre lontanissime dal campionato italiano, non solo per il Bologna ma anche per altre squadre. Trattativa impossibile scatenata dal fatto che a gennaio il procuratore di Gabbiadini è stato visto più volte a Casteldebole, senza tenere in considerazione il fatto che gestisce altri giocatori oltre a Manolo. Questo può aver messo in moto una serie di speranze: che i tifosi lo rivogliano a Bologna è più che legittimo, soprattutto perché qui fece bene. Al momento, però, mi pare un’operazione quasi impossibile: non so se più avanti, quando il giocatore avrà un’altra età e ci saranno altri livelli economici su cui poter contare si potrà fare, mai dire mai. Oggi lo riprenderei ma solamente se si tratta di un’operazione vantaggiosa economicamente: non spenderei per Gabbiadini gli stessi soldi che ho incassato per Verdi. In assoluto sì perché è un attaccante migliore degli attaccanti di cui il Bologna dispone. A quelle cifre, però, si può cercare un attaccante più pronto.”

 

Nando Pellerano (Corriere di Bologna): “La suggestione di riportare Gabbiadini a Bologna è forte, ma soprattutto fra i tifosi. La società al momento ha qualche problema a pagare al giocatore un ingaggio “inglese”, dopodiché… tutto è possibile, ma a breve dubito parecchio (di certo il suo acquisto accenderebbe la tifoseria e gli abbonamenti)”.

 

Furio Zara (Corriere dello Sport – Stadio): “Non credo che Gabbiadini verrà al Bologna, non ci sono le premesse perché venga, nel senso che tra ingaggio e costo dell’operazione si andrebbe a sforare quella che è la spesa prevista dal Bologna. Aldilà dell’aspetto sentimentale, quindi del ritorno di un giocatore che a Bologna è stato amato e che ha moglie di Sasso Marconi quindi bolognese, non ci sono proprio le premesse finanziarie e tecniche per rivedere il giocatore, anche perché il Bologna si è mosso in un’altra direzione per quanto riguarda l’attacco. Secondo me Gabbiadini resterà un sogno, un’illusione, un bel giocatore su cui i tifosi continueranno a fantasticare ma che non arriverà a Bologna”.

 

 

Il pensiero degli addetti ai lavori è chiaro: Gabbiadini sì, ma al momento è impossibile poterlo vedere a Bologna, se non per qualche scampagnata sotto i portici o a Palazzo a vedere la Effe.

La tecnica c’è tutta, d’altronde stiamo parlando di un giocatore che ha saputo vivere la sua migliore stagione giocando in un ruolo non propriamente suo (Sampdoria, esterno d’attacco, ma questo è un altro discorso). Acquistato dalla Juventus nel momento in cui la Vecchia Signora comperava giovani virgulti a palate, è riuscito comunque a emergere nel momento in cui l’Italia calcistica zoppicava maggiormente.

E se il buon Manolo, il cui cuore appartiene a Bologna, dovesse arrivare all’ombra di San Petronio solamente a fine carriera o quasi, ce ne faremo una ragione: lasceremo che a cullarci siano i ricordi e le emozioni. Nulla di più. Nulla di meno.

Perché sognare è ancora concesso a tutti, in un’epoca in cui i divieti superano le libertà. Nel frattempo, continuiamo a fissare il poster dell’ex numero 18 rossoblù appiccicato al muro. Puliamolo dalla polvere perché, si sa, i sogni son desideri. A tempo debito e alle giuste condizioni.

 

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