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RS – Stadio – Regno: “Dobbiamo avere coraggio” – 13 Apr

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Nel giorno dell’influenza intestinale di Davide Ballardini, è  Carlo Regno che comanda le danze nella conferenza stampa, che assume i toni di grande schiettezza e sincerità, con una trasparenza quasi disarmante. La sua, si legge nell’articolo odierno di Stadio, è un’autentica passione per i colori rossoblù, lui che a Bologna, marchigiano di orgine, è da decenni che si è stabilito con famiglia e di Bologna ne ha preso le dimensioni emozionali: «Noi  dobbiamo solo fare un risultato positivo. Anzi in casa bisogna vincere. Anche prima del Cagliari lo dissi. Se anche questa volta andasse bene avremmo fatto tombola».

Bisogna vincere e, per fare questo, occorre osare di più: «Va bene guardare i risultati degli altri, ma noi dobbiamo pensare solo a noi stessi, senza sperare nei passi falsi delle altre: loro (e qui ragiona sul Parma,ndr) è giusto che credano all’Europa, è un traguardo ambizioso ma sono una squadra che gioca bene e si è dimostrata molto forte. Credo che sarà ancora più dura che a Milano perchè sul nostro campo dovremmo comunque provare di fare un risultato che ci possa sollevare da questa posizione difficile».

Poi la disamina va a cadere sui suoi giocatori e sulla sua rosa: «Purtroppo Khrin non ce l’ha fatta a riprendersi, non si è mai allenato. Perez? Si sta riprendendo, ma non sono certo che sia al massimo. Lo deciderà Davide solo poche ore prima della partita. Certamente se sta bene non ci sono dubbi che sarà lui a partire titolare. Lui è normalmente quello che trascina il gruppo, ma se non ci fosse bisogna trovare con umiltà la forza nell’unità del gruppo e nella coesione tra i giocatori. Senza dimenticare il fondamentale aiuto del pubblico; Kone è un giocatore di qualità, che fa un calcio suo, fatto di cose davvero importanti».

Poi si sofferma sul punto fondamentale della partita odierna: «Serve un po’ di coraggio, bisogna osare come ha fatto Garics a Milano. Acquafresca? Si è allenato regolarmente e ha già dimenticato l’errore, altrimenti non potrebbe fare il giocatore di serie A». Carlo chiude la sua confernza dietro quegli occhialini da professore, ma con l’umiltà di chi si di  essere “capace” senza la necessità di sventolarlo agli altri: capace anche di amare quei colori rossoblù che oggi si giocano una grande chanche di permanenza in paradiso, con lui a dirigere e a sperare in panchina.

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