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A lezione dai Thunder

Oklahoma ha vinto il primo anello dal trasferimento (2008): quali giocatori di OKC assomigliano agli interpreti di Italiano?

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Il gruppo del Bologna è tra i più uniti del panorama sportivo italiano, qualità che alla lunga ha fatto la differenza (@Bologna FC)
Il gruppo unito del Bologna (@Bologna FC)

Dopo una serie intensa e memorabile, gli Oklahoma City Thuder hanno appena vinto il loro primo storico anello. Per omaggiarli nel loro successo, ma sempre a modo nostro, abbiamo notato alcune somiglianze tra i loro migliori giocatori e i simboli del Bologna.

Shai e Orso: i trascinatori

Partiamo forte con Shai Gilgeous-Alexander e Riccardo Orsolini, autentici leader e trascinatori delle proprie squadre. Non è un caso che, come la franchigia di OKC si tiene strettissimo il suo numero due, Bologna faccia altrettanto col 7, perché sono i due elementi rappresentativi del talento presente nelle proprie realtà. Entrambi migliori realizzatori della squadra, entrambi aspramente criticati in passato per la loro discontinuità ed entrambi cresciuti molto negli ultimi mesi, l’MVP e l’ala ascolana hanno in comune più di quanto si possa immaginare.

Riccardo Orsolini in veste azzurra

Riccardo Orsolini in veste azzurra (© Bologna FC 1909)

Dort e Caruso come Beukema e Lucumi: i muri impenetrabili

I rossoblu di Italiano non saranno i più impenetrabili del proprio campionato. Tuttavia, restano evidentissimi i miglioramenti ed i meriti che i due centrali hanno nei successi delle ultime due stagioni. Dall’altra parte, i Thunder hanno fondato il proprio cammino verso l’anello NBA proprio sulla difesa, grazie all’apporto di due specialisti riconosciuti in tutto il territorio americano. D’altronde si sa: defence wins championships (la difesa vince i campionati). Il veterano Alex Caruso e il canadese Lu Dort rappresentano la fortezza azzurra tanto quanto il colombiano e l’olandese incarnano il Muro di Bologna.

Wiggins e Odgaard: la versatilità è la nuova efficienza

Jens Odgaard, vera sorpresa della stagione rossoblu, ha finalmente trovato la sua dimensione in campo, donando alla squadra reti, ma anche inserimenti e tantissima duttilità. Il danese può infatti fare l’esterno, il trequartista e la punta, proprio come Aaron Wiggins viene impiegato in più posizioni da coach Daigneault. Abilissimo nella lettura del gioco e letale al tiro, il numero 21 di OKC  differisce leggermente dal suo “simile rossoblu” per qualità difensive ma, si sa, nel basket tutti devono saper fare tutto. E il nativo di Greensboro, versatile e moderno, ne è l’esempio.

Hartenstein e Holmgren come Castro e Dallinga: le punte al centro del progetto

Poi, c’è il parallelismo più ovvio, quello tra i due centri e le punte rossoblu. Il Bologna e i Thunder, infatti, possono puntare su due futuri campioni (Castro e Holmgren) e sulle loro riserve, di maggior sostanza fisica e dal gioco “aereo” più strutturato. Per Hartenstein la dote più spiccata è quella dei rimbalzi, mentre Dallinga ha mostrato di avere un signor colpo di testa.

I tre Williams come gli esterni rossoblu: sulle ali dell’entusiasmo

L’ultimo paragone che vi proponiamo riguarda gli esterni rossoblu e le ali di Daigneault. Rapidi, giovani e offensivamente preponderanti, i tre Williams di Oklahoma hanno messo a ferro e fuoco il campionato di pallacanestro americana come Ndoye, Dominguez e Cambiaghi hanno saputo spaccare in due gare importanti, sia da titolari sia a gara in corso, per i propri compagni. 

Dan Ndoye e Giovanni Sartori (© Bologna FC 1909)

Dan Ndoye e Giovanni Sartori (© Bologna FC 1909)

Chiaramente, calcio e basket sono due sport completamente differenti. Ma, forse, questi paragoni non sono così azzardati come potrebbe sembrare a prima vista. Sperando che portino bene alla squadra di Italiano, non possiamo che tenere un occhio fisso su questa sessione di mercato, perché questi ragazzi possano restare sotto le Due Torri dando vita ad un progetto vincente, verde e sostenibile. Thunder docent.

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