Bologna FC
Napoli-Bologna, Vincenzo Italiano: «Arrivati in finale si vuole vincere, speriamo di regalare un’altra gioia a tutti»
Le parole di Vincenzo Italiano e Lorenzo De Silvestri alla viglia della finale di Supercoppa Italiana, Napoli-Bologna
Un viaggio in quel dell’Arabia Saudita il quale vede l’ultimo atto avvicinarsi. E lo vede soprattutto per i colori Rossoblù: il Bologna, nella semifinale di venerdì, ha superato l’Inter ai calci di rigore, dopo l’1-1 nei 90 minuti. Vista la vittoria di 24 ore prima, nello stesso stadio, del Napoli contro il Milan, la finale di questa Supercoppa Italiana sarà “Scudetto contro Coppa Italia”, Napoli-Bologna, come tradizione vuole.
Una sfida che Vincenzo Italiano ha presentato così in conferenza stampa accompagnato dal Capitano, Lorenzo De Silvestri.
Le parole di Vincenzo Italiano e Lorenzo De Silvestri pre Napoli-Bologna
Avete una città intera che vi spinge a questa seconda grande notte nei giro di pochi mesi, e c’è una persona in più: Roberto Baggio. Anche questo, che spinta vi può dare?
Vincenzo Italiano: «Ce l’ha data anche in finale di Coppa, perché la portò lui. Ed è servita anche lì, visto il risultato. Abbiamo bisogno di ulteriore spinte, se arriva anche da lui ben venga. Ci giochiamo tantissimo, viviamo un’altra finale storica per il Bologna e vogliamo giocarcela nei migliore dei modi. Mi riferisco alla preparazione della sfida: sotto tutti i punti di vista, anche nell’eventualità dei rigori. Vogliamo fare una grande partita per noi, per la società e per la nostra gente. Baggio lo avevo incontrato prima della finale di Coppa Italia: l’anno di Bologna gli è rimasto dentro».
Quanto bisogna essere forti mentalmente domani, e cosa vi viene in mente guardando la Coppa?
Lorenzo De Silvestri: «Tutti cercano di tirare fuori un qualcosa in più anche con le parole, come ha fatto Orsolini con Heggem prima della partita. È bello essere qui e noi l’affronteremo nella maniera più giusta che ci sia, ne sono sicuro». Vincenzo Italiano aggiunge: «Sono d’accordo, l’abbiamo dimostrato anche in semifinale: siamo andati sotto e abbiamo recuperato. C’è stata una crescita costante negli anni e queste partite ci aiutano, ce lo porteremo anche domani».
Come sta vivendo lo spogliatoio l’ansia per domani?
Vincenzo Italiano: «Non c’è ansia ma concentrazione, dobbiamo recuperare energie e forze perché abbiamo avuto poco tempo, c’è la voglia di fare molto bene. Dobbiamo mandare in campo i primi undici che possono performare a livello altissimo, ma tutti quelli che hanno faticato l’altra sera potranno dare tanto»
Per De Silvestri: cosa stai preparando per la finale, tu che hai studiato anche questa parte mentale per la performance?
«Ma io spesso vado a braccio, a sensazioni. Lo faccio per la mia esperienza, per i vent’anni di carriera che ho alle spalle. Io sono orgoglioso di essere il Capitano di questa squadra, in questo gruppo ognuno sa cosa deve fare e tutti sono coinvolti. Bologna e tutto l’ambiente lo sanno, ecco perché sono tutti vicini alla squadra. Di preparazione per queste partite ce n’è poca da fare».
Per Italiano: Che finale è per te umanamente e professionalmente? Vedi un gruppo con più consapevolezza?
«Io e il mio staff ne abbiamo giocate un bel po’ ma questa è particolare. Adesso a poca distanza dal fischio d’inizio l’emozione è diversa: cambia l’avversario, ti giochi tantissimo. Ogni partita è diversa e cerchi di prepararla al meglio, ma non puoi basati su quelle del passato. I problemi e le dinamiche sono sempre diverse. Noi pensiamo solo a dare una gioia al nostro pubblico e la nostra società: questo è il pensiero quando arrivi in una finale.».
Per Italiano: che stava pensando prima quando guardava la coppa?
