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Orso e il Bologna: No place like home

L’esterno rossoblu ha raccontato la sua vita a Casteldebole, tra un recente passato roseo e un futuro pieno di sogni

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Riccardo Orsolini durante il ritiro del Bologna a Valles (©Ilaria Matteuzzi 1000 Cuori Rossoblù)
Riccardo Orsolini durante il ritiro del Bologna a Valles (©Ilaria Matteuzzi 1000 Cuori Rossoblù)

Dopo aver espresso i suoi obiettivi con la maglia Nazionale, Riccardo Orsolini si è reso protagonista di un’altra intervista per SportMediaset, nella quale ha raccontato il suo percorso rossoblu, con uno spiraglio sul futuro. Spiraglio che era tutt’altro che scontato fino a pochissimi mesi fa, quando sotto le Due Torri si sono presentati i sauditi dell’Al-Quadsiah con un contratto da 10 milioni annui per lui. Riccardo ha rifiutato per rimanere «nella mia seconda casa, perché sono tanti anni che lavoro qui e mi trovo bene con l’ambiente, con i tifosi, con lo staff e coi ragazzi in un ambiente sano e familiare». 

Una stagione da crocevia

Per i ragazzi di Italiano si prospetta una grande stagione e, nonostante qualche passo falso, il 7 resta assolutamente ottimista. Tra l’altro, l’avvicinamento alla sfida di San Siro gli ha riportato alla mente dolci ricordi, proprio come a ciascuno dei tifosi rossoblu. Rivedere il Milan ha significato anche la rinascita di un ricordo, che forse non morirà mai. Specialmente perché, con Orso, allo stadio c’era tutta la famiglia. Anche la nonna, figura fondamentale nella sua crescita personale. 

Riccardo Orsolini esulta per il gol dell'1-0 in Bologna-Como (©Damiano Fiorentini) ore

Riccardo Orsolini esulta per il gol dell’1-0 in Bologna-Como (©Damiano Fiorentini per 1000cuorirossoblu)

Tuttavia lo sanno tutti: non si può vivere di ricordi. Il passato è dolce, ma resta pur sempre alle spalle. Il bello del futuro, invece, come direbbe Albus Silente, è che deve ancora accadere. E, secondo Riccardo, sarà ancora più roseo. «Sono convinto dei miei mezzi e di quelli dei miei compagni: i gol sono una conseguenza del lavoro di squadra e delle conclusioni individuali. Spero di farne tanti, ma soprattutto che il Bologna raggiunga gli obiettivi di squadra». 

La migliore annata

Lo scorso anno, sono arrivate 17 reti, oltre al successo in Coppa Italia. In quella che può essere definita la miglior stagione in carriera del 7, è arrivato anche il gol che ha assegnato lo scudetto ai danni dell’Inter. « I tifosi napoletani mi hanno scritto in massa. Li ho ringraziati anche per l’affetto che mi avevano dimostrato. Poi io non sono un giocatore del Napoli, quindi una dimostrazione di tutto questo affetto mi ha fatto enormemente piacere. Però è anche vero che io ho fatto il mio lavoro. Se il gol è servito a far vincere lo scudetto al Napoli, è buono per loro, io ho fatto solo il mio». Effettivamente, Orso ha fatto il suo lavoro. Ma c’è stato anche lo zampino di quel gol sulla sua successiva convocazione in Nazionale, dopo il celebre toc toc perpertrato in lungo e in largo. Con Spalletti, ad ogni modo, non c’è stato alcun alterco: solamente un “gioco” goliardico che è diventato un portafortuna.

Uno spogliatoio magico

Nello spogliatoio rossoblu l’esterno di Rotella è ormai un senatore. Avendo vissuto diverse ere in quel di Casteldebole («Ognuno degli allenatori che ho avuto ha cercato di trasmettermi qualcosa e mi ha fatto crescere sotto determinati punti di vista»), ha convissuto con parecchi compagni. Uno su tutti, Lorenzo De Silvestri, con il quale Orsonaldo ha un rapporto strettissimo. Sul terzino ex Toro, Orso ha solo parole al miele («Sappiamo il valore umano di Lollo e la sua importanza all’interno dello spogliatoio, quindi penso che possa far bene al gruppo uno come lui, che anche quando non gioca riesce a dare la giusta carica ai ragazzi e a fare discorsi motivazionali»), e si augura di vederlo in Emilia ancora a lungo.

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