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Il Resto del Carlino – La rivoluzione passa da Sartori

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Lavoro, programmazione, lungimiranza: non si tratta di uno spot pubblicitario, ma delle parole chiave che riportano al lavoro di Giovanni Sartori. Che ha compiuto (e sta compiendo) un’encomiabile opera di ricostruzione della dimensione rossoblù, oggi sempre più identitaria, connotata come realtà che funziona e sospinta da un entusiasmo che ogni giorno pervade un po’ di più l’ambiente.

La storia non mente

D’altronde, come spesso si dice, nulla è lasciato al caso. E se qualcuno, magari, poteva dubitare sulle qualità del ds lodigiano, è stato subito smentito. La storia, del resto, parla per lui: l’Euro-Atalanta, da comprimaria di qualche anno fa, è divenuta ormai presenza fissa nei piani alti della classifica grazie soprattutto al suo iniziale contributo; il Chievo dei miracoli annata 2001 fa storia a sé. Una lunga carriera, in cui centrali sono stati anche i rapporti con gli allenatori: Delneri a Verona, Gasperini a Bergamo (con alterne fortune sulle vedute d’insieme). Oggi a Bologna, il ciclo sartoriano è ripartito con un Thiago Motta sulle spalle, con gioco e risultati in crescendo che appaiono sempre più evidenti agli occhi di tutti.

I numeri

L’arrivo del tecnico italo-brasiliano, già l’anno scorso, aveva portato al record dei 54 punti; quest’anno, la sinergia con Sartori a costruire una squadra ancor più competitiva, che con una sola sconfitta all’attivo e ben 14 punti (14 come le partite di fila senza ko escludendo il Milan), si trova a sole tre lunghezze dal Napoli campione e quarto in classifica.

Ma ci sono anche altri numeri, quelli provenienti dal mercato e dal valore dei giocatori: difficilmente si ricorda un Bologna capace di far partire due elementi del calibro di Kristiansen e Ndoye (rispettivamente, 15 milioni di terzino e 8 di esterno) solo dalla panchina. Su cui, peraltro, sono rimasti seduti Karlsson e Fabbian (16 in due) oltre che Posch (5,5, ma ne vale già almeno il doppio), con Lucumì fermo ai box.

Il livello dei nomi parla da sé, senza considerare che molti sono arrivati a prezzi convenienti o a seguito di trattative comunque economicamente vantaggiose: dallo svedese ex Az (pagato la metà rispetto ai 20 richiesti) a Saelemaekers, per il cui prestito sono stati sborsati solo 500 mila euro.

E ciliegina sulla torta: è arrivato anche il rinnovo di Orsolini. Ora, per continuare a poter sognare in grande ne manca solo un altro: quello dell’altro artefice, seduto in panchina. Che a fine mercato aveva ammesso: “Ho avuto dubbi che non ci fosse identità di vedute”, venendo smentito dalle operazioni portate termine dal ds. Il quale, evidentemente, aveva già pensato a un Bologna in grande: se lo sarà davvero, lo si vedrà a fine stagione. Ma le premesse, senza dubbio, sono ottime.

 

(Fonte: Il Resto del Carlino – Marcello Giordano)

 

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