Bologna, Italiano verso la finale carica: «Orgogliosi di essere qui. Uniti per scrivere un capitolo di storia!»
Vigilia speciale per il Bologna: il tecnico rossoblù carica l’ambiente in vista della finale. «Entusiasmo, sacrificio e un sogno lungo 51 anni: ora vogliamo renderlo realtà per tutta Bologna»
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Dopo le conferenze stampa dedicate al Milan con Conceição e Maignan impegnati in sala stampa all’Olimpico, nel tardo pomeriggio è stato il turno del Bologna con Vincenzo Italiano e Lorenzo De Silvestri. Ecco le parole del tecnico rossoblù, dopo quelle già ascoltate al Quirinale.
Come vivete questo momento?
«Con grande entusiasmo, lo stesso che ci ha accompagnati lungo tutto il cammino in Coppa. Il Dall’Ara era pieno nella semifinale di ritorno e domani potremo contare su un altro straordinario sostegno. Dopo 51 anni, il Bologna torna a giocarsi una finale così importante. Saremo uniti nel tentativo di scrivere un nuovo capitolo della nostra storia. Davanti abbiamo una squadra ricca di campioni, ma vogliamo giocarci le nostre carte. Le possibilità ci sono: serviranno attenzione, determinazione e la voglia di fare una grande partita».
Si immaginava di arrivare fino a qui?
«Negli ultimi anni il club ha dimostrato una crescita costante. Con Saputo c’è un progetto solido che si sviluppa passo dopo passo, e i risultati iniziano a vedersi».
Italiano farà un fioretto in caso di vittoria del Bologna?
«Ne avevo promessi troppi in passato, ora preferisco rimandare. Se davvero dovesse succedere qualcosa di così straordinario, ci penserò dopo. Qualcosa inventeremo, ma ora testa solo alla partita. Domani avremo tempo per rifinire ogni dettaglio, poi sarà il campo a parlare. L’importante è arrivarci a testa alta».
Come vi state preparando alla sfida?
«Loro hanno esperienza, noi un po’ meno. Hanno già vinto un trofeo in questa stagione, mentre noi non alziamo una coppa da decenni. Ma ogni partita parte da zero. Dimentichiamo quanto accaduto venerdì, quando abbiamo mollato solo per un quarto d’ora. Ci saranno alcuni cambi, da parte nostra e loro. Dovremo giocare con leggerezza, felicità e senza rimpianti. L’importante è farsi trovare pronti».
Ha già perso altre finali…
«Questa è la settima, e arrivarci è già un traguardo. Le finali sono il frutto di un cammino in cui superi ostacoli e sorprendi. La nostra presenza qui era tutt’altro che scontata. Ne ho vinte tre e perse tre. Se i miei ragazzi vorranno farmi un regalo, ne sarò felicissimo… ma sono già orgoglioso. Basta guardarli negli occhi per vedere quanto tengano a questa partita. E poi c’è l’affetto della gente, che ci carica ulteriormente».
Su cosa si è focalizzato in questi giorni? Giocherà Dallinga o Castro?
«Mi avevate chiesto se affrontare il Milan due volte in pochi giorni potesse essere un vantaggio. Credo di sì, purché ripartiamo da zero, con la consapevolezza di cosa abbiamo fatto bene e dove invece siamo calati. Ogni volta che siamo caduti, ci siamo rialzati. Domani serviranno concentrazione, spirito di sacrificio e fame. Ho detto ai ragazzi che se anche io restassi a casa, loro scenderebbero in campo e darebbero tutto. Crescono costantemente, e per Lollo (De Silvestri) e gli altri questa finale è un premio meritato. Dovremo giocare con leggerezza e cuore».
Bologna è rimasta colpita dal suo discorso al Quirinale.
«Dall’inizio è stato un viaggio pieno di emozioni. Siamo partiti da Valles tra mille difficoltà, ma abbiamo costruito un’identità forte. Il gruppo è compatto: chi entra fa bene, chi subentra spesso fa anche meglio. Quelle parole al Quirinale sono venute dal cuore. Volevo trasmettere al Presidente quanto significhi questa finale per Bologna. Abbiamo reso felice una città: i più anziani ricordano le vittorie del passato, i miei coetanei forse non le hanno mai vissute. Dobbiamo essere un esempio e dare vita a una partita bella, leale, combattuta. E che vinca il migliore».
Voler scrivere la storia è un peso o una spinta in più?
«In campo devi pensare solo a giocare. Lasci da parte tutto ciò che c’è attorno. Conta essere lucidi e concreti nelle due aree. Quando l’arbitro fischia, sparisce tutto: conta solo ciò che fai sul prato verde. Servono umiltà e precisione. Sulla carta affrontiamo una squadra più forte, ma possiamo colmare il gap con intensità e determinazione».
Rischierà chi non è al 100%?
«Non ho risposto prima su Castro: il dolore al piede sembra passato, ma non gioca 90 minuti da due mesi. Devo valutare se farlo partire o inserirlo a gara in corso. È solo una questione di tenuta. Holm, Ndoye e Odgaard stanno rientrando, anche questo richiede una gestione attenta».
Che effetto fa a Vincenzo Italiano sapere che 30 mila saranno con lì a spingere il Bologna?
«È qualcosa di incredibile. Abbiamo regalato alla città un’altra notte da vivere tutta d’un fiato. C’è un’attesa palpabile, che si respira ovunque. E domani, dal primo all’ultimo minuto, penseremo a quei 29mila tifosi affamati di vittoria. Mi spiace non possano scendere in campo con noi, ma li sentiremo al nostro fianco. Vogliamo renderli orgogliosi».
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