Bologna FC
Bologna, la sinfonia dei goleador
Una squadra che canta all’unisono: undici marcatori e un’idea di gioco corale.
Nel Bologna di Italiano ogni partita sembra uno spartito scritto per essere interpretato da protagonisti sempre diversi. La squadra sta vivendo un momento in cui la produzione offensiva arriva da più zone del campo, tanto da diventare una delle formazioni più imprevedibili della Serie A. E allora viene spontaneo chiedersi: quanto può spingersi avanti un gruppo capace di segnare così, con così tanti interpreti?
Coralità offensiva: il peso del gruppo
Il Bologna guidato da Italiano è, insieme solo a Juventus e Inter, la formazione con il maggior numero di marcatori differenti in Serie A. La classifica interna è aperta da Orsolini, che però dalla gara contro il Cagliari non trova più il gol. Da quel momento, partita dopo partita, sono stati altri calciatori a prendersi la scena: Pobega e Bernardeschi sono le due new entry più recenti.
E il dato è ancora più significativo se si considera che molte partite sono state indirizzate proprio da chi, fino a quel momento, non aveva ancora segnato. In un campionato spesso deciso dai soliti noti, non è un privilegio raro poter contare su così tante soluzioni?
Coralità tattica: un attacco che si divide il lavoro
Nel reparto avanzato la distribuzione dei gol racconta bene quante alternative abbia Italiano. Orsolini guida con 5 reti in campionato e una in Europa League, seguito da Castro (4 gol), mentre Odgaard è arrivato a quota 2 in Serie A più 1 in Europa. Cambiaghi e Dallinga seguono con 2 reti e dalla partita di sabato si è aggiunto anche Federico Bernardeschi (1).
Federico Bernardeschi (© Bologna FC 1909)
Tra i centrocampisti, oltre a Pobega (2 gol contro l’Udinese), solo Nikola Moro ha trovato la rete, realizzando contro il Pisa un gol da punizione.
È un panorama ampio, vario, che rende il Bologna pieno di protagonisti, meno prevedibile e molto più pericoloso.
Centrocampo: equilibrio, struttura e qualità
Impossibile non citare la prestazione di Pobega a Udine: un mediano o mezzala, con compiti anche da playmaker, offre fisicità e ordine. La sua capacità di inserirsi in aria avversaria dà una dimensione in più alla manovra rossoblù. E con compagni come Ferguson, Fabbian o Sulemana il margine di crescita resta notevole.

Tommaso Pobega (© Bologna FC 1909)
Difesa: anche il reparto arretrato si sblocca
Un elemento che sta creando problemi agli avversari è la crescita dei difensori nelle ultime settimane. A Cagliari ha segnato Holm, rapidissimo a sfruttare una situazione su calcio d’angolo costruita da Bernardeschi e rifinita da Odgaard. A Parma è stato Miranda a esultare, con un sinistro da posizione defilata. Contro il Napoli è arrivato anche il gol di Lucumí, un colpo di testa che ha blindato il risultato.
Il Bologna diventa così un’orchestra in cui ogni strumento può prendersi il suo momento solista.
Europa e campionato: continuità da confermare
Anche in Europa League il Bologna sta cercando di dare seguito ai progressi mostrati in campionato. Fin qui sono arrivati tre gol in quattro partite, un bottino che racconta di un percorso ancora in costruzione ma pieno di potenzialità.
Giovedì arriverà il Salisburgo, un esame determinante davanti al proprio pubblico: riuscirà la squadra a trasformare in Europa quello stato di forma che in Serie A sta diventando sempre più evidente? Subito dopo, la concentrazione tornerà sul campionato, con l’obiettivo di consolidare quanto costruito finora.
Fonte: Più Stadio, Davide Centonze
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