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Bologna

The Day After – 10 Mar

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La sconfitta di Guaraldi

Nonostante un punto prezioso ( reso tale dai risultati delle altre concorrenti, Chievo a parte), in casa Bologna non c’è di certo da star sereni: quello andata in scena al Dall’Ara, per gioco e qualità espresse in campo, è stata senza ombra di dubbio una di quelle partite catalogabili come potenzialmente ” sonnifere” per povertà di emozioni e tiri in porta.

0-0, il secondo consecutivo dopo Verona: ma se all’indomani della trasferta scaligera il rimpianto e il rammarico la facevano da padroni, oggi nel post-partita di questo triste e noioso pareggio, il sentimento più gettonato e diffuso è senza dubbio la paura di rivedere scene e film già visti in precedenza.

Perchè oggi, seguendo un unico e solo diktat, il Bologna avrebbe dovuto vincere senza se e senza ma, rompere l’astinenza del goal e pure dei tre punti tra le mure amiche: in effetti, quale miglior occasione di infrangere tale digiuno se non contro l’ultima in classifica?

Eppure, poche ore dopo la fine del match, eccoci qua a commentare l’ennesima vittoria mancata, frutto della tattica superdifensivista di Ballardini ( unico modo comunque per non prenderne sei a partita) e di un attacco ormai ridotto ai minimi termini, con la forzata coppia Acquafresca-Paponi ( perfetto specchio di quello che è stata la gestione societaria degli ultimi anni) a cercare la rete nei secondi quarantacinque minuti.

No, il risultato di oggi in fondo non è stato un pareggio: se ancora ci fosse stato bisogno di conferme, quella del Dell’Ara non è stata che l’ennesima sconfitta di un Albano Guaraldi sempre più isolato e nervoso, capace di rispondere in modo poco “presidenziale” alle critiche di un tifoso della tribuna.

Oggi il campo ha parlato, dando sentenze pressochè definitive: se nel giro di due anni passi dal giocare con Diamanti e Ramirez ( senza scordare Gilardino) a Ibson e compagnia, peggiorando pure in modo esponenziale i conti, la colpa è solo tua e di nessun altro.

Perchè al di là di salvezza o retrocessione, quello che serve realmente al Bologna è un cambio di fondo, netto e definitivo una volta per tutte: la città ha tollerato anche fin troppo, dai Menarini a Guaraldi.

Riuscire a prendersela con i tifosi dopo l’osceno spettacolo odierno non è che l’innumerevole paradosso di questa barzelletta continua che, sotto le Due Torri, ormai non fa più ridere nessuno…

 

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