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RdC – Di Natale: “Riconoscente a Perani. Bologna e Udinese squadre giovani ma con qualità – 28 Dic

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Nato calcisticamente vicino a Bologna, cresciuto calcisticamente contro il Bologna. Lo stesso Antonio di Natale lo afferma: “Alla città devo tanto quanto lo devo a Marino Perani: mi ha insegnato tante cose che mi sono portato dentro per sempre“.
I suoi numeri parlano chiaro: 311 gol in 728 partite. Non male per un giocatore che è partito dall’Iperzola (C2 nel ’97-’98) allenata proprio da Perani, il quale lo fece esordire a 20 anni. “Era una bravissima persona – ha affermato Totò – e non solo perché mi faceva giocare. Mi insegnò che un attaccante, oltre al gol, deve avere in mente di sacrificarsi quando è senza palla“.

L’Iperzola è la squadra di San Lazzaro di Savena, dove l’ex 10 napoletano viveva, tra l’altro. “Per fortuna che c’era Fabio Poli che mi portava in centro fuori dall’orario degli allenamenti. Con lui c’erano anche Davide Succi o Mezzini, ma io seguivo Fabio“.

Dal Di Natale del passato, quello che “Bologna mi portava fortuna perché in 5 campionati gli feci 8 gol. Ciononostante, non l’ho mai ripudiata perché, quando potevo, mi fermavo sempre a mangiare i tortellini…senza ingrassare troppo“, al Di Natale del presente, quello che “La squadra è giovane, seppur con qualche pedina esperta, e allenata da un ottimo tecnico come Donadoni“.
Ma in chi si può vedere il Totò dei giorni nostri? In Verdi, sì, ma non tanto come stile di gioco (come nel caso di Insigne) “Come me, ha fatto bene a non andare a Napoli. La fretta può far commettere alcuni errori perché con i rossoblù può diventare più forte, anche con Di Francesco e Destro“.
E riguardo a Destro? Come si cura l’astinenza dal gol? “A me pare che a Mattia piaccia più il girone di ritorno. Deve avere più continuità, non solo in termini di gol, anche sotto il punto di vista di lavoro per la squadra. Ha grandi qualità e diventerà un valore aggiunto“.

E l’Udinese? “Adesso non vivo più in Friuli, bensì in Toscana, ma seguo ancora la squadra. Oddo è riuscito a metterla a posto perché ci sono tanti giovani e con loro ci vuole pazienza

 

Fonte immagine di copertina: Getty Images

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