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Bologna

IL GRILLO PENSANTE – Partenza in salita

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La desolante parentesi per la nuova competizione continentale delle nazionali (all’interno della quale è stato soltanto evidenziata la povertà tecnica degli azzurri di Mancini, aspetto purtroppo già noto) appare l’onda lunga del medesimo sentimento emerso nell’animo dei tifosi rossoblu dinanzi alle prime uscite stagionali del Bologna.

Racimolare la miseria di un punto in 3 partite, avendo affrontato anche compagini abbordabili come Spal e Frosinone, getta un’ombra lunga sul futuro prossimo della truppa di Pippo Inzaghi, impegnata in uno scomodo trittico con Genoa a Marassi e i titani Roma e Juventus in rapida successione; il dato è aggravato da un nuovo record negativo iscritto nella gloriosa storia felsinea: mai il Bologna era rimasto a secco di reti segnate nelle prime 3 giornate di serie A, e il dato rispecchia fedelmente l’assenza di armi acuminate spianabili nell’avanguardia. Santander sbattaglia, Falcinelli ci prova, Palacio deve fare i conti con gli acciacchi dell’età e Destro è ancora un’apparizione fugace e sfuggevole, ma l’identico denominatore comune è l’odiato numero “0” nello score delle segnature. Speriamo che qualcuno venga colpito dall’illuminazione divina, ce ne sarebbe un bisogno disperato.

Il direttore sportivo Bigon è immediatamente stato scaraventato sul banco degli imputati con l’accusa di aver indebolito la rosa e con l’inadeguata sostituzione di Simone Verdi come imputazione cardine; è doveroso concedere tempo ai nuovi arrivati per smentire i querelanti, ma se i valori saranno confermati allora privarsi dell’unico giocatore capace di togliere in più occasioni le castagne dal fuoco con una punizione chirurgica o un lampo improvviso sarà stato un suicidio difficilmente giustificabile, soprattutto perchè non adeguatamente rimpiazzato. Il tempo è galantuomo e attendiamo ansiosi il suo responso, ma nel frattempo è doveroso concedere una nota di merito tra le new entry all’olandese Dijks, cavallone potente e volitivo che in queste prime uscite mai ha sfigurato…un’autentica e piacevole sorpresa, confidando che altre ne emergano dai pacchi spediti a Casteldebole in tempo di calciomercato.

Il piatto quindi al momento piange impietosamente e tutti confidano che la sosta ai box si tramuti in una sorta di manna provvidenziale per immettere carburante nel serbatoio scarico; contro l’Inter per un’oretta abbondante grinta e collaborazione hanno sopperito alle lacune presenti alla voce “qualità”, e sembrano proprio queste le uniche basi sulle quali insistere per poter arpionare una salvezza che ad oggi potrebbe apparire una sanguinaria lotta senza quartiere. Sembra francamente ambizioso pensare di poter ambire a qualcosa di più gratificante, ma la vita è sempre prodiga di sorprese e sia mai che una positiva non cada benauguratamente sul Dall’Ara facendo imboccare ai rossoblu con una brusca virata strade più confortevoli. A questo punto è saggio affrontare con temperamento un’ostacolo alla volta, a partire dalla tana del Grifone, habitat quantomai scomodo che la scorsa stagione fu terreno di conquista grazie ad una perla assoluta dell’ex Palacio. Non saranno necessari nè proclami né improbabili sermoni di riscossa, è soltanto consigliabile la solita banale e scontata terapia del lavoro a testa bassa con l’aggiunta quantomai propizia di un’esposizione inconfutabile dei tanto apprezzati attributi.

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