«Sinceramente che è più bella dal vivo che dalle immagini. È inutile dire “siamo qui, è già un successo”. Quando giochi le finali vuoi solo alzare il trofeo al fischio finale, noi cercheremo di dare il massimo. Dico che è vietato toccarla, non guardarla (ride, ndr). È bello giocarsi queste partite, arrivi qui poi dopo aver vinto la Coppa Italia, che ti da appunto la possibilità di giocare altre partite importanti».
Per Italiano: ci hai abituato sempre a cambiare formazioni, per domani hai qualche dubbio?
«Domani senza Bernardeschi dobbiamo cambiarla per forza. È una perdita importante perché stava svoltando. Due clavicole in un anno è un’anomalia penso, io non l’avevo mai sentita, a noi invece per Remo (Freuler, ndr.) e Berna, due pedine importantissime. Non dobbiamo sbagliare i primi undici, al di là dell’aspetto fisico: sono partite che richiedono grande applicazione e concentrazione».
Cosa significa per voi e per il club essere qui?
Lorenzo De Silvestri: «La storia l’abbiamo fatta a Roma e siamo qui per questo. DI quel momento ne abbiamo parlato con i ragazzi e ne parliamo, ma quando ottieni un trofeo alzi l’asticella e aumenta la pressione, che è bella da vivere. Noi stiamo bene ovunque, giocatori e staff, che ringrazio pubblicamente perché anche qui non ci stanno facendo mancare niente. Ci teniamo anche per loro ad alzare il trofeo».
Per Italiano: tu di finali ne hai giocate e anche bene, vorrei un tuo pensiero sulla frase “le finali non si giocano, si vincono”?
«È perfetta, perché quando perdi ci stai troppo male. Questa è la mia ottava, alcune vinte e altre perse. Il mio ricordo è che sono state giocate tutte a testa alta, a viso aperto e onorando una finale. L’ho detto prima, domani si andrà in campo e si cercherà di assecondare quella frase, senza avere alcun rimpianto però».
Per Italiano: l’unico allenatore vincente consecutivamente per due stagioni consecutive è stato Arpad Weisz. Le generazioni si tramando le grandi squadre della storia, quella di Bulgarelli, di Baggio ecc. Tu senti che stai lasciando un qualcosa alla città che rimanga nella memoria? Per te questo è più che un lavoro?
«Il calcio per me è una ragione di vita, da quando sono nato. Diventa una professione e cerchi di farla sempre con gioia, con il sorriso, sia prima da calciatore che ora da allenatore. Mi piacerebbe sentir dire tra qualche anni “il Bologna di De Silvestri, di Italiano, di Orsolini”. Io ho sentito parlare dei giocatori e mister che sono passati di qui, e non mi dispiacerebbe che ci fossero anche i nostri nomi un giorno».
Per De Silvestri: oggi nella rifinitura si è visto un bologna disteso, è un segnale che mentalmente vi sentite liberi nonostante una finale importante?
«Chi segue il Bologna da anni lo sa che noi facciamo sempre così, il primo è il mister. Questa è la chiave: siamo amici, stiamo bene insieme e un gruppo fantastico. L’uomo viene sempre prima del calciatore, e questo gruppo spesso sopperisce il livello con le altre squadre per questo. È bellissimo preparare queste partite».
Per Italiano: Conte ha rappresentato un modello per te?
«Il mister con la Juventus dei tre Scudetti me lo ricordo bene, ma aveva fatto bene anche in precedenza. Io facevo il calciatore e lui allenava il Bari: ha cambiato anche lì, da quei momenti lì. Mi è rimasto il suo campionato vinto con la Juve senza mai perdere, è uno dei migliori al mondo e ha vinto tanto. Grande carisma e grande persona, per me è sempre un piacere. È fonte di ispirazione per tanti».
Per Italiano: come si sente ad affrontare una squadra che ha stima nei suoi confronti, a partire dal presidente?
«Ho avuto il piacere di parlare con De Laurentiis, soprattuto dopo un Napoli-Spezia. Prima di una partita è venuto dentro lo spogliatoio e da grande gentiluomo ci aveva fatto i complimenti per quello che avevamo dimostrato. Io lo stimo e lo apprezzo: da quando è arrivato lui il Napoli ha fatto un grande step».
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