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Bologna, De Silvestri carica i compagni: «Ci siamo superati. Ce la giochiamo con il nostro calcio»

Il veterano della formazione rossoblù parla alla vigilia della finale di Coppa Italia: »Siamo un gruppo speciale, vogliamo vincere per noi e per i 30mila tifosi che ci seguiranno a »

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Lorenzo De Silvestri, in conferenza stampa, alla vigilia della finale di Coppa Italia tra Milan e Bologna
Lorenzo De Silvestri, in conferenza stampa, alla vigilia della finale di Coppa Italia tra Milan e Bologna (© Lega Serie A)

Dopo Sergio Conceição, Mike Maignan e Vincenzo Italiano, ha preso la parola nella sala stampa dello Stadio Olimpico anche Lorenzo De Silvestri alla vigilia della finale di Coppa Italia tra Milan e Bologna. Il “sindaco” ha parlato ai microfoni come elemento di maggior esperienza della rosa rossoblù.

Cosa ha detto ai suoi compagni in vista di domani?
«Questo gruppo ha qualcosa di speciale. Da due stagioni c’è un’identità chiara: ci alleniamo con serietà ma non perdiamo mai il gusto di giocare. Abbiamo affrontato l’intera stagione con questa mentalità, e dovremo portarla anche domani in campo. È una finale, certo, servirà concentrazione assoluta, ma anche quella leggerezza e quella complicità che ci hanno spinto fin qui. Il mister è stato eccezionale nel tenere tutti coinvolti: ognuno si sente parte di qualcosa di importante».

Domani serve una ‘sera dei miracoli’ o semplicemente una ‘sera da Bologna’?
«Questa stagione il Bologna ha superato se stesso, battendo record su record. Quando siamo al completo, quando tutti sono mentalmente dentro la partita, questa squadra può giocarsela con chiunque. L’obiettivo Champions ci ha fatto capire che, in certe sfide, serve alzare il livello sotto ogni aspetto. Essere qui dopo 51 anni è un’enorme soddisfazione: ci siamo arrivati a modo nostro, con il nostro stile. E vogliamo giocarci la finale continuando a fare il nostro calcio».

Quando avete capito che potevate arrivare in finale? E cosa significherebbe per Lorenzo De Silvestri vincere la Coppa Italia con il Bologna?
«Penso alla vittoria di Bergamo contro l’Atalanta, senza subire gol: lì abbiamo realizzato che potevamo andare lontano. A livello personale, a quasi 37 anni, mi godo ogni momento con più consapevolezza. Nel 2009 vinsi con la Lazio, ma ero un ragazzo, tutto era diverso. Oggi vivo ogni emozione con più profondità. Mi sento il più anziano del gruppo, ma sono circondato da veri professionisti».

Lei ha vissuto da vicino anche il periodo di Mihajlovic.
«La vicenda di Sinisa ci ha toccati nel profondo e ci ha fatti crescere come persone. Avevo con lui un legame speciale, e quell’esperienza ci ha resi più forti, non solo come squadra ma come uomini. Quella forza emotiva l’abbiamo portata in campo e la portiamo ancora».

Che significato ha per lei giocare a Roma?
«Dopo tutto questo tempo, Bologna è diventata davvero casa. Sentiamo il peso e il privilegio di rappresentare una città intera: portare 30mila tifosi all’Olimpico è qualcosa che riempie il cuore. Abbiamo il petto gonfio d’orgoglio, e vogliamo farli sognare».

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