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ViRTUS – La Segafredo s’impone su Pesaro e agguanta il quinto posto – 3 feb

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SEGAFREDO VIRTUS BOLOGNA – VL PESARO   85 – 67    (30-12; 21-20;15-15; 19-20)

 

Segafredo Virtus Bologna –  Jurkatamm, Umeh 23, Pajola, Baldi Rossi 2, Ndoja, Lafayette 11, Aradori 21, S. Gentile 5, Berti, Lawson 13, Slaughter 10. All.: Ramagli    

VL Pesaro – Omogbo 8, Ceron n.e., Mika 9, Moore 25, Bocconcelli, Ancellotti 3, Little 9, Bertone 8, Monaldi 5, Serpilli n.e.. All.: Leka

Quintetti iniziali: BO: Umeh, Baldi Rossi, Lafayette, Aradori, Slaughter; PS: Omogbo, Mika, Moore, Little, Bertone.

Tiri liberi: BO 18/28, PS 11/13

Rimbalzi: BO 41, PS 41

Falli: BO 14, PS 19

 

 

Anticipo del sabato sera che una volta odorava di storia, al PalaDozza, ma il profumo attuale è abbastanza diverso: Pesaro, nonostante la presenza di Moore, secondo realizzatore del campionato, annaspa all’ultimo posto, forse anche non del tutto meritatamente, mentre la Virtus cerca di proseguire quel percorso di rinascita che ha determinato il ritorno al tutto esaurito in Piazza Azzarita. Bolognesi ancora senza Ndoja e Alessandro Gentile, ma i pericoli per loro potrebbero venire soprattutto dalle buone percentuali di tiro dei marchigiani in trasferta. Pesaresi, invece, al completo. Dovrebbe dunque essere la difesa la chiave del match e così pare fin dai primi attimi della partita: il 6-0 iniziale infatti è figlio di una aggressività difensiva che confonde la VL. Poi, come è nelle abitudini dei bianconeri, momenti di distrazione lasciano riavvicinare gli avversari, ma è un attimo: dopo 4 minuti il +10 (16-6) costringe Leka a chiamare il primo time out. La Virtus gira la palla con costrutto, Pesaro non riesce ad avvicinarsi al canestro, fino ad una bellissima schiacciata di Omogbo, cui risponde però una tripla dell’indiavolato Umeh: 10 punti nei primi 6 minuti. Il trend rimane lo stesso nonostante i numerosi cambi da una parte e dall’altra. Dal 9’ spazio anche al baby Pajola e col canestro da sotto di Lawson il quarto si chiude 30-12. Principale assente proprio il cannoniere Moore, totalmente imbrigliato. Il secondo quarto continua apparentemente per pura accademia, il divario aumenta inesorabilmente con alcune azioni spettacolari, in attacco, soprattutto di Slaughter e Lafayette, mentre Pesaro non riesce a togliersi il bavaglio, non si capisce fino in fondo quanto per i meriti di una difesa che appare tentacolare oppure per demerito dei biancorossi, visibilmente in crisi di fiducia, per quanto un piccolo break finale li riporti a -19, con la truppa di Ramagli che accenna ad un rilassamento che potrebbe costare qualcosa. Due peraltro i bolognesi già in doppia cifra, oltre a Umeh (13) brilla anche Aradori (14), mentre fra i pesaresi l’unico che sembra essere in partita è Omogbo (all’intervallo 6 punti, 7 rimbalzi e 13 di valutazione). Il terzo quarto comincia con la Virtus che sembra sentirsi in amichevole, e dopo tre minuti Ramagli chiama time out, mentre i pesaresi cominciano a crederci, nonostante il divario. Da qui in avanti sono solo scaramucce, però, utili più che altro per le statistiche, alle quali si affaccia con qualche invenzione anche Moore, che entra in doppia cifra ma con medie un po’disarmanti (fin qui 13p con 5/13 dal campo). La partita vera era tuttavia già finita nei primi 8-9 minuti, un garbage time di oltre trenta minuti infervora a tratti i tifosi ma lascia poco spazio a considerazioni di carattere tecnico, senonché si può certamente dire che il vero vincitore sia stato Ramagli, che evidentemente ha preparato la partita con assoluta efficacia. Finisce, con un risultato francamente un po’ bugiardo, 85-67, con scampoli di secondi anche per gli under Jurkatamm e Berti. Moore porta a casa 25 punti utili per il curriculum, ma Pesaro è apparsa in seria difficoltà sia tecnica che di personalità. Da rimarcare infine i 17 rimbalzi di Omogbo, assieme alla doppia/doppia di Slaughter (10p, 10r). Tutto qui, ma da qui in avanti per la Virtus si alzerà di molto l’asticella, con le trasferte a Sassari e Venezia, prima di ospitare l’EA7 Armani Milano. 

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