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Bologna

Sliding doors – La semifinale del rimpianto (se un evento avesse potuto cambiare il corso delle cose)

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“Avrei preferito venir battuto da una squadra più forte”. Con queste parole l’allora tecnico del Bologna, Carlo Mazzone, commentò l’ingiusta eliminazione dei rossoblù dalla Coppa UEFA 1998-1999.

Ma cosa sarebbe accaduto davvero se Blanc non avesse segnato il rigore dell’1-1?

Era il lontano 20 aprile 1999. Quella sera allo stadio Dall’Ara i rossoblù si giocavano, contro il Marsiglia, l’accesso alla finale di Coppa UEFA. All’andata la partita terminò con il risultato di 0-0, nonostante il Bologna per lunghi tratti della gara dimostrò di essere nettamente superiore ai transalpini.

Mazzone sapeva, però, e lo dichiarò apertamente nel prepartita, che: «Lo 0-0 non garantisce nulla anche perché non potremo più contare sull’effetto sorpresa – affermava con un po’ di amarezza l’allenatore romano. I francesi (all’andata, ndr) si aspettavano un’altra squadra, tutta in difesa. Invece la nostra è stata una delle più belle partite della stagione. Mi è piaciuta la freddezza della squadra, che non si è fatta condizionare dal clima degli spalti. Adesso però anche a noi servirà l’aiuto del pubblico». Piedi per terra, dunque, e attenzione perché il Marsiglia a Bologna era pronto a giocarsi il tutto per tutto. Era questo, in breve, il messaggio che Sor Carletto volle trasmettere alla squadra e all’ambiente durante tutta l’ultima settimana.

La città, in fervente attesa, non ci pensò su due volte e rispose presente all’invito del proprio tecnico. Già mezz’ora prima dell’inizio del match le tribune del Dall’Ara erano colme fino all’orlo, 38mila spettatori pronti a incitare il Bologna.

Alle 20:30 l’arbitro tedesco Markus Merk, dentista di professione, diede il via alla partita più importante dei felsinei degli ultimi venticinque anni. Iniziò Bologna-Marsiglia. I rossoblù partirono subito forte e misero costantemente sotto pressione la difesa dei francesi. Al 18’ la svolta, Edson commise un brutto fallo su Binotto, punizione battuta veloce, Signori crossò in area, la palla arrivò sui piedi di capitan Paramatti che controllò e scaraventò un destro micidiale che non lasciò scampo al portiere dei transalpini. Esplose lo stadio, Bologna meritatamente in vantaggio. Il Marsiglia provò a reagire ma gli emiliani si difesero bene. Finì il primo tempo, 1-0. Mazzone, dirigendosi verso gli spogliatoi, commentò così la prestazione dei suoi e, da grande maestro di calcio quale era, profeticamente avvertì: «Un buon Bologna contro un avversario molto forte. Sicuramente per vincere questa partita un gol solo non basta».

Cominciò la ripresa. Nei primi quindici minuti il Bologna cercò insistentemente il raddoppio, ma senza riuscirci. A venti minuti dal termine del match l’allenatore rossoblù percepì che la squadra aveva bisogno di energie nuove per resistere all’avanzata marsigliese: dentro Cappioli e Nervo, fuori Binotto e Fontolan. L’obiettivo di Mazzone era chiaro, voleva tenere il possesso della palla e abbassare il ritmo della partita. Al 39’, però, il Marsiglia trovò la giocata che aspettava, Blanc verticalizzò per Gourvennec, imbucata per Maurice che si ritrovò a tu per tu con Antonioli, quest’ultimo in uscita lo stese. L’arbitro non ebbe dubbi, calcio di rigore per i francesi e ammonizione per il portiere. Improvvisamente calò il silenzio su tutto il Dall’Ara, a soli sei minuti dalla fine le sorti della partita potevano ribaltarsi. Blanc, capitano dei transalpini, si incaricò del tiro, dalle tribune caddero fischi di paura, l’arbitro autorizzò la battuta, il giocatore partì con la rincorsa e, palo!

Tutto lo stadio esultò, Marocchi fu il più lesto a fiondarsi sulla ribattuta e allontanò la palla in fallo laterale. Il quarto uomo segnalò cinque minuti di recupero, ancora cinque minuti di sofferenza per il Bologna perché il Marsiglia non si abbatteva e continuava ad attaccare a testa bassa. Al 93’ Bia lanciò lungo, Andersson di testa prolungò per Ingesson, che nuovamente di testa riuscì a direzionare la palla in area di rigore avversaria, Signori si avventò, scavalcò l’ultimo difensore dei francesi e solo davanti al portiere segnò il 2-0. Apoteosi al Dall’Ara, ormai era fatta. Dopo due minuti arrivò il triplice fischio, la strada verso la finale di Mosca si era aperta dinnanzi alla formazione rossoblù.

Mazzone fu incontenibile, tanta era l’euforia che improvvisò una cavalcata verso la curva Bulgarelli per andare a esultare con i tifosi, era lui il principale artefice di questo sogno.

Nell’ultimo atto della competizione il Bologna andrà ad affrontare gli acerrimi rivali del Parma. Le due squadre quello stesso anno si erano già sfidate in campionato, 0-0 e 1-1 i risultati finali. I crociati avevano una squadra stellare con giocatori fortissimi, i felsinei avevano uomini straordinari, “vaccinati” per dirla alla Mazzone e pronti a disputare grandi gare. Si preannunciava senza dubbio una bella finale.

La nostra narrazione ucronica si ferma qui. Il cammino europeo del Bologna 1998-1999 fu una favola davvero coinvolgente che si interruppe sul più bello, ad un passo dalla storia.

 

 

 

